DEVIATED PRESENCE
Fractured Mind
Etichetta: Yonah Records
Anno: 2009
Durata: 80 min
Genere: alla Opeth
E rieccomi qui a scrivere dei tedeschi Deviated Presence, dei quali ho
avuto la fortuna di recensire l'intera discografia. Il lettore
interessato potrà pertanto rivolgersi ai nostri archivi, per saperne di
più sulle origini di questa band, e sugli eventi che ne hanno
caratterizzato la carriera negli anni passati. In questa sede, basti
sapere che dopo l'esordio "Fall's Passage" del 2006 ed il secondo
full-length "Eerie Sphere" del 2006, i Deviated Presence sono giunti
finalmente al traguardo del terzo album con questo "Fractured Mind".
Album che non ha avuto una genesi semplice, non tanto per carenze
ispirative, quanto per i problemi che hanno afflitto i Deviated
Presence dopo la pubblicazione di "Eerie Sphere". La formazione infatti
si è sfaldata rapidamente, facendo sì che in qualche modo il gruppo si
sciogliesse, e non ne rimanesse altro che un progetto solista retto dal
solo Felix Gebhart, tra l'altro il suo fondatore.
Per fortuna, la giovanissima Anne Schaefer ha unito in breve le
sue forze a quelle di Felix, in qualità di chitarrista. Pur essendo
solo sedicenne, ha dimostrato di essere in possesso di una tecnica tale
da far impallidire molti veterani. Non molto tempo dopo, anche Daniel
Dickmann, un batterista proveniente dai Seventh Seal Broken, ha unito i
suoi sforzi alla causa.
"Fractured Mind" ha preso forma velocemente quindi, partendo da
tante idee già abbozzate da Felix, e perfezionato dal contributo degli
altri. Felix ha inoltre chiesto il contributo del bassista Stefan
Leuschake, suo compagno negli Stormgarde, in vista dei futuri impegni
dal vivo. Non mi risulta però che Stefan sia coinvolto, in qualche
modo, nella realizzazione di "Fractured Mind", pubblicato nell'aprile
del 2009 dalla Yonah Records.
La copertina di "Fractured Mind" è stata creata unendo a forza due
paesaggi estremamente diversi: una campagna verdeggiante, illuminata
dal sole, ed un mare oscuro, immerso in una tenebra quasi profonda. Si
potrebbe pensare che un titolo ed una copertina del genere
rappresentino, in qualche modo, lo stato d'animo di un gruppo cambiato
quasi radicalmente, legato in qualche modo al passato nella persona di
Felix, ma proiettato al futuro a causa dei nuovi arrivi. In pratica,
l'interruzione del discorso portato avanti da "Eerie Sphere", potrebbe
essere entrato in collisione con le idee del nuovo album, dando vita
così ad un prodotto "fratturato", che cerca di amalgamare due nature
completamente diverse.
In realtà non è così. Fortunatamente, potrebbero pensare alcuni.
Sfortunatamente, potrebbero pensare altri, tra cui anche il
sottoscritto. Ecco, questa mia affermazione non sia letta con un'enfasi
eccessivamente catastrofica. Credo però che una rivoluzione di questa
portata all'interno dei Deviated Presence, avrebbe dovuto portare con
sè dei cambiamenti decisivi, sia nell'attitudine che nel processo
compositivo. Invece, nulla è cambiato. I Deviated Presence ripartono da
dove hanno interrotto il discorso, conservando tutti i pregi e tutti i
difetti.
I pregi sono sempre gli stessi: arrangiamenti impeccabili, strutture
complesse ed intricate, una cura maniacale dei particolari, un gran
talento nel dar vita a composizioni equilibrate, ottima potenza,
produzione perfetta. Felix è passato alla voce, senza far rimpiangere
il partente Hubert Popiolek: il suo timbro pulito e sicuro passa con
naturalezza ad un gutturale rabbioso ed aggressivo, senza stacchi
particolarmente stridenti. I nuovi arrivati sono in possesso di una
tecnica sicura, e sono in grado non solo di picchiare, ma di
accarezzare i loro strumenti. Anne è una chitarrista talentuosa; Daniel
non si limita mai solo ad accompagnare, ma il suo drumming è creativo e
contribuisce in modo decisivo all'arrangiamento. Il lavoro d'assieme è
sicuro, ma è lo stesso "Fractured Mind", nei suoi 80 minuti di durata,
a dimostrare che i Deviated Presence siano un gruppo
iper-professionale, nel pieno controllo dei propri mezzi.
Come ho scritto in precedenza, però, "Fractured Mind" non ha
cancellato i difetti dei Deviated Presence. Anzi, il difetto: uno solo
ma veramente penalizzante. "Fractured Mind" è un disco alla Opeth.
