DESTRAGE
The King Is Fat'n'Old
Etichetta: Coroner Records
Anno: 2010
Durata: 50 min
Genere: metal moderno ed alternativo
Ma che gran disco, questo "The King Is Fat'n'Old"! Un disco che
riconcilia con il metal, con il metal più moderno ed al passo coi
tempi, che si erge in tutto il suo splendore contro un numero sempre
maggiore di pubblicazioni più o meno interlocutorie di migliaia di
gruppi mediocri. La bella copertina bianca ed il titolo curioso di
questo lavoro dei lombardi Destrage già la dicono lunga sul loro
spirito indipendente ma autoritario. Sono però le dodici tracce che
scandiscono i quasi cinquanta minuti della durata del CD a confermare
le doti del quintetto, formato da artisti che non vogliono sottostare
nè a leggi di mercato nè piegarsi a tentazioni modaiole. Sebbene i vari
Paolo Colavolpe (voce), Matteo Di Gioia (chitarra), Ralph Salati
(chitarra), Gabriel Pignata (basso) e Federico Paulovich (batteria)
siano tutti figli della loro generazione, non si sono rilassati sui
lidi solari e spumeggianti del metalcore dei giorni nostri, nè hanno
voluto relegare il loro slancio artistico in ambiti death o black più o
meno melodici. No: questi artisti hanno deciso di pensare con la
propria testa. Non si sono negati alcuna influenza, ma hanno unito e
mescolato tutti i vari spunti in un qualcosa di speciale: un metal
sfolgorante, complicato, fresco ed avvincente. Ma anche estremo e
folle.
Non si puo' ascoltare questo CD e non restare affascinati dalla
violenza esecutiva dei nostri, dalle urla tremende di Paolo che sanno
trasformarsi in vocalizzi adattissimi alla melodia. O dal lavoro delle
due chitarre, sempre briose e fiammeggianti, che sciorinano un numero
incalcolabile di note e riff sempre ben studiati che colpiscono il
segno. O le linee di basso tecniche ma asservite allo sviluppo e
all'impatto dei brani. O ancora al drumming preciso e creativo di
Federico, che non si limita solo ad accompagnare, ma dona colori e
sfumature a tutto l'arrangiamento.
Questi sono i Destrage, attivi dal 2004. Un gruppo che ha fatto
tesoro della sua esperienza, pubblicando lavori come i due demo del
2005 e del 2006 e l'album "Urban Being" del 2009, liberandosi a poco a
poco dalle scorie di idee troppo derivative, e cercando costantemente
una formula espressiva personale, la più innovativa possibile. Lo scopo
della musica dei Destrage è quello di affascinare e sorprendere,
proponendo al pubblico qualcosa di maturo e indipendente, cercando di
accrescerne ed educarne il gusto. E, al tempo stesso, di crescere
contemporaneamente ai propri fan. Gruppi come questo sono da
considerarsi preziosi: la norma è più deludente, e sovente i musicisti
preferiscono adagiarsi sugli allori dei primi buoni risultati.
Per contro, i Destrage hanno realizzato un lavoro eclettico. La
carne al fuoco è, sovente, addirittura troppa. Meglio questo comunque
che una mediocrità professionale. Prendendo un po' dal heavy metal
classico, un po' dal metalcore e dal deathcore melodico dei tempi
attuali, più suggestioni e tecnicismi di stampo prog (ma estremo), più
vari spunti death metal, i Destrage hanno dimostrato che la creatività
nel metal non è giunta ad un punto morto. Anzi, il materiale c'è.
Occorre solo trasformare la materia grezza in oro. Ora, come
affermavano i vecchi alchimisti, per fare l'oro bisogna avere l'oro. E
questo oro, il talento puro, i Destrage ce l'hanno. Come giovani Re
Mida, hanno preso il vecchio metal e l'hanno trasformato in un qualcosa
di prezioso e scintillante. Ce ne fossero gruppi cosi'...
Un disco da acquistare assolutamente, per gli amanti dell'underground.
(EGr - Giugno 2010)
Voto: 8.5
Contatti:
Sito Destrage: http://www.destrage.com/
Sito Coroner Records: http://www.coronerrecords.net/