CRIMINAL HATE
Ataraxia
Etichetta: autoprodotto / Criminal Intent Records
Anno: 2009
Durata: 40 min
Genere: black/death metal sinfonico e melodico
Dalla provincia di Catania, ecco i Criminal Hate. Attivi dal 2001,
hanno esordito come gruppo tributo ai Metallica. In seguito, i
musicisti hanno optato per uno stile più estremo, cominciando a
comporre brani propri. Nel 2004, i Criminal Hate hanno pubblicato un
demo di cinque canzoni intitolato "Black Forest Of Pain". Due anni
dopo, hanno esordito con la loro prima uscita ufficiale, il MCD
"Regression Of Human Race", pubblicato dalla T.A.F. Productions.
Nel 2009, il gruppo ha realizzato finalmente un album: "Ataraxia".
Questo lavoro è stato registrato presso gli studi Sound Empathy. La
formazione che ha inciso questo lavoro consiste in L.S. Melkor (basso e
voce), Hordak (chitarre) e Nectas (tastiere).
La copertina è in possesso di colori caldi, rosso/giallastri. Essa
rappresenta degli strani teschi, dalla grande bocca irta di zanne. Si
intravedono delle spire, sullo sfondo.
"Ataraxia" contiene otto tracce, per un totale di 40 minuti di musica.
40 minuti che filano via lisci e senza intoppi, grazie alla bravura del
gruppo siciliano. Voglio mettere subito in chiaro una cosa: i Criminal
Hate non inventano nulla, nè spiccano in quanto a personalità. Però
hanno realizzato un disco pienamente godibile, evocativo, capace di
suscitare emozioni e soprattutto di non annoiare mai. E, credetemi, al
giorno d'oggi non è un'impresa da poco. Soprattutto, tenendo conto del
linguaggio musicale col quale il trio ha deciso di esprimersi.
Stilisticamente, infatti, i nostri propongono un black/death metal
(talvolta più black che death) sinfonico e melodico, profondamente
radicato negli anni '90. Scendendo più nello specifico, i Criminal Hate
sembrano ispirarsi al black sinfonico e melodico del triennio d'oro
'93/'96, quando appunto tale genere ha toccato l'apice e si è avviato
rapidamente al declino. In quel periodo, questo stile veniva
etichettato proprio come "black sinfonico", anche se in esso erano
presenti elementi death metal, nonchè fortissime influenze gothic e
classicamente metal. Attualmente, è meglio utilizzare la definizione
"black/death metal", proprio per non creare incomprensioni.
Dunque, in queste otto tracce il trio riesce ad intrigare gli
ascoltatori, soprattutto i più nostalgici. In effetti, ascoltando
queste composizioni è facile notare il mestiere con cui gli artisti
hanno realizzato questo disco. Un disco professionale da tutti i punti
di vista. La qualità di registrazione, infatti, è buona. Il missaggio e
la resa sonora pure. L'esecuzione è pressochè perfetta, e le tracce
sono state costruite con equilibrio e sapienza. Una nota di merito per
gli arrangiamenti poi: impeccabili, fedelmente legati ai dettami del
black/death sinfonico più tradizionale.
I vocalizzi sono sempre molto aggressivi. Con la debita eccezione
di una parte di "Middle Floor", contraddistinta dalla voce pulita
dell'ospite Valentino Valenti (quello dei Noble Savage e del compianto
Mendoza?). Un passaggio vicino al power, tra l'altro. Tralasciando
questo particolare, comunque, il sound dei catanesi è intenso, caldo e
comunicativo. Tutto questo mantendendo una sottile atmosfera di
minaccia e di ostilità. I riff delle chitarra sono tutti di buona
fattura, e così i vari cambi di ritmo. Le sezioni più morbide e
melodiche, talvolta mostrano una chiara derivazione gotica. Per il
resto, la musica dei Criminal Hate è decadente, eccessiva, trascinante
com'è giusto che sia, visto il genere suonato.
Per contro, proprio questa attenzione ai particolari, questa cura
nel non tradire i dettami del genere, fanno sì che "Ataraxia" risulti,
a conti fatti, un disco prevedibile. Piacevole, sì, ma decisamente
prevedibile. La bellezza dell'intrattenimento è controbilanciata,
negativamente, dalla mancanza di qualsiasi tentativo di personalizzare
la proposta. Anche una delle canzoni più belle del lotto, "The Curse Of
Anubis", con il suo riffing orientaleggiante, non cambia certo le carte
in tavola. Questo, quindi, è il limite maggiore dei Criminal Hate:
quello di penalizzare la loro bravura con un songwriting nella norma.
Un vero peccato, perchè canzoni come "Christian Martyrium", "Empire Of
Humanity", "Pedopriest" e la già citata "The Curse Of Anubis" sono
belle. Però avrebbero potuto essere più interessanti e personali. A
parer mio, il gruppo dovrebbe giocare delle carte più rischiose, ma in
grado di creare una musica che non sia solo carina, ma duri nel tempo.
Comunque sia, cari lettori, in caso amaste il black/death sinfonico
rivolgete pure la vostra attenzione a questo "Ataraxia". Non
dimenticatevi mai che è importante sostenere comunque il nostro
underground. Il fatto che questo disco sia comunque godibile e
piacevole, è una ragione in più per farlo.
(Hellvis - Aprile 2010)
Voto: 6.5
Contatti:
Mail: L.S.Melkor@hotmail.it
Sito internet: http://www.myspace.com/criminalhate