GARDEN OF AUTUMN
Hymns Of Morning And Liberty
Etichetta: Black Desert Records
Anno: 2009
Durata: 46 min
Genere: avantgarde metal
Dopo aver ascoltato diverse volte l'album degli abruzzesi Garden Of
Autumn, ancora non sapevo bene che giudizio avrei dato sull'opera di
questi ragazzi a causa delle sensazioni contrastanti che mi hanno dato.
Prima, però, facciamo un passo indietro: i Garden Of Autumn hanno già
una decina di anni di attività e sono formati da Giorgio Grimaldi
(voce, tastiere), Bruno Ciarfella e Alessandro Petrini (chitarre),
Daniele Valeri (basso) e Alessandro Pagano (batteria). Dopo aver
pubblicato due demo, "At The Borders Of The Day" (2000) e "Stasis"
(2002), ecco arrivare il debutto sulla lunga distanza, proprio questo
"Hymns Of Morning And Liberty".
Come dicevo, l'ascolto di questo CD mi ha dato sensazioni diverse,
perchè da una parte non ho potuto fare a meno di gioire per le scelte
artistiche fatte dal gruppo: i Garden Of Autumn, infatti, non si
adagiano su soluzioni abusate e su stili semplici e immediati, ma al
contrario confezionano un difficile album di avantgarde metal, che
comprende influenze che vanno dagli Arcturus, agli Emperor, passando
per Ulver e Opeth. Cinque composizioni in cui un solo episodio dura
meno di cinque minuti, mentre gli altri quattro vanno dai sette ai
quindici minuti; niente melodie facili e ritornelli orecchiabili; solo
la volontà di comporre liberamente seguendo il proprio istinto,
cercando di essere il più possibile personali ed originali. Ecco, tutto
questo è il punto di forza dei Garden Of Autumn, che mi hanno convinto
proprio per la loro volontà di essere altro rispetto alle normali
produzioni del settore.
Eppure allo stesso tempo non riuscivo a promuovere a pieni voti
questo "Hymns Of Morning And Liberty", forse a causa di una certa
ingenuità compositiva che va benissimo per un gruppo alla prima opera,
un po' meno per una band con dieci anni di attività. Oltretutto il
fatto che i Garden Of Autumn rispecchiassero entrambe queste
possibilità non mi ha aiutato nello sciogliere i miei dubbi. Giusto per
essere più chiaro: per il momento la band non ha ancora raggiunto
quella fluidità di scrittura che gli permette di gestire una mole di
idee così grande senza mai perdersi per strada. Così là dove il rigore
degli Opeth o il genio sregolato di Arcturus e Ulver tengono insieme
con incredibile forza le composizioni più intricate, le costruzioni
musicali dei Garden Of Autumn mostrano più di una crepa, risultano ben
solide se viste da lontano, ma un po' traballanti se analizzate con più
attenzione. Ecco quindi il mio dubbio, ma in generale io sarei per
promuovere una formazione come questa perchè, diciamoci la verità:
finchè si tratta di affinare uno stile già presente, lasciando che
l'esperienza determini una continua maturazione, allora gli ostacoli
non sono insormontabili. Il problema nasce quando mancano le idee, come
in tutti quei lavori mediocri che non sembrano avere la possibilità di
andare oltre un certo punto.
Quindi se vi piacciono le band citate vi consiglio di dare un ascolto
al lavoro dei Garden Of Autumn: vi troverete così composizioni degne di
nota come "In The Open", veloce e teatrale, guidata da un bel lavoro di
tastiere e dalla voce di Giorgio che, per la cronaca, utilizza per
quasi tutta la durata del CD una voce pulita. Vocalmente, infatti,
l'influenza primaria sembrerebbe quella degli Arcturus, con lo stile di
Giorgio che oscilla tra quello di Garm e quello di Simen Hestnæs.
Anche "The Discipline Of The Wolf" mi è piaciuta molto: brevissima con
i suoi tre minuti e mezzo di durata e il suo stile smaccatamente vicino
agli Arcturus. L'influenza del gruppo norvegese sarà anche forte, ma la
qualità è davvero alta, con un pregevole ricamo di pianoforte a
migliorare il tutto e un ottimo equilibrio tra le parti. Molto buona
anche "Of Water And Mist", malinconica e romantica come gli Opeth più
acustici, con un finale in crescendo elettrico.
I due brani che mi hanno convinto meno, invece, sono "Theory Of
The Rebel", troppo pretenziosa e monocorde, e la conclusiva "Of
Reason", che con i suoi quindici minuti di durata soffre un po' di
quello a cui accennavo prima, ovvero l'eccessiva massa di suoni e idee
che non riescono a mantenere viva l'attenzione, finendo per perdersi un
po' per strada, sebbene la grandeur che pervade il brano sia
convincente.
Ora sta a voi dare una chance a questi ragazzi: secondo me lo meritano
e se sapranno imparare dai propri errori, il prossimo album potrebbe
essere un'opera monumentale.
(Danny Boodman - Giugno 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Garden Of Autumn: info@gardenofautumn.it
Sito Garden Of Autumn: http://www.gardenofautumn.it/
Sito Black Desert Records: http://www.8records.net/blackdesert/