GABRIELE BELLINI
Evolution
Etichetta: Lost Sound Records
Anno: 2009
Durata: 60 min
Genere: strumentale
Sono passati quasi due anni da quando ho avuto il piacere di ascoltare
il precedente album solista di Gabriele Bellini, chitarrista eclettico
e poliedrico che mi aveva già fatto un'impressione molto buona con il
precedente "De Revolutionibus Orbium Celestium". Ora il buon Gabriele
torna in pista con un lavoro intitolato "Evolution" che, neanche a
dirlo, mostra un ulteriore passo avanti nella ricerca sonora di questo
musicista.
Dato che avevo già raccontato un po' della storia di Bellini nella
precedente recensione (che trovate qui, sulle pagine di Shapeless),
salto questa parte e vado invece a concentrarmi sul nuovo disco, un
album che, ancora una volta, mostra mille sfaccettature, non tutte
riuscite, forse, ma sicuramente intrigante anche per chi non ama alla
follia gli album di tipo strumentale; senza contare che, a conti fatti,
non possiamo nemmeno bollare questo CD in tal modo, dato che le parti
vocali ci sono in diversi pezzi.
Facendo giusto una considerazione iniziale, prima di addentrarci nei
meandri dell'album, vale la pena di sottolineare come, ancora una
volta, Bellini abbia composto un album che non è affatto uno spot di
chitarra virtuosa, anzi, come vedremo, al centro di tutto resta la
composizione allo stato puro, con scelte che non sempre potranno
incontrare i gusti di tutti, ma che nessuno potrebbe definire come
raffazzonate o figlie del puro esibizionismo ginnico e tecnico.
Andiamo però più nel dettaglio, ora, perchè effettivamente di
carne al fuoco ce n'è tanta. Si parte con "The Jump Off" e veniamo
invasi da un bel pezzo abbastanza folle, con una campionatura ritmica
elettronica, uno strano tapping percussivo e groove a palate. Un
buonissimo inizio. Questo primo brano mostra il lato più teso e nervoso
dell'album, a cui si affianca "X Time", anch'essa giocata tutta su una
chitarra elettrica che ora accelera, ora rallenta per poi buttarci in
un vortice di note e riff, oppure "Polyphemus A.E.", ancora più fuori
di testa con le sue scariche di energia elettrica, lamenti di chitarra
che sembrano quelli del mostro mitologico e un taglio futurista che
unisce passato e presente.
Con "Alive From The Future Show", invece, arriva il primo brano
cantato: prima abbiamo la chitarra a regalarci un curioso effetto
simil-theremin, poi arrivano le voci di diversi cantanti che sembrano
esprimersi in totale libertà, ispirati dalla musica e senza un disegno
precostituito. Personalmente non amo molto questo brano, troppo lungo e
caotico a mio avviso, ma non disprezzo l'idea di fondo.
Dove invece si raggiunge l'apice è la successiva "Primitive", che fa da
contrappunto a questa prima fase 'futuristica'. Qui la chitarra
acustica si affianca a percussioni e orchestrazioni pompose con tanto
di trombe e fiati. Bellissimo incrocio tra un pezzo tribale, una
colonna sonora per un musical e l'atmosfera epica e primitiva, appunto,
che mi ha fatto venire in mente "2001 Odissea Nello Spazio". Ancora
chitarre acustiche in "World Breath Reprise", che riprende il brano del
precedente album, con archi e violini a completare il tutto; mentre i
tre brani successivi sono una sorta di suite dove l'atmosfera cambia
ancora: "Mystical Dread" è inquietante e tornano a graffiare le
chitarre elettriche, "Quel Che Vedo" è uno strano brano
orientaleggiante cantato in italiano (bruttino, a mio avviso, anche per
la voce di Stefano Degli Innocenti, che non riesco a farmi piacere),
mentre "Mysticality" rispolvera il suono del sitar, dando onore al
titolo che porta in un brano davvero efficace.
Passati un altro paio di brani, arriviamo ad un altro momento
interessante, "Lunamatrix Park", un brano elettrico inquietante in cui
compare una performance molto buona di Andrea Agresti (quello de Le
Iene); mentre a chiudere il CD troviamo "Harmonicus", un bel pezzo
acustico dinamico e coinvolgente.
Un altro bel lavoro, quindi, che in certi punti risulta non
riuscitissimo, soprattutto nei brani cantati, ma che regala anche tanti
spunti ottimi. Confermo, quindi, con piacere la mia buona impressione e
consiglio l'ascolto di questo CD a chi non ha paura di avvicinare una
creatura così mutevole e sfaccettata.
(Danny Boodman - Novembre 2009)
Voto: 7
Contatti:
Mail Gabriele Bellini: bellini@libero.it
Sito Gabriele Bellini: http://www.gabrielebellini.it/
Sito Lost Sound Records: http://www.myspace.com/lostsoundrecords