DEBT OF NATURE
Crush, Kill And Burn

Etichetta: Deity Down Records
Anno: 2010
Durata: 46 min
Genere: death/thrash metal


A volte ho l'impressione di non condividere per nulla i gusti musicali dei metallari tedeschi. Ricordo, ad esempio, un dialogo con un ragazzo durante il Party.San dello scorso anno: quando gli ho chiesto quale fosse stato il suo gruppo preferito tra quelli che avevano suonato fino a quel momento, me ne ha nominato uno di quelli che io reputavo tra i peggiori in assoluto: ho dovuto farmelo ripetere due o tre volte, perché non ci credevo. Con la stessa incredulità ho constatato che su alcune webzine tedesche "Crush, Kill And Burn" è stato recepito in maniera più che favorevole.
Da sempre la Germania è un terreno fertile per il metal, sia a livello di pubblico, sia per quello che ha prodotto e rappresentato negli anni passati. Senza dubbio ci sono stati ottimi gruppi, che hanno scritto pagine indelebili della storia del metal. Potremmo elencarne a decine. A discapito di tanta abbondanza, però, a parere mio il valore medio delle uscite discografiche non regge assolutamente il confronto con quello di altri paesi.
I Debt Of Nature sono uno di quei gruppi che non mi comunicano proprio nulla. Anagraficamente non più giovanissimi (stando alle foto), questi sei musicisti hanno partorito il loro secondo album dopo quattro anni di attività, un traguardo raggiunto abbastanza precocemente. Nonostante la discreta esperienza (alcuni hanno militato in altre band già a partire dagli anni '90) e in barba all'età, su "Crush, Kill And Burn" dimostrano lacune evidenti, pochissima personalità e poco gusto nel comporre. Non mi spiego altrimenti come sia possibile pubblicare un brano come "Insalata Tarantula", che non è degno neppure di un demo d'esordio di un gruppo di adolescenti. Non decolla, non dice assolutamente nulla in ben sei minuti di durata. Dire chi certi pattern di batteria sono vuoti è quasi un complimento e definire i riff incolori e privi di mordente è un eufemismo; mi chiedo come gli stessi musicisti non abbiano fatto a rendersene conto.
La copertina stessa è emblema di quanto siano pacchiani.
Purtroppo è il problema di tante uscite di questi ultimi anni: si mettono insieme un po' di canzoni, si cerca di farle sembrare cattive aggiungendoci un cantato aggressivo e un una batteria che non lesina blastbeat e sezioni violente, si confeziona il tutto con una registrazione adeguata e il gioco è fatto. Sembra una catena di montaggio.
Per quanto mi riguarda, dischi come questo non hanno praticamente niente da dire. Debitrici del thrash ottantiano e di una certa frangia di death metal dei primi anni '90 (non citerei nessun gruppo in particolare, perché i Debt Of Nature non manifestano alcuna influenza preponderante), non reggono minimamente il confronto con gli album che hanno fatto la storia del genere. Soprattutto, mancano di credibilità.
E' un dato di fatto che le dodici tracce presenti non contengano nemmeno un riff degno di essere menzionato. Se escludiamo l'intro di piano, il resto è un'accozzaglia di death e thrash metal frenetico, il più delle volte banale, organizzato in maniera che definirei approssimativa, piuttosto che istintiva, per il semplice fatto che tanti cambi sembrano concepiti senza una logica precisa. La ripetitività di alcuni segmenti priva ulteriormente di interesse l'ascolto, che si rivela ancor più prevedibile. Non bastano alcuni tempi dispari per rendere la musica meno scontata.
Se di brani interessanti non si può parlare (l'unico che trasmette un po' di aggressività sembra essere "Like Breeding Rats", che pure è rovinato da una seconda metà piuttosto brutta), di episodi infelici ce ne sono tanti, e su alcuni è davvero impossibile sorvolare. Oltre alla già citata "Insalata Tarantula", segnalo "Nightmare of The Fashion Whore", un thrash contornato da sporadici accenni black, poco diretto e incisivo, nel quale i due generi sono accostati a casaccio, "Blackguard", fatta di brutti stacchi che smorzano l'impatto e caratterizzata, nella seconda parte, da classiche melodie heavy che hanno poco a che vedere con il contesto, la monotona "Caterpillar Walk" e, infine, "Peeping Tom", altro esempio di thrash spicciolo e banale.
Lasciamo per un attimo da parte l'assenza di originalià: il fatto che i Debt Of Nature non riescano a sembrare cattivi nemmeno quando picchiano veloci e non siano in grado di smuovere l'ascoltatore quando concedono dei rari passaggi cadenzati, è emblema di quanto siano lontani dall'essere un gruppo interessante e convinto di quello che stanno facendo.
Da qualsiasi angolatura lo si provi a guardare, "Crush, Kill And Burn" è un album non riuscito, sul quale si può tranquillamente sorvolare.
(BRN - Aprile 2011)

Voto: 5


Contatti:
Sito Debt Of Nature: http://www.myspace.com/debtofnaturemetal

Sito Deity Down Records: http://www.deitydownrecords.com/