CRESCENT SHIELD
The Stars Of Never Seen
Etichetta: Cruz Del Sur
Anno: 2009
Durata: 49 min
Genere: US Metal
"Chi mi conosce lo sa"... era solito dire qualche anno fa durante le
puntate di Mai Dire Gol il comico Gioele Dix nei panni di un
probabilissimo Alberto Tomba... riciclo questa frase per sottolineare
come chi mi conosce, sicuramente saprà che per me i Crescent Shield
sono una delle più belle scoperte e realtà del panorama heavy metal
classico mondiale degli ultimi anni, e dopo aver consumato a furia di
continui ascolti l'esordio discografico del quartetto americano, "The
Last Of My Kind", uscito alla fine del 2006 sempre per l'etichetta
indipendente italiana Cruz Del Sur Music, non stavo più nella pelle dal
momento in cui era stata annunciata la comparsa di "The Stars Of Never
Seen". Finalmente ho tra le mie mani la seconda fatica della compagine
statunitense, e posso assicurare a chi come me ha apprezzato quanto
fatto sinora, e soprattutto la sincerità di chi non pretende di
inventare nulla di nuovo, che nemmeno le 9 composizioni qui presenti vi
lasceranno insoddisfatti!!!
Bene, dopo una introduzione simile, non potrete che arrivare alla
conclusione che questa recensione è più che altro una sorta di
ragionamento a voce alta da parte del sottoscritto, con tutti i pro e
contro che ne derivano; indi per cui, prendetela con le pinze, perché
per molti quest'album potrebbe essere solo una normalissima uscita
senza nessuna peculiarità...
Per introdurre al discorso, è d'obbligo ricordare i nomi dei due
fondatori e principali songwriter del progetto, Michael Grant e Dan
DeLucie, rispettivamente voce e chitarra del quartetto statunitense, in
passato in forza a note band del panorama US Power (Onward e Destiny's
End), che proseguono imperterriti per la propria strada, continuando a
solcare il sentiero da sempre intrapreso e tenendo alta la bandiera del
metal più intransigente, puro ed incontaminato che si conosca
(attenzione, per i non avvezzi al termine: il Power metal americano è
ben lungi da quello che è diventato nella seconda metà degli anni '80
il cosiddetto Power europeo, N.d.P.). Ancora una volta, Grant e DeLucie
sono supportati da Melanie Sisneros al basso (nota inoltre per la sua
militanza nelle Iron Maidens, cover band tutta al femminile della
leggenda vivente della NWOBHM) e Craig Anderson, già al lavoro con i
Seven Witches di Jack Frost ed Engine.
Anche in questa occasione, i Crescent Shield non lesinano sulla
mole di musica da offrire al pubblico, e raggiungono un minutaggio
finale di quasi 50 minuti, equamente ripartiti per i 9 brani proposti;
non mancano le classiche cavalcate che hanno reso famosa la NWOBHM, i
tempi sostenuti propri del Power made in USA, intramezzi acustici ed il
sempre ottimo lavoro di arrangiamento da parte di Michael Grant per
quanto riguarda le linee vocali, mai scontate e mai immediate (come del
resto le liriche, capaci di raccontare quanto si prefiggono con dovizia
di particolari nell'arco del tempo a loro disposizione).
"Under Cover Of Shadows" mette sin da subito in chiaro su cosa si
vuol andare a parare, con il suo fare sfacciatamente US Power, tanto
per calcare la mano sulla definizione che i Crescent Shield danno di
sé, il tutto reso interessante nel complesso dalle melodie orientali
che si susseguono lungo tutta la durata del brano. "The Grand Horizon"
riporta indietro nel tempo, precisamente al 2006, perfettamente in
sintonia con le composizioni del primo "The Last Of My Kind", ed ancora
con quanto già i Destiny's End ci avevano offerto più di una decade or
sono con "Breathe Deep The Dark": puro heavy metal melodico, che fa
dell'intreccio di chitarre in sede di arrangiamento la propria arma
vincente. "Tides Of Fire" gioca su melodie acustiche dall'aria
malinconica, per passare con naturalezza all'epicità che
contraddistingue il prosieguo del brano (anche qui si possono
assaporare echi e rimandi al primo lavoro), e lo stesso dicesi per la
seguente "10,000 Midnights Ago".
"Temple of the Empty" presenta il classico incedere tipico dei mid
tempo, arricchito da un ottimo lavoro in sede di arrangiamento delle
chitarre, e anche del basso di Melanie Sisneros, che non sempre
ripropone palesemente le medesime linee di chitarra; ancora una volta
la vena epica del quartetto prende fortemente piede, per tutto l'arco
della composizione, mentre si ritorna con "My Anger" su territori
classici, sempre rispecchiando il mood orientale che sembra aver
ispirato molto il corso attuale dei Crescent Shield. Della stessa
caratura "The Bellman", che richiama a gran voce la passione per il
metal così come gli Stati Uniti l'hanno concepito. Eccoci giunti alle
battute finali, sulle note di "The Endurance", una suite di 9 minuti
incentrata su un evento storico realmente accaduto, che come concezione
e struttura richiama alla memoria la nota "The Rime of the Ancient
Mariner" di chi ben sapete, con un outro meritevole di plauso ed ancora
una volta capace di focalizzare l'attenzione, per lasciare i fans con
"Lifespan", song diretta seppur infarcita di ogni caratteristica già
richiamata in precedenza, ottima scelta che ancora una volta fa ben
sperare per il futuro.
In conclusione, l'ennesimo album che si presenta come prodotto
esclusivo per gli aficionados del genere, che non possono fare a meno
di gioire per una musica datata e già scritta nella sua interezza anni
or sono (ma non per questo incapace d'esser fresca ed attuale), e
devono fare proprie tutte le uscite a livello mainstream e non che
popolano il mercato discografico oggigiorno. Ribadisco il concetto
espresso inizialmente: prendete quanto detto come pensiero di un fan,
quindi per definizione vincolato da soggettività, ma se pensate di
potervi fidare dopo aver letto queste brevi "deposizioni", allora non
mancate di far vostro "The Stars Of Never Seen", e non ne resterete
delusi! Support!
(PaulThrash - Ottobre 2009)
Voto: 8
Contatti:
Sito internet: http://www.crescentshield.com/