GRIMNESS 69
IllHeaven Hells
(Ristampa)
Etichetta: Xtreem Music / Alkemist Fanatix
Anno: 2009
Durata: 32 min
Genere: death metal
Eccoci qua con un nuovo lavoro dei Grimness 69 tra le mani. Due anni
fa, il nostro recensore DanieleDNR aveva recensito in maniera positiva
il full-length precedente del gruppo veneto, "Grimness Avenue 69". In
quell'occasione, il recensore aveva inserito nel suo commento anche una
sezione biografica piuttosto estesa. Per questa ragione, non mi
dilungherò sul passato dei Grimness 69, rimandando piuttosto il lettore
interessato alla recensione di "Grimness Avenue 69" presente in
archivio.
Concentriamoci piuttosto su questo "IllHeaven Hells", il primo
frutto della collaborazione tra Grimness 69 e la Alkemist Fanatix. Il
disco è stato pubblicato originariamente nel novembre del 2008, ad
opera della Embrace My Funeral Records per le Americhe, e della Copro
Records per l'Europa. Quest'anno invece, a seguito dei buoni riscontri
ottenuti, "IllHeaven Hells" è stato ristampato dall'ottima etichetta
spagnola Xtreem Music.
Il 2008 ed il 2009, comunque, al di là delle pubblicazioni di
"IllHeaven Hells", hanno portato grossi sconvolgimenti in casa Grimness
69. Se nel 2008, l'arrivo del chitarrista Dr. Faustus aveva raggiunto
il traguardo del quarto membro permanente del gruppo, nel 2009
l'abbandono dello storico cantante The Pig ha segnato la fine di
un'epoca. Al suo posto, è arrivato Nerve (già nei Deadlystrain). In
più, la formazione si è arricchita del bassista The Fool.
Facciamo ora un passo indietro, però, elencando piuttosto i
musicisti che hanno realizzato questo "IllHeaven Hells": The Pig
(voce), E.T.H.M. (chitarra), Dr. Faustus (chitarra) e J.C. (batteria).
Il disco è stato registrato negli studi Entropy-Harmony nell'ottobre
del 2007. Le linee di basso sono state suonate da Raul Malone.
La copertina di "IllHeaven Hells" ricorda molto da vicino una
pietà cristiana. Il bianco e nero dominante è "violentato" da parecchie
spruzzate di rosso, che imitano delle macchie di sangue. Il libretto,
di otto pagine, contiene tutti i testi, una foto del gruppo e le
informazioni relative alla registrazione.
Il secondo full-length dei veneziani contiene undici canzoni per
32 minuti di musica. Già questi dati rivelano una prima differenza tra
questo album ed il precente "Grimness Avenue 69". A parità più o meno
di durata, in "IllHeaven Hells" ci sono ben sei tracce in meno. Cosa
vuol dire questo? Che qualcosa è cambiato, stilisticamente parlando,
nei Grimness 69. Un mutamento che non rinnega le proprie radici,
saldamente affondate nel grindcore più tradizionale, ma che vuole
battere strade nuove. Una svolta già anticipata in "Grimness Avenue
69", nel brano "Doomsday Carillon": questa canzone, così diversa dalle
altre presenti nello stesso disco, all'epoca è sembrata a tutti la
mosca bianca. Alla luce della musica contenuta in "IllHeaven Hells",
"Doomsday Carillon" può essere eletta come punto di svolta artistico
della band. Infatti, "IllHeaven Hells" presenta una musica estrema più
vicina al death metal tradizionale, rispetto al grindcore propriamente
detto. Il trait-d'union tra queste due nature musicali dei Grimness 69
è la visione retrò dei due sottogeneri metal. I punti di riferimento
musicali dei nostri risalgono alla fine degli anni '80 - inizio '90, un
periodo nel quale la furia e l'impatto del grind e del death, avevano
priorità rispetto a qualsiasi tecnicismo.
In effetti, tutte le composizioni di "IllHeaven Hells" si
dimostrano equilibrate, ben strutturate e facilmente assimilabili. La
tecnica è sempre lasciata in secondo piano: intendiamoci, il gruppo sà
il fatto suo, ma non si complica mai la vita eccessivamente. I cambi di
tempo e di riff sono presenti, ma il tutto asseconda un songwriting
naturale, semplice e schietto. Canzoni come "Postmortem Blues", "The
Infernal Dancefloor", "Silent Mouths" e soprattutto "The Vulture's
Kingdom" riescono ad intrattenere ed a coinvolgere, anche se sono
totalmente prive di originalità. In effetti, un disco come "IllHeaven
Hells" sembra quasi un atto d'amore verso un modo di interpretare la
musica estrema che ormai ha fatto il suo tempo. Il death metal
americano ed europeo delle origini è la vera musa ispiratrice dei
Grimness 69, "aggiustato" per l'occasione con qualche influenza
grindcore (da intendersi più come "core" che come "grind"), e da
qualche rara strizzatina al primissimo death svedese. Questa è la
poetica musicale del gruppo veneziano. Non ci sono compromessi di
sorta. Ragion per cui, o si è con loro o si è contro di loro. Non c'è
una via di mezzo. Infatti, i Grimness 69 suonano la musica che amano, e
non penso sia loro intenzione essere originali più di tanto. Il gruppo
sta seguendo il suo percorso evolutivo, al di là delle mode e dei
percorsi del death metal più aggiornato.
Personalmente, credo che "IllHeaven Hells" vada apprezzato per la
genuinità delle intenzioni dei suoi autori. E' però una pubblicazione
indirizzata ad un certo tipo di pubblico, a degli ascoltatori che
possano condividere e comprendere la direzione artistica dei Grimness
69.
(Hellvis - Gennaio 2010)
Voto: 7
Contatti:
Mail Grimness 69: 69infos@grimness69.com
Sito Grimness 69: http://www.grimness69.com/
Sito Xtreem Music: http://www.xtreemmusic.com/
Sito Alkemist Fanatix: http://www.alkemist-fanatix.com/