FALLEN ANGELS
Engines Of Oppression
Etichetta: Metal On Metal Records
Anno: 2010
Durata: 47 min
Genere: thrash metal
A distanza di due anni dal debut album "Rise From Ashes", tornano
direttamente dalla città che ha dato i natali al grunge (oltre che a
band seminali come Metal Church, Sanctuary o Nevermore, giusto per
citare i nomi più noti) i Fallen Angels, quintetto di thrash metal nudo
e crudo, come impartiscono i fondamentali anni '80. I cinque ragazzi di
Seattle e dintorni, trasformatisi in quartetto esclusivamente per il
periodo di gestazione dell'album, causa la defezione del chitarrista
Rob Steinway (attualmente in forza agli amici di sempre Skelator, oltre
che ai melodic death metallers Shaded Enmity), hanno dato alle stampe
questo secondo episodio della loro discografia, "Engines Of
Oppression", nel luglio 2010, sempre sotto l'egida della italianissima
Metal On Metal Records, specializzata in metallo d'annata.
Ho avuto la fortuna di trovarmi in quel di Seattle durante le
sessioni vocali del cd in questione, e vado fiero nel vedermi citato
fra i credits dell'album per il mio contributo canoro, insieme agli
stessi Fallen Angels ed ai loro compagni di etichetta, coinquilini ed
amici fraterni Skelator; ciò non comporta per forza di cose un giudizio
affrettato e di parte, e posso senza ipocrisia alcuna farmi garante
della qualità dei brani e dell'impegno profuso nella loro
realizzazione.
E' innegabile la maturazione nel songwriting dei nostri, come è
d'obbligo auspicare per ogni band underground in cerca della propria
forma ed entità; la ricerca del proprio essere ha portato i Fallen
Angels ad innesti progressivi nelle veloci partiture ritmiche, mai
velati ed imperiosi nel loro ergersi all'interno delle strutture
portanti dei brani.
Un lavoro autoprodotto in toto nella cantina della loro abitazione
comune, diventata ovviamente uno studio di registrazione non
improvvisato; bisogna ammettere che, pur avendo raggiunto livelli di
qualità superiori rispetto all'opera prima, sempre frutto di notti
insonni per improvvisarsi fonici (ma nel rispetto delle tecniche di un
tempo e senza ricorrere in maniera ossessiva agli aiuti messi oggi a
disposizione dall'era della registrazione digitale), una buona parte
del merito passa nelle mani di una figura esterna, che molti di voi
conosceranno di fama. Infatti, come non ribadire questa predilezione
per il vecchio sound, se non affidando il master finale ad un nome
altisonante come Harris Johns (presso i suoi Music Lab di Berlino), fra
i nomi europei più quotati dietro ad una consolle, produttore di album
seminali di band come Helloween, Coroner, Kreator, Tankard, Voivod,
Sodom? Non credo vi sia necessità di aggiungere molto altro.
Ancora una volta, la lezione dei maestri viene riproposta con una
particolare attenzione a non risultare esclusivamente un tributo ai
fasti del passato, seppur gli echi di Dark Angel, Vio-lence, Demolition
Hammer e Forbidden siano saggiamente celati e dosati fra le righe; non
manca quel pizzico di thrash teutonico a condire il tutto, specialmente
se non ci si limita a pensare alla triade tedesca per eccellenza, ma si
amplifica il campo visivo aggiungendo due band sempre troppo
sottovalutate, che rispondono ai monicker di Deathrow e Paradox. I
membri non nascondono la passione per lo US Metal, e nemmeno per quella
vena prog (chi ha parlato di Fates Warning?) che fornisce una marcia in
più a questa nuova release.
Il riffing sporco di Erik Hansen, autore della maggior parte dei
brani, si protrae per ben 47 minuti, suddiviso negli 11 brani che danno
vita al platter; c'è spazio anche per intermezzi acustici, brevi
parentesi di calma tra un assalto e l'altro. Un rapida carrellata del
prodotto: si parte in quinta, con l'arrembante titletrack, che mette
subito in chiaro come la melodia ricopra un ruolo importante
nell'economia generale, proseguendo con "Forever Burned", "The Veil" e
"Minds Of No Emotion", che non fanno altro che ribadire la necessità di
spostarsi da lidi convenzionali, per passare alle brutali "Legacy Of
Pain" e "The Gates Of Irony", i brani migliori dell'intero lotto, con
stacchi mid tempo dal sapore quasi anthraxiano. "Descension Into
Madness" mescola soluzioni elettriche ad acustiche, nella migliore
tradizione dei grandi Heathen, mentre "To Dust" rimanda il sottoscritto
al precedente album dei Fallen Angels, avendo un incedere similare a
"Looking Over The Walls Of Despair", annotazione quindi per pochi
appassionati. L'album si chiude in bellezza con l'epica intro di "Laid
To Rest", per proseguire sui solchi già tracciati in precedenza senza
segni di cedimento, all'insegna del thrash "in your face".
Un gusto neoclassico in fase solista sottolinea la passione
dell'axeman per sonorità anche lontane dal genere di riferimento; non
sono da meno i compagni d'avventura, con Brad Kennaugh che sfoga tutta
la sua rabbia nel microfono, così come non potremmo celebrare questo
secondo testamento senza una sezione ritmica degna di tale nome, con
Brian Hansen dietro il drumkit a scandire il tempo con soluzioni non
sempre scontate, e Carl Larsson a rimarcare la venatura progressive con
le sue linee mai banali e non sempre pedissequamente in parallelo alla
chitarra di Erik.
La cura non si limita alla sola dimensione musicale, ma anche a
livello lirico il concept racchiuso nei differenti brani non è per
nulla lasciato al caso, e chi farà suo questo cd, potrà trovare
all'interno del booklet i commenti del mastermind Erik per ogni singola
idea trasmessa, per chiudere il tutto in bellezza con una cover artwork
del misconosciuto Dimitar Nikolov, che rende appieno con una
rappresentazione fantastica in odore di antico Egitto il concetto di
"strumenti di oppressione".
Non resta che tributare un meritato applauso ai Fallen Angels, che
pur restando a livelli di nicchia per la loro scelta di non uniformarsi
al sound old school senza perdere personalità per forze di cause
maggiori, sono riusciti a dare in pasto ai più incalliti fans del
thrash metal un piccolo gioiello, forse non originale, innovativo e
capace di sconvolgere con forza terremotante il sottosuolo heavy metal,
ma al contrario ricco di emozioni e passione, che alla fin dei conti è
quanto rafforza e solidifica le fondamenta che stanno alla base del
nostro fantastico genere... supporto!
(PaulThrash - Novembre 2010)
Voto: 7.5
Contatti:
Sito Fallen Angels: http://www.myspace.com/fallenangelsthrash
Sito Metal On Metal: http://www.metal-on-metal.com/