EXULTET
I Soldati Della Croce

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2010
Durata: 42 min
Genere: epic black metal con melodie orientali e medievali


Gli Exultet si sono formati a Palermo nel 2003, e prima di esordire su full-length con questo "I Soldati Della Croce", hanno realizzato tre demo: "Urbs Felix" (2004), "Requiem Of A Dream" (2006) e "Constantinopolis" (2008).
"I Soldati Della Croce" è dunque il primo album del duo composto da Farz (voce, chitarra, basso e sintetizzatori) ed Argoth (batteria e percussioni). Questo lavoro è stato registrato dagli stessi artisti tra il 2008 ed il 2009. Contiene otto tracce per quarantadue minuti di musica.
La copertina ci mostra l'attacco di una cavalleria crociata. Ed appunto la Prima Crociata è il tema trattato da "I Cavalieri Della Croce". Nel libretto, di due pagine, gli Exultet hanno aggiunto un breve commento ad ogni traccia. Infatti, ognuna di esse fa riferimento ad alcuni episodi importanti relativi appunto alla Prima Crociata. Tra l'altro, non è la prima volta che gli Exultet decidono di cimentarsi con temi storici. Già nel demo "Urbs Felix" il duo ha scelto come concept gli scontri tra normanni e saraceni nella Sicilia medievale. In "Constantinopolis" invece il gruppo ha voluto ripercorrere la caduta dell'antica Bisanzio. Dunque, "I Soldati Della Croce" non fa altro che continuare lungo il percorso tematico trattato nei demo precedenti: una cosa utile, visto che un ripasso di storia non fa mai male.
Ne "I Soldati Della Croce", gli Exultet sviluppano in modo sistematico e con coerenza il loro credo musicale, che nasce da una solidissima base black metal, ma che si distingue per l'utilizzo insistito di melodie orientaleggianti (soprattutto) e medievaleggianti. Sebbene si senta che questo disco è un lavoro underground e totalmente autoprodotto (più che altro per il suono, la confezione del promo e così via), è anche vero che le otto tracce presenti sono realizzate davvero bene. Farz ed Argoth hanno lavorato con professionalità, evitando di avere troppa fretta e curando molto i particolari. Tutto questo rispettando la spinta istintiva tipica del black metal. Di conseguenza, si può affermare che gli Exultet suonino un black metal epico vario e mutevole, che unisce la cattiveria e la freddezza tipica di questo genere musicale con alcune sonorità e melodie decisamente evocative (da sottolineare, tra l'altro, l'uso di vari campionamenti).
Gli arrangiamenti sono ben fatti, ed a volte amalgamano bene i vari elementi costitutivi della musica degli Exultet. A onor del vero, bisogna dire che si nota una decisa frattura tra le sezioni più propriamente black, vicine alla scena epic ortodossa del genere, e le sezioni melodiche, molto pulite e nitide. Gli Exultet infatti utilizzano un suono di chitarra zanzaroso, e i vocalizzi sono sovente assestati su uno strillo acuto e disturbante. Per contro, le melodie sono di facile presa, dirette e spesso un po' scontate.
"I Soldati Delle Croce" è infatti un disco onesto, ricco di buone intuizioni ma in linea con quanto l'underground del black in genere propone. Certo, i musicisti sono sicuri ed hanno scelto un preciso indirizzo musicale. L'utilizzo delle melodie arabeggianti è un punto a loro favore, anche se non si tratta più di un qualcosa di unico. Sono tanti i gruppi ormai che si cimentano in questo connubio tra i generi.
Resta il fatto che comunque, nel loro piccolo, gli Exultet abbiano dato vita ad un lavoro più che dignitoso. Tracce quali "Il Concilio Di Clermont" o "La Battaglia Di Dorileo" sono comunque interessanti, e ci portano veramente con la mente ai tempi degli eventi narrati.
Di conseguenza, sosteniamo questi Exultet acquistando il loro lavoro e promuovendone il nome. Perchè solo con la consapevolezza del proprio valore, Farz ed Argoth si sentiranno spinti a migliorarsi ancora di più, così da lasciare in disparte i richiami agli stili ed alle trovate di altre band. Magari impareranno a ritoccare la pura ispirazione creativa con quel tanto di attenzione utile, onde evitare le scelte più scontate, selezionando solo le idee migliori. Gli artisti sono giovani e col futuro dalla loro parte hanno sicuramente tutto il tempo per maturare, realizzando di conseguenza lavori ancora più interessanti di questo. Sosteniamoli, dunque.
(EGr - Marzo 2011)

Voto: 6.5


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