ELOA VADAATH
A Bare Reminiscence Of Infected Wonderlands
Etichetta: West Witch Records
Anno: 2010
Durata: 53 min
Genere: avantgarde metal
Mi piace l'approccio alla musica della neonata West Witch Records,
perchè ne condivido ogni aspetto: questa giovane etichetta italiana si
presenta a noi, oltre che con il debutto degli Eloa Vadaath, con un
piccolo manifesto, dove sostanzialmente la label dice che nel suo
lavoro vuole cercare l'unicità, ma non intesa come qualcosa che vuole
stupire a tutti i costi, né qualcosa che voglia inventare un genere da
zero, perchè tutti hanno le proprie influenze e non serve nasconderle.
Semplicemente questi ragazzi cercano band che abbiano una personalità,
anche non perfetta, ma ben definita e capace di dare vita a qualcosa
che sappia essere equilibrato, con un senso compiuto, ma allo stesso
tempo fresco e 'nuovo'. Ecco, se ripenso alle decine (centinaia?) di
volte che nelle mie recensioni auspicavo la stessa cosa, capite bene
che la West Witch Records con me sfonda una porta aperta. Resta però la
domanda fondamentale e qui sono gli Eloa Vadaath a doversi rimboccare
le maniche: gli intenti sono nobili, ma ci riusciranno nel concreto?
Ebbene fortunatamente la risposta è positiva, perchè questo "A Bare
Reminiscence Of Infected Wonderlands" è un disco che mantiene
esattamente quanto detto finora.
Gli Eloa Vadaath nascono inizialmente come progetto in studio di Marco
e Riccardo Paltanin, entrambi diplomati al conservatorio, che ben
presto si uniscono a Nicolò Cavallaro e Mirko Cirelli in una band vera
e propria che prende il nome da uno dei 72 nomi di Dio nella cabala
ebraica (significa 'Colui che sa e vede tutto'). La loro musica può
essere tranquillamente inserita in quello strano calderone che risponde
al nome di avantgarde, che come sapete vuol dire tutto e niente, quindi
urge qualche dettaglio: il territorio in cui si muovono è quello della
musica estrema, ma senza mai perdere di vista la melodia e la musica;
c'è il black metal, il death melodico, accenni prog, ottime
orchestrazioni classiche, ambient e perfino qualche contaminazione
etnica data anche dall'uso di strumenti come la tabla e il sitar. Tutto
questo viene mescolato senza mai perdere la bussola, dentro
composizioni che funzionano, hanno una loro struttura ben definita e
non cadono mai in quel terribile tranello del collage fatto a caso con
pezzi qua e là per creare stupore. Questo, credo, sia uno dei pregi
principali che rendono gli Eloa Vadaath diversi dagli altri gruppi che
cercano di percorrere vie simili: l'ascolto di "A Bare Reminiscence Of
Infected Wonderlands" intriga, stupisce, ma non confonde. Così quando
già dall'introduzione "Coalesce: A Murmuring Plight Of Nephilims" ci si
trova in mezzo a un coro gregoriano unito a percussioni etniche, sitar
e orchestrazioni magniloquente, non si pensa 'ma che cazzo è?', ma si
resta affascinati. Così per tutta la durata dell'album, passando per
"Coalesce part I: A Perverter Among Kainites", pregevole brano
avantgarde black che richiama i Dimmu Borgir più magniloquenti in certi
frangenti, senza però le pacchianate eccessive dei norvegesi. Chitarre
incisive, tastiere curate e grandi atmosfere.
Non voglio farvi un lunghissimo elenco delle influenze del gruppo,
perchè sarei noioso ma, giusto per darvi un'idea dell'ampio spettro
coperto dall'album, ecco "64 A.D. - Le Flambeau" che richiama alla
mente gli ineguagliati Arcturus e intanto ci presenta l'attento uso del
violino ad aggiungere colore alle composizioni; "The Navidson Record"
si insinua nei nostri padiglioni auricolari con ottimi interventi
acustici dal retrogusto malinconico, prima di esplodere in un furore
metallico; "Elysian Fields" gioca la carta della follia, poi della
grandeur guerresca, fino alla delicatezza delle chitarre acustiche;
"The Temptation Chronicles" è addirittura una composizione per
orchestra, suonata da un vero ensemble classico (e si sente!) e si
prosegue in questo modo, brano dopo brano, fino alla conclusiva
"Coalesce Part II", brano dalle atmosfere gotiche, con tanto di voce
angelicata femminile e violino in primo piano, riletto però secondo la
personalità degli Eloa Vadaath che di certo non vuole accodarsi al
filone tanto in voga in questi anni.
Insomma, complimenti a questi ragazzi che hanno saputo creare un lavoro
di ottimo spessore e un grosso in bocca al lupo alla West Witch Records
che si è presentata alla grande sotto ogni punto di vista. Entrambe
sono realtà che devono continuare a vivere e a crescere, quindi, cari
lettori, prima che Shapeless chiuda i battenti (speriamo
temporaneamente!) ascoltate un ultimo consiglio e tenete d'occhio
questi ragazzi.
(Danny Boodman - Febbraio 2011)
Voto: 8
Contatti:
Mail Eloa Vadaath: eloavadaath@libero.it
Sito Eloa Vadaath: http://www.myspace.com/eloavadaath
Sito West Witch Records: http://www.myspace.com/westwitchrecords