HAVING THIN MOONSHINE
Having Thin Moonshine
Etichetta: Ark Records
Anno: 2008
Durata: 37 min
Genere: dark wave / punk / folk
Seguo con piacere le uscite della Ark Records, etichetta che spazia
senza problemi tra il folk, il neoclassico, il dark e altre sonorità
sempre di confine: per questo motivo l'arrivo di questa nuova realtà
che porta il nome di Having Thin Moonshine mi ha fatto ben sperare in
qualcosa di particolare e personale. In effetti le mie aspettative non
sono state disattese e questo CD è sicuramente interessante, sebbene
non possa dire di essere riuscito ad apprezzarlo in pieno: questa
formazione, infatti, composta da Ally alla voce, Pietro Baldan alla
chitarra, Dario Belardinelli al basso e Jacopo Campi alla batteria, si
presenta al pubblico con uno strano miscuglio tra folk, new wave e
addirittura punk. Insomma, riuscite a immaginare un mix tra i Siouxie
& The Banshees e Patti Smith senza chitarre elettriche, il tutto in
chiave acustica? Be', più o meno è una cosa così.
Che dire, quindi, il risultato è interessante perché senza dubbio al di
fuori degli schemi; ci sono molti aspetti interessati e ne parleremo
sicuramente tra poco. Prima di tutto, però, un appunto totalmente
personale sulla voce della cantante Ally: è chiaro che uno stile più
sguaiato come quello di una Patti Smith o Siouxsie Sioux è sicuramente
adatto e una certa mancanza di melodia è accettabilissima, però a mio
parere il risultato finale in questo caso non è perfettamente riuscito:
troppo lamentoso in diversi punti e ripetitivo. Questo purtroppo è uno
dei motivi principali per cui non troverete un voto altissimo alla fine
della recensione: ammetto che si tratta di un parere assolutamente
personale e che non faccio fatica a credere che molti invece la
troveranno intrigante, ma per me è così...
I brani, comunque, sono piuttosto vari e, come dicevo, ci sono
diversi episodi interessati, partendo dall'iniziale "Salomé" più
ammiccante e sensuale come la donna a cui si ispira; poi abbiamo un
episodio più movimentato, dove la componente punk è più evidente, come
"Point Of View", che convince nonostante il problema evidenziato nella
prova vocale. "Fake Promises", invece, sfodera un'anima tra il folk
anni '60 e un qualcosa di psichedelico; completamente diversa da
"Kidding" o "Nobody" più scanzonate e ironiche con il loro ritmo
sostenuto. Assolutamente ammaliante è "Skeleton In A Red Phone Box":
che inizia come se fosse uno strano mariachi, poi si evolve in un pezzo
strano e un po' surreale come il titolo che porta, sul finale il ritmo
aumenta e il tutto diventa assolutamente irresistibile. Fosse stato
tutto così, l'album, gli avrei dato un bell'otto pieno. Allo stesso
modo come si fa a non ridacchiare con la brevissima "Jingle", il cui
testo continua a ripetere una cosa come "silly silly silly silly silly
silly stupid stupid stupid stupid stupid jingle". Divertente.
Insomma, non c'è dubbio che buoni motivi per dare una chance a questo
CD ce ne siano eccome, prima di tutto perchè effettivamente uno stile
di questo tipo non si sente tutti i giorni e sebbene le influenze siano
presenti nel dna del gruppo, questo non toglie loro una personalità ben
definita; d'altra parte vi avviso che non si tratta di un lavoro
immediato e quindi vi consiglio di accostarvici con una certa
attenzione. Io resto a metà strada, per ora.
(Danny Boodman - Ottobre 2009)
Voto: 7
Contatti:
Sito Having Thin Moonshine: http://www.myspace.com/havingthinmoonshinevenice
Sito Ark Records: http://www.arkrecords.net/