DEVAS
A Vision Of Hydrogenium

Etichetta: Klangwirkstoff Music
Anno: 2011
Durata: 51 min
Genere: ambient


Tempo fa mi sono imbattuto nello strano mondo della Klangwirkstoff Records, un'etichetta tedesca che produce musica ambient capace di spaziare, concettualmente, dalle filosofie orientali alla fisica quantistica: è anche il caso della loro nuova pubblicazione, ad opera del duo Devas, composto da Jewel (voce ed elettronica) e da Sigyn M (basso ed elettronica). Anche in questo caso, infatti, si parte da un concetto fisico/matematico e lo si traspone in musica, secondo criteri scientifico-musicologici che, in tutta onestà, non sono certo di comprendere dati i miei studi puramente umanistici. Mi affido perciò ad uno strumento usatissimo quando non sappiamo di cosa si parla: Wikipedia. In questo "A Vision Of Hydrogenum", infatti, i Devas hanno composto un'opera musicale basandosi sulla serie di Balmer e sul lavoro di Hans Cousto: non sapendo nulla sulla serie di Balmer, sono andato a cercare e ho trovato questo: La serie di Balmer, in fisica e astronomia, è il nome di una sequenza di righe che descrivono le righe spettrali dello spettro dell'atomo di idrogeno. La serie di Balmer è calcolata utilizzando la Formula di Balmer, un'equazione empirica scoperta nel 1885 dal matematico svizzero Johann Jakob Balmer. Nella banda ottica lo spettro dell'idrogeno mostra quattro righe a diverse lunghezze d'onda, che sono prodotte per l'emissione di un fotone da parte di un elettrone che, da uno stato eccitato, si sposta al livello quantico descritto dal numero quantico principale con n = 2.
Avete capito? Se sì, bravi, se no... nemmeno io. Insomma, spero che la cosa vi abbia incuriosito e se avete conoscenze più specifiche potrete sicuramente essere intrigati da questo modo curioso di fare musica, che, come scrivevo già nella recensione degli Akasha Project, sembra voler tradurre in suono le leggi della fisica, far sentire il suono del mondo, sebbene interpretato e tradotto attraverso lo sguardo di un artista.
Nello specifico, la scelta dei Devas è quella di concentrarsi su una sorta di musica sacra con elementi di musica classica, avanguardia, ambient e new age, il tutto con l'ausilio della voce, che solitamente non compare in opere di questo tipo (generalmente strumentali). Il risultato è un'opera eterea, che affascina nei suoi primi minuti, soprattutto grazie all'uso della voce che rievoca canti mistici e antiche preghiere a divinità lontane. Bravi quindi i Devas in questo, ma devo dire la verità, il tutto non riesce a resistere al lento trascorrere dei minuti, per cui, dopo una iniziale fascinazione, più o meno dopo i primi undici minuti del brano di apertura "Great Coloured Universe", ci si rende conto che non ci si sposterà più di tanto dall'idea di fondo per tutta la durata del disco e questo, purtroppo, rende l'intero album difficile da digerire.
Il risultato, come spesso accade in questo lavori, è quello di avere a che fare con un album da sottofondo, che potrebbe ben accompagnare alcuni particolari stati d'animo, ma che difficilmente può essere compreso, se non con un attento studio delle filosofie e delle teorie scientifiche che ne hanno permesso la nascita. Più che un album, quindi, abbiamo a che fare con una sorta di studio, un progetto, un esperimento che non si configura esattamente come un prodotto da acquistare e fruire come siamo abituati a fare abitualmente.
Per concludere, quindi, se siete più preparati di me nei confronti delle teorie di Balmer, Cousto e compagnia bella, sarete sicuramente affascinati dall'opera dei Devas e in generale della Klangwirkstoff Records; in caso contrario posso solo darvi un giudizio molto soggettivo, come sempre accade in questi casi, e sono costretto ad ammettere che, rispetto ad altri lavori sullo stesso genere, i Devas non mi hanno convinto a causa di una certa staticità che affossa la buona idea iniziale.
(Danny Boodman - Maggio 2011)

Voto: 6


Contatti:
Sito Devas: http://www.myspace.com/devaskiel

Sito Klangwirkstoff Records: http://www.klangwirkstoff.de/