GRAVEYARD DIRT
For Grace Or Damnation
Etichetta: Ashen Productions
Anno: 2010
Durata: 62 min
Genere: doom death metal
Che l'Irlanda sia un terra fertile per la scena doom non è un mistero:
pensiamo ai fondamentali Mourning Beloveth o agli ottimi Mael Mordha
recensiti qui su Shapeless dal sottoscritto. Non stupisce, per cui, il
giudizio positivo che leggerete a breve sui Graveyard Dirt, formazione
nata addirittura a metà degli anni '90 che, per una serie di
vicissitudini, raggiunge il debutto ufficiale solo nel 2010 con questo
full length, se non contiamo il MCD pubblicato nel 2007 intitolato
"Shadows Of Old Ghosts".
Musicalmente parlando, sebbene ci siano dei richiami ai connazionali
Mourning Beloveth, in realtà il vero punto di riferimento per i
Graveyard Dirt è l'eta dell'oro dell doom death più classico, ovvero
quella scena degli anni '90 che vede nascere e crescere formazioni come
Anathema, My Dying Bride e Paradise Lost, numi tutelari che
riecheggiano in modo palese tra i solchi di "For Grace Or Damnation. In
particolar modo non farete fatica a trovare la netta influenza di
lavori come "Pentecost III" e "Serenades" dei fratelli Cavanagh
soprattutto nell'uso delle chitarre e delle atmosfere ricreate dagli
irlandesi.
Anche la struttura dell'album è una delle più classiche nel genere: la
durata complessiva supera i sessanta minuti, con composizioni di durata
piuttosto elevata che si aggirano intorno ai 7-9 minuti, con un paio di
punte rispettivamente di undici e tredici minuti. Già da queste poche
righe, quindi, credo sia evidente come i Graveyard Dirt non inventino
niente di nuovo e, anzi, si adoperano proprio a rievocare il passato
del doom death più tradizionale, con tutti i pro e contro che questo
comporta. Stiamo parlando di un genere che ha raggiunto i venti anni di
storia, che nel mentre ha mutato pelle, ha integrato elementi nuovi ed
esplorato le soluzioni più disparate, tant'è che in certi casi proprio
i padri fondatori del genere si sono messi ad esplorare mondi
lontanissimi, chi tornando poi all'ovile come i My Dying Bride, chi
abbandonando definitivamente quel mondo come nel caso degli Anathema.
Un album come "For Grace Or Damnation", dunque, resta un'operazione
nostalgica, che piacerà e verrà apprezzata da chi, come il
sottoscritto, continua a macinare quei capolavori del passato con
grande piacere. D'altra parte i Graveyard Dirt svolgono il loro compito
con passione, precisione e abilità, sia da un punto di vista
prettamente esecutivo, sia soprattutto a livello di scrittura. Tutte le
composizioni dell'album sono ben equilibrate, reggono bene la durata
elevata, riuscendo in quel difficile compito di mantenere le atmosfere
cupe e plumbee del genere senza per questo perdere dinamismo, con
l'unico neo che, appunto, risiede nella poca originalità e freschezza
della proposta.
Sulla qualità delle singole canzoni bisogna dire che la media è
piuttosto elevata, con picchi di particolare interesse nelle ottime
Daylight's Wrath, posta giustamente in apertura; la funerea "Silence
Awakens" e soprattutto la conclusiva "New Day's Fire", con i suoi
tredici minuti di durata in cui si esplorano tutte le diverse sfumature
del sound dei Graveyard Dirt, dai passaggi più disperati, passando per
l'epica desolata e spoglia di vasti paesaggi naturali, fino a quel
tocco sulfureo dato dalla componente death.
Per concludere, quindi, questo "For Grace Or Damnation" non sarà una
pietra miliare del genere, ma risponde perfettamente a tutte le
richieste di un fan del doom, grazie ad un vero e proprio tributo ai
grandi nomi del genere, omaggiati con composizioni di tutto rispetto,
realizzate in modo professionale e curato. Una piacevole aggiunta alla
vostra collezione che non sfigurerà di fianco a molte altre produzioni
di valore degli ultimi anni.
(Danny Boodman - Giugno 2010)
Voto: 7.5
Contatti:
Sito Graveyard Dirt: http://www.myspace.com/graveyarddirt
Sito Ashen Productions: http://www.ashenproductions.net/