Sembra di ascoltare gli Opeth di una volta, quelli del periodo
1995/2001, cioè da "Orchid" a "Blackwater Park". Già "Fall's Passage"
sembrava un plagio degli svedesi, ma ci sono passato su perchè era
comunque un disco d'esordiio. "Eerie Sphere" mi aveva un po'
indisposto, perchè pur essendo tecnicamente ineccepibile, sembrava
ancora un lavoro degli Opeth. Ed ora, dopo tutti questi sconvolgimenti
in seno alla band, ecco che per la terza volta i Deviated Presence mi
presentano un disco alla Opeth! Tanta costanza sarebbe da premiare, se
non fosse un difetto maggiore. Perchè quando scrivo che i Deviated
Presence suonano alla Opeth, non dico che richiamino spesso e
volentieri il gruppo svedese. No! I Deviated Presence ripropongono la
musica degli svedesi con una cura certosina, copiandone i particolari,
le successioni armoniche strambe, utilizzando i medesimi timbri sia
acustici che elettrici, ed infine anche le cadenze a livello vocale,
soprattutto quando il cantante si libera nei passaggi melodici. Anzi,
ora che c'è Felix al microfono, la somiglianza è ancora più spudorata.
Vi giuro. Prendete una qualsiasi persona che ami gli Opeth alla follia
e ne conosca tutte le canzoni, e fategli ascoltare "Fractured Mind"
chiedendogli di che gruppo si tratti? Sicuramente vi diranno: "Ma
questi sono gli Opeth! Però queste canzoni non le ho mai sentite!".
Ecco, vi sembra una cosa positiva questa? La dice lunga sulla tecnica e
la perizia strumentale dei nostri, ed anche sulla professionalità in
fase produttiva. Dal punto di vista creativo, però, siamo proprio ai
minimi livelli. Perchè sebbene quello proposto sia tutto materiale
originale, è stato comunque modellato sulla proposta artistica degli
Opeth. In maniera così ossessiva da risultare preoccupante. Una cosa
che poteva essere accettata all'esordio, ma che al traguardo del terzo
disco non può che irritare. Non si può costruire una carriera all'ombra
di un gruppo. Gli Opeth sono stati grandi, e in modo diverso lo sono
ancora, ma loro stessi non si oserebbero mai a proporre un nuovo
"Morningrise" o un nuovo "Still Life". I Deviated Presence lo fanno, e
se questo farà gioire i maniaci degli Opeth dei primi cinque album,
sicuramente risulterà penalizzante in un'ottica più vasta e sul piano
critico. Perchè, così facendo, i Deviated Presence dimostrano di non
avere personalità. Non una briciola di personalità. E questo è un male,
perchè significa sprecare tempo dietro a modelli abusati (e dire che la
proposta degli Opeth è così varia che bisogna impegnarsi per risultarne
tanto simili!), e buttare nel cesso una tecnica invidiabile, ed una
conoscenza musicale che tanti altri gruppi si sognano.
Gli 80 interminabili minuti di "Fractured Mind", tra l'altro, sono
anche troppi perchè una musica così complessa sia anche fruibile. E'
naturale che la concentrazione svanisca traccia dopo traccia, tanto più
che i tedeschi hanno avuto la non brillantissima idea di unirle tutte e
dieci, così che non risulti stacco tra i vari episodi. Anche il fan più
entusiasta troverà difficile ascoltare "Fractured Mind" tutto d'un
fiato. Io l'ho fatto, ma ho dovuto riprenderlo a varie riprese e
interrompendo i vari ascolti, perchè la noia non prendesse il
sopravvento e non mi facesse comprendere ed apprezzare una canzone per
il solo torto di trovarsi in un punto impervio del CD. Dallo
strumentale "Reflections", alla mastodontica (11 minuti) title-track,
passando per "Eternal", "Static Voyage" e la conclusiva, questa volta
agile, "Pointless At All", i Deviated Presence ci dimostrano che le
freccie al loro arco siano bellissime, dalla linea perfetta, e che ci
voglia talento per realizzarle così. Però, queste freccie sono anche
poche. Anzi, pochissime. Ragion per cui, non posso dare un voto
bassissimo ad un gruppo dotato di tanta tecnica e conoscenza musicale.
Anche perchè, obiettivamente, possiamo dire che come forma "Fractured
Mind" sia il loro album migliore. Sarebbe però disonesto verso il
lettore incensare un disco così derivativo, soprattutto tenendo in
mente che il gruppo è attivo da otto anni. Perciò le assegno mezzo
punto in meno rispetto ad "Eerie Sphere", sperando (ma ormai non ci
credo più) che il gruppo cambi rotta. Altrimenti, ve lo annuncio già da
ora, potranno anche scrivermi il loro album migliore, ma il voto sarà
nettamente più basso. Perchè è tempo che i Deviated Presence provino a
dire qualcosa di loro, e non a ripetere la lezione di altri imparata a
memoria.
(Hellvis - Maggio 2009)
Voto: 7
Contatti:
Mail Deviated Presence: band@deviated-presence.de
Sito Deviated Presence: http://www.deviated-presence.de/
Sito Yonah Records: http://www.yonah-records.de/