GASKIN
End Of The World
Etichetta: Rondelet Records
Anno: 1981
Durata: 44 min
Genere: NWOBHM
Quanti gruppi ha partorito la New Wave Of British
Heavy Metal?
Cento? Mille? Forse anche di più, zio solo lo sa!
Tra questi,
meritevoli di grandi lodi sono i Gaskin, trio formato
alla fine degli anni '70
dal cantante/chitarrista Paul Gaskin, i
quali esordirono con questo stupendo
"End Of The World", ma poi non si
seppero ripetere col secondo "No Way Out".
I punti di forza
principali del Gaskin-sound stavano sicuramente nelle
ottime
capacità di songwriter del leader Paul, che possedeva anche
superbe
doti di chitarrista; non di quelli che ti fanno assoli alla velocità
del
suono, ma di quei geni che ti mettono 2 note nei punti giusti,
facendoti
godere immensamente! Buona anche la sezione ritmica, affiatata e
potente,
formata dal bassista Stef Prokopczuk e dal batterista Dave
Norman.
Tutto ciò si nota già dall'opener "Sweet Dream Maker", dal riff alla Diamond Head; particolarmente fresco il suono della chitarra, ma in
generale
la qualità sonora è davvero notevole. Irresistibile il ritornello, ti
prende
subito in testa! Sarebbe tutto perfetto, se non fosse per l'unica
pecca
di questo disco, ossia la voce di Paul Gaskin: monocorde, priva della necessaria emotività ed interpretazione... ripeto, questo è l'unico
difetto
dell'album! Intanto si prosegue con "Victim Of The City", dall'inizio con
rullante
tipo marcetta militare che si tramuta prima in un pezzo ritmato sui
toms, vagamente
sabbathiano (ma nel metal cosa non è sabbathiano?), per poi
esplodere in un
rocciosissimo 4/4 scandito da un basso pulsante. A sostenere
il grande assolo
di Paul c'è una parte veloce, perfetta testimonianza della
non comune capacità
compositiva dei Gaskin, i quali sapevano districarsi
benissimo (anzi, davano
il loro meglio) nei pezzi variegati e complessi. Più
lineare e cavalcante la
seguente "Despiser", ma anche "Burning Alive" non è
da meno... puro metal
atletico alla Raven!!! Dopo un intermezzo strumentale
irrompe la title-track,
un perfetto connubio tra i Maiden dell'era Paul Di'Anno e i gloriosi Angel Witch...
quanti di voi stanno già delirando? Eheh!
Fighissimo anche il finale, dall'incedere
ancora sabbathiano, specialmente
della batteria, che è addirittura effettata.
Spettacolare il riff di "On My
Way", puro hard rock sanguigno, forse il pezzo che
più si discosta dalle
tematiche del disco, abbastanza pessimiste sul futuro
del mondo che stiamo
distruggendo con le nostre mani. Nella seguente "Lonely Man"
fanno capolino
dei riffs che mi hanno ricordato i Mercyful Fate (che nel 1981
ancora non
esistevano), e vi si possono sentire anche delle fantastiche schitarrate, sullo stile del mitico Rhandy Rhoads. Il disco si conclude con "Handful Of Reason", un pezzo di 7 minuti: evocativo e malinconico l'inizio arpeggiato con in sottofondo il vento, e in generale tutto il pezzo si
mantiene
su mid-tempos... inutile dire che anche qui è grandioso
l'assolo!
Nella stupenda copertina un disegno ritrae un uomo e una donna che
osservano
al tramonto uno scenario da fine del mondo, mentre sopra le loro
teste svolazza
una colomba, simbolo di pace.
Bene, è tutto! Io questo
disco l'ho cercato per anni, fino a che la British Steel
non l'ha ristampato
insieme al loro secondo album "No Way Out". Se siete interessati (e io ve
lo consiglio col cuore in mano!), il CD lo trovate
nel catalogo NWOBHM della
Underground Symphony, insieme a tanti altri titoli
molto rari di quel
periodo... fateci due salti!
(Randolph Carter - Gennaio 2003)
Voto: 8.5
Contatti:
Sito internet: http://www.gaskin2000.com/
I Gaskin erano uno dei gruppi minori della della NWOBHM ma, almeno in questa prima prova, dimostravano di avere delle qualità. Avevano insomma qualcosa da dire, non si limitavano a scopiazzare a destra e a manca. Tra riff di chiara derivazione hard rock '70, momenti più tranquilli e trovate piuttosto personali non è difficile immergersi in quegli anni, anche per chi, come me, non li ha vissuti in prima persona. Come non apprezzare l'ottima "Sweet Dream Maker", la particolare "Burning Alive", la bella "Despiser" (bello l'assolo!)... ma "End Of The World" è un disco da ascoltare tutto d'un fiato, in quanto, seppur privo di momenti eccellenti, si mantiene ben lontano da qualsiasi forma di banalità o stanchezza compositiva. E certe pecche, come una produzione deficitaria (il suono che esce è tra l'impastato e il gracchiante...), e la voce, seppur evocativa, del non certo dotatissimo Gaskin - decisamente più abile come chitarrista - passano in secondo piano di fronte ad un album sincero come questo!
(Linho - Agosto 2003)
Voto: 7.5