DISBELIEF
Protected Hell
Etichetta: Massacre Records
Anno: 2009
Durata: 48 min
Genere: dark/groove metal con voce estrema
I tedeschi Disbelief hanno sempre rischiato di azzeccare l'album
perfetto, ma per qualche ragione il bersaglio è sempre stato mancato
per poco. Dal 1990 infatti, il gruppo ha sempre tentato di seguire la
sua strada, evolvendosi un po' per volta, ma dimostrando costantemente
una gran voglia di dire la sua. Una cosa ammirevole, dunque.
Per chi non li conoscesse, questa band ha alle sue spalle ben
quattro demo, e sette (otto con questo) album. Nel 2006 è anche stato
pubblicato un box set celebrativo contentente tre loro CD. Senza star
qui a elencare i titoli degli album, mi limito comunque a riferire
questo dato: il loro esordio su CD ufficiale risale al 1997. Un periodo
già tardo, per una death metal band. E infatti, il percorso evolutivo
del gruppo è sempre stato particolare, di nicchia, legato al death
metal ma sempre pronto ad accogliere altre influenze. Fino a quasi
staccarsi dal genere con questo "Protected Hell", loro ottavo parto, il
sesto sotto l'egida della Massacre Records.
"Protected Hell" è accompagnato da una copertina semplice, che
mostra un occhio inquietante che sbircia tra le fiamme. La formazione
che ha inciso questo CD consiste in Karsten "Jagger" Jäger alla voce,
Witali Weber alle chitarre, Jochen "Joe" Trunk al basso e Kai Bergerin
alla batteria. Alcuni di questi musicisti suonano anche in altre band,
tra le quali i Legal Hate. I musicisti poi hanno una certa esperienza,
non solo in seno ai Disbelief che comunque hanno dalla loro un numero
impressionante di concerti, ma anche in gruppi storici dell'underground
tedesco degli anni '80, come No Silence e Devastate.
"Protected Hell" contiene dodici tracce per un totale di 48 minuti
di musica. Una musica vigorosa e potente, molto coinvolgente sia da un
punto di vista fisico (quando il groove pompa, è difficile star fermi),
sia soprattutto emotivo. Infatti, la musica dei Disbelief non è
soltanto potente e grintosa, ma sa anche essere incredibilmente
malinconica ed evocativa. In alcuni frangenti, ad esempio, il
songwriting ricorda molto da vicino il death/doom di inizio anni '90,
influenzato da quelle melodie gotiche che hanno fatto la fortuna di
alcune storiche band inglesi. Eppure, il punto di partenza dei
Disbelief è stato il death metal, e quindi qualcosa deve pur essere
rimasto di questa antica passione. E sì, qualcosa è rimasto, ma proprio
poco. Voglio dire, alcuni riff sono davvero death metal, ed il
gutturale di Jagger è dannatamente cattivo e potente. Eppure la melodia
invade il songwriting dei nostri in maniera davvero soverchiante. Ed i
riff tendono ad essere pricipalmente doomeggianti, con un occhio di
riguardo ad un groove lento ma deciso. L'atonalità tipica del death non
lascia quasi più nessuna traccia. Si ascoltino canzoni quali "A Place
To Hide", o anche le mie due preferite "Hell Goes On" e "S.O.S. - Sense
Of Sight": del death metal non restano che le ombre, ed anche piuttosto
sfocate.
La cosa comunque era nell'aria. Non si tratta di un'evoluzione
repentina, nè di un'illuminazione sulla via di Damasco. Almeno sin
dall'epoca di "Shine" (2002), ma anche prima, i Disbelief hanno sempre
avuto quest'aura malinconica, ed una certa predilezione per i ritmi ed
i riff lenti. Ed il penultimo "Navigator", del 2007, nonostante alcune
sezioni brutali, aveva messo in tavola quasi tutte le carte. Come ho
scritto in precedenza, i Disbelief sono sempre stati personali. E
quindi, ecco che "Protected Hell" può essere descritto meglio come un
dark/groove metal dai vocalizzi estermi, piuttosto che come death metal
(così c'è scritto sul foglio promozionale della Massacre, ma è
un'indicazione fuorviante). Sì, lo ribadisco, qualcosa di death c'è, ma
l'estetica dei nostri è lontana ormai mille miglia da questo genere.
Anche in questo caso comunque, i Disbelief hanno mancato di nuovo,
e di poco, il bersaglio. Il disco è molto bello, si lascia ascoltare
tante volte, e comunica emozioni. Le canzoni sono tutte carine, la
produzione è ottima (Studio 23) ed il gruppo dimostra di saperci fare
tecnicamente, ed in sede di arrangiamento. Inoltre il cantante se la
cava benissimo anche con i vocalizzi puliti. Però, anche dopo tanti
ascolti, le canzoni faticano ad entare in testa. Ed è un peccato,
perchè sono belle. Ma, come è già successo molte volte in passato,
sembra sempre che i Disbelief non riescano ad affondare il colpo
decisivo. Anche la stessa "A Place To Hide", per la quale è stato
girato un video e che sarà il singolo trainante, non è una canzone
"killer", come direbbero gli americani. E' una canzone bella, ma tutto
finisce lì. E' un peccato che i Disbelief non siano mai riusciti, ed
ancora non riescano, a superare quel piccolo fossato che li tiene
sempre ad uno sputo di distanza dall'album decisivo, dall'album della
vita. E' un peccato perchè il gruppo ha sempre seguito la sua strada.
Forse gli manca quel pizzico di genio in più per compiere il grande
salto. Però se lo meriterebbero. Sosteneteli, e chissà che forse un
giorno ci stupiscano tutti con uno dei dischi più belli e personali di
tutti i tempi. Ma credo che qui siamo già sul territorio dei sogni,
eheh! Speriamo comunque che, prima o poi, riescano a convicerci tutti,
almeno!
(Hellvis - Giugno 2009)
Voto: 7
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Sito Disbelief: http://www.disbelief.de/
Sito Massacre Records: http://www.massacre-records.com/