DERELICT
Unspoken Words

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2008
Durata: 48 min
Genere: death/thrash metal con influenze latine


I Derelict sono l'ennesima conferma dell'ottimo stato di salute di cui gode la scena canadese. Non si tratta del miglior gruppo, né del più rappresentativo di un paese che ci ha consegnato mostri sacri quali Voivod, Gorguts, Cryptopsy, però meritano lo stesso di essere conosciuti in virtù di un talento sopra la media.
Originaria di Montreal, la band ha esordito con "Ideological Prey" nel 2006, seguito dall'EP "Carry The Flame" l'anno seguente. Nonostante i buoni riscontri e l'intensa attività live, che li ha portati a condividere i palchi, tra gli altri, con Ion Dissonance, Behold The Arctopus ed Estuary, non hanno avuto l'opportunità di siglare un contratto discografico, e così anche "Unspoken Words", il secondo album, esce come auto-produzione.
Lo stile è classificabile come death metal tecnico, tendenzialmente melodico, aperto alle contaminazioni. L'energia e la vivacità del thrash si sposano con momenti violenti, ai quali fanno da contorno particolari soluzioni acustiche dal sapore latino, molto strane e atipiche per il genere.
L'influenza dei Death, evidentissima (ascoltate "Polarized"), trova un sostegno nelle tante melodie di stampo svedese. "Pirates" è uno di quei casi in cui il richiamo alla scuola di Göteborg di metà anni '90 è inconfutabile. I Derelict rielaborano tutto questo in chiave attuale, si rifanno al passato ma promuovono uno stile moderno. Sono capaci di organizzare le loro idee in maniera ordinata ed intelligente, combinandole in canzoni dalla struttura agile, variegata. Rallentamenti ed accelerazioni, melodie e momenti aggressivi, che in taluni casi si avvicinano addirittura al black metal, tecnicismi e parti dirette creano un continuo evolversi di colori e sensazioni nell'arco delle dodici canzoni che compongono "Unspoken Words".
Non sempre il gruppo riesce a stuzzicare l'ascoltatore, comunque: qualche volta, la combinazione di tecnica e melodia sembra rivestire un ruolo puramente estetico, nel quale velocità e complessità degli intrecci hanno un'importanza centrale. In questi momenti, l'ego dei musicisti prende il sopravvento, cosicché certi passaggi non hanno molto da dire e si possono considerare alla stregua un mero esercizio.
Altrove, però, il quintetto stupisce con trovate che esulano dagli schemi usuali: il finale stile Meshuggah di "Part 3: Surrounded By Decline" è una manna per chi si aspetta un po' di pesantezza cerebrale; l'inizio pesante e claustrofobico di "Summoning The Firestorm", seguito da un'accelerazione assassina, placherà la sete di sangue di chi necessita di violenza e ferocia, mentre le contaminazioni latine di "Pirates", "Xenocide" e "Part 1: Demonizing" spiazzeranno l'ascoltatore con la loro imprevedibilità. Riguardo queste ultime, al di là di un plauso per il coraggio nel proporle in un contesto estremo, non so quanti possano realmente apprezzarle, dal momento che si tratta di un genere assolutamente distante e difficile da introdurre nel metal.
In sostanza, "Unspoken Words" è un buon album, nel quale si possono apprezzare le doti compositive e tecniche di questa giovane realtà underground. Peccato che l'uso insistente di certe melodie troppo classiche e commercializzate li faccia sembrare un po' ruffiani e, a torto, privi di personalità. Diciamo che i Derelict hanno spirito d'iniziativa e voglia di sperimentare, ma questa loro tendenza è controbilanciata da una certa adesione a modi di esprimersi fin troppo comuni. Assoli e riff eccessivamente derivativi, infatti, rischiano di farli apparire come l'ennesimo gruppo che suona death melodico e tecnico senza innovazioni e particolari peculiarità.
Personalmente, l'album mi è piaciuto, ma avrei preferito che il gruppo si concentrasse maggiormente sull'efficacia dei riff, piuttosto che sul tasso tecnico talvolta fine a sé stesso. Per sapere se i Derelict valgono più di quanto hanno fatto sentire in "Unspoken Words", oppure se questo è effettivamente il loro limite, bisognerà attendere il prossimo album.
(BRN - Maggio 2009)

Voto: 7.5


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