FLOODSTAIN
Slave To The Self Feeding Machine
Etichetta: Bad Mood Man Records
Anno: 2010
Durata: 37 min
Genere: doom/sludge/stoner
Della biografia dei Floodstain, ha già avuto modo di scriverne il mio
collega Danny Boodman nella sua recensione di "Dreams Make Monsters",
il penultimo album del gruppo ispano/olandese. Non mi sembra quindi il
caso di ripetere quanto ha già scritto Danny in passato: il lettore più
curioso, può sempre ritrovare la recensione di "Dreams Make Monsters"
negli archivi di Shapeless Zine.
In questa sede, bisogna concentrarsi sul nuovo full-length dei
Floodstain: "Slave To The Self Feeding Machine". Questo nuovo disco,
costituito da sette tracce per poco meno di quaranta minuti di musica,
è stato pubblicato dalla Bad Mood Man Records. Trattandosi del secondo
lavoro pubblicato per l'ottima etichetta russa, vuol dire che i
Floodstain non hanno tradito le aspettative di chi ha creduto in loro.
Il fatto di essere riconfermati dal gruppo Solitude/Bad Mood Man è
certo un motivo di orgoglio per questo trio, composto dal cantante e
chitarrista Jozz, dal bassista e corista Bobysan e dal batterista
Vesso.
In realtà, non è che ci sia molto da scrivere su questo CD.
Insomma, il tipo di musica proposta è così viscerale e diretta, che da
un lato ha una sua grande dignità artistica e di intrattenimento, ma
che dall'altro è davvero difficile da descrivere. Non tanto per un
discorso di genere musicale, che è facilmente inquadrabile, quanto
piuttosto perchè nessuna parola potrebbe rendere il potere coinvolgente
dei Floodstain. Perchè, ecco, il trio vuole creare una musica che
faccia gridare l'anima, che prenda l'ascoltatore per lo stomaco, e che
faccia ribolire il sangue nelle vene. Eh sì, è così sanguigna la
proposta musicale dei Floodstain! Attraverso sette tracce
("Deathproof", "Ice Pick Lobotomy", "Slave To The Self Feeding
Machine", "The Peace Within", "The Slumbering Titan Slayer", "Crooked
Teeth" e "Suicide Pep Rally") i nostri obbligano l'ascoltatore a
smuovere il culo da quella benedetta sedia, e lo constringono a
scuotere il capoccione a destra ed a sinistra, seguendo il ritmo! La
qualità di registrazione, ottenuta allo studio Tigrus, rende giustizia
a tutte le composizioni, donando al tutto un impatto quasi "live".
Quindi, i suoni sono fangosi e marci quanto basta, e la potenza è
assicurata. Come un fiume di fango l'ascoltatore viene travolto e
affogato senza che possa farci nulla. Non si può resistere ai
Floodstain.
Non che questo nuovo disco presenti delle novità rispetto al suo
predecessore. Il trio propone sempre questo suo miscuglio di stoner,
doom e sludge, incattivito e metallizzato il giusto. Quindi, a fianco
dei Fu Manchu e dei Kyuss, troviamo anche e soprattutto i Down (ma
anche un germe di Crowbar un po' velocizzati), qualcosa dei Machine
Head e dei Mastodon. E ancora influenze più tradizionali vicine ai
Cathedral, agli High On Fire, agli Electric Wizard. Il lettore che
conosca tutti questi gruppi, potrà farsi un'idea più che chiara della
proposta musicale dei nostri. Quindi, non si tratta dei soliti
alternativi venuti dallo stoner, e nemmeno degli amanti del southern
rock convertiti al metal. Questi ragazzi hanno ben chiaro lo sviluppo
del doom, a partire dai gruppi storici del hard rock (Black Sabbath,
Atomic Rooster, Pentagram) fino alle realtà più recenti e stuzzicanti
(Ufomammut, Heavy Lord e così via). Hard rock marcio e moderno,
vagamente psichedelico, sicuramente pesante e cattivo. Ecco ciò che
hanno da proporci nuovamente i Floodstain. E quello che suonano questi
ragazzi è dannatamente trascinante. Certo, non fanno nulla di
eccezionale, nè di innovativo. Ma quello che fanno, lo fanno bene.
In caso amaste questo genere musicale, non fatevi scappare i Floodstain!
(EGr - Gennaio 2011)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Floodstain: bookings@floodstain.com
Sito Floodstain: http://www.floodstain.com/
Sito Bad Mood Man Records: http://www.myspace.com/badmoodman