HEATHEN
The Evolution Of Chaos
Etichetta: Mascot Records
Anno: 2009
Durata: 68 min
Genere: techno-thrash metal
19 lunghi anni sono passati dall'ultima release ufficiale, se non si
contano un ritorno nel 2004 con un cd contenente cover di alcuni fra i
gruppi più rappresentativi per la band ("Recovered", Relentless
Records) più alcune demo risalenti a periodi antecedenti il capolavoro
"Victims Of Deception", ed una demo con 3 inediti del 2005, tutti
riproposti in questo nuovo emozionante capitolo della discografia di
una delle band più amate/odiate/snobbate del panorama thrash metal
mondiale.
Gli Heathen sono tornati fra di noi, con un album che entra di
diritto nella storia del genere per la passione di cui trasuda, per
l'ispirazione di cui ogni singolo brano contenuto all'interno si
contraddistingue, per un pathos che davvero pochi fra i comeback a cui
abbiamo assistito hanno finora saputo offrire. Mi viene da pensare ad
un esempio lampante, "Death Magnetic", a come abbia ricevuto (non a
torto a parere personale, precisiamo, N.d.P.) l'approvazione di una
consistente fetta del popolo metallico proveniente da tutto il mondo,
cifre che i 5 californiani non riusciranno probabilmente mai a
raggiungere, così come mai riusciranno a riempire intere arene come
forse non è mai capitato loro nemmeno nel periodo di massimo splendore;
eppure hanno saputo creare un lavoro che surclassa il sopracitato dei
Metallica sotto qualsiasi aspetto, pur avendo impiegato un consistente
lasso di tempo prima di riuscire a rimettersi in carreggiata e dare
alle stampe una nuova "creatura". Vuoi anche la sudditanza di Lee Altus
alla corte di sua eminenza Gary Holt, che ha bruscamente frenato la
lenta risalita del combo statunitense (d'altronde, chiunque ha bisogno
di mangiare, e per Altus, unico fra i membri della sua band a vivere di
music business in prima persona, questo è lavoro), non è difficile
immaginare perché "The Evolution Of Chaos" sia riuscito a vedere la
luce solo ad inizio 2010.
L'attesa è stata completamente ripagata, con un prodotto
eccellente sotto qualsiasi punto di vista lo si venga ad analizzare, in
primis ovviamente riferendosi al songwriting, ma in secondo luogo anche
analizzando la produzione, che si affida a mezzi moderni, ottenendo una
resa nel contempo moderna ma dall'"antico sapore". Giochi melodici,
intrecci di chitarra che si susseguono senza sosta, un tappeto ritmico
terremotante ma sapientemente dosato, nessun vero calo di tensione,
anche in occasione di una lunga suite come "No Stone Unturned", o di un
brano particolare come "A Hero's Welcome"; insomma, la stessa energia
di 20 anni fa, con quella venatura un po' nostalgica in brani che
avrebbero mietuto vittime in ogni dove se solo fossero giunti negli
ormai lontani 80s, ed attualmente si devono limitare ad una ristretta
cerchia di appassionati che, pur travalicando il mero ambito
underground, non riesce ad elevare la band a null'altro se non un
"oggetto di culto", un ritorno di fiamma ma niente più. Un brutto
prezzo da pagare per una band che ha fatto, volenti o nolenti, la
storia stessa di un genere, ed è tornata con brani come l'arrembante
"Control By Chaos", le più moderne ma incisive "Fade Away", "Undone" e
"Bloodkult", e quei tre immensi (nella loro intrinseca semplicità)
brani che avevano già visto la luce nella demo risalente al 2005,
rispondenti ai titoli di "Dying Season", "Arrows Of Agony" e "Silent
Nothingness" (precedentemente "Empty Nothingness"). In questa occasione
più che mai non è necessario cercare di descrivere a parole quello che
le composizioni trasmettono; un ascolto attento ai minimi particolari
rivelerà una cura maniacale negli arrangiamenti, attenti ad ogni
singola sfaccettatura e mai lasciati al caso, così come la nitida
pulizia esecutiva darà prova di una formazione che non lascia scampo a
nessuno.
Un voto dettato dal fatto che per il sottoscritto è il precedente
"Victims Of Deception" a meritare un 10 con tanto di lode, ma
sottolineando come "The Evolution Of Chaos" sia stato in grado di
avvicinarsi di un soffio a sfiorarne l'"epicità" e la genialità nella
stesura dei brani. Il miglior disco che il 2010 ha sinora offerto, il
migliore dall'inizio del revival thrash, con solo punti a favore e
insignificanti se non inesistenti pecche, cosa poter chiedere di più?
Lasciatevi travolgere da questo fiume in piena, ne sarete ripagati ed
uscirete soddisfatti e rimborsati, come nel miglior lieto fine! Thrash
on!
(PaulThrash - Giugno 2010)
Voto: 9.5
Contatti:
Sito Heathen: http://www.myspace.com/heathenmetal
Sito Mascot Records: http://www.myspace.com/mascot