GRIS
Il Était Une Forêt
Etichetta: Sepulchral Productions
Anno: 2007
Durata: 59 min
Genere: depressive doom/black metal
Album ostico, questo dei canadesi Gris, il secondo della loro breve
carriera. Solo sei canzoni per quasi un'ora di musica lenta, notturna e
sofferta, ne fanno un prodotto destinato esclusivamente ai più devoti
di queste sonorità.
Non ci sono elementi che contraddistinguono un brano dagli altri,
tutti poggiano sulla stessa base, tranne "The Dryad", una strumentale
di tastiera e archi. La voce è un lamento disperato, sofferto e
torturato. E' forse l'aspetto che lega maggiormente il gruppo al black
metal, il resto si può considerare per buona parte doom. La chitarra
propone accordi lunghi, a volte arpeggiati, elementari e ripetitivi,
privi di dinamicità. In quasi nessun caso si può parlare di riff veri e
propri. La sezione ritmica accompagna queste note malinconiche senza
snaturarne il messaggio: pur concedendosi qualche variazione in più e
qualche galoppata con la doppia cassa -mai troppo veloce, comunque-,
non modifica l'impronta dei brani. Come accompagnamento vengono
inseriti anche dei tappeti evocativi di tastiera, che di quando in
quando passa in primo piano, proponendo una semplice melodia che si
sovrappone alla sei corde, oppure come strumento solista.
In uno stesso brano passiamo da momenti soffusi ad altri più
corposi e decisi, accomunati da una sensazione di fondo di perpetua
malinconia. L'evolversi da uno stato di quiete ad uno di maggiore
aggressività avviene sempre in maniera spontanea, naturale e priva di
cambi repentini e inattesi. I Gris, dunque, si rivelano capaci di
guidare l'ascoltatore nei meandri della loro musica, lo fanno
sprofondare pian piano in quell'abisso di desolazione senza trascinarlo
a forza. E così, senza quasi accorgersene, ci si trova d'un tratto
immersi nelle note eteree delle tastiere, oppure nel mezzo di uno sfogo
rabbioso ed energico.
Realmente, però, non si è mai coinvolti fino in fondo, c'è sempre
qualcosa che ci tiene ancorati, che ci impedisce di lasciarci
trasportare definitivamente. L'atmosfera che pervade "Il Était Une
Forêt" non è così intensa, malata, deprimente come il gruppo vorrebbe
farci credere. L'eccessiva semplicità, la mancanza di un arrangiamento
capace di completare l'opera, l'assenza di spunti geniali e passaggi
memorabili ridimensionano tutti gli sforzi del gruppo. A volte, più che
una notturna malinconia, sembra materializzarsi attorno a noi qualcosa
di teatrale, finto, ovattato, poco convincente.
Altro aspetto negativo, a mio avviso, è la voce, troppo
piagnucolante. Se vi piacciono le urla straziate e lamentose, allora
magari non incontrerete grossi ostacoli, altrimenti meglio avvicinarsi
all'album con cautela. Ad ogni modo, quando la musica si fa calma e
soffice, il cantato è decisamente fuori luogo.
A conti fatti, quest'album potrebbe piacere molto oppure molto
poco, a seconda dei gusti e delle sensazioni che vi comunica. Io l'ho
trovato eccessivamente noioso e ripetitivo, sia per la voce tediosa,
sia perché si discosta raramente dalla mediocrità. Non è quel genere di
musica facile da memorizzare, a prima vista sembra tutto uguale
dall'inizio alla fine, nonostante il gruppo cambi registro all'interno
dei vari brani. Pur variando, però, la band non propone mai qualcosa di
effettivamente personale. Sono tutte soluzioni piuttosto semplici,
impreziosite al massimo da una batteria versatile. Per questo motivo,
non possiamo certo considerare "Il Était Une Forêt" un album
sorprendente.
(BRN - Marzo 2008)
Voto: 5.5
Contatti:
Sito Gris: http://www.lemetallum.com/gris/
Sito Sepulchral Productions: http://www.sepulchralproductions.com/