CREEP
Beast In The Portrait
Etichetta: Hot Steel Records
Anno: 2009
Durata: 47 min
Genere: metal moderno
I Creep nascono a Cesena nel 2007, dopo il primo Ep omonimo e un paio
di anni di duro lavoro ed affiatamento musicale, eccoli arrivare nel
2009 alla pubblicazione del primo, vero e proprio full-lenght, questo
"Beast In The Portrait". Il lavoro è aperto da "Of Ivory And Gold",
pezzo classicamente thrash, chitarre robuste e compresse, ritmica
incalzante, riff fluidi ed avvolgenti e vocals che spaziano dallo
screaming ruvido e profondo a linee più melodiche e pulite. Su di una
base prettamente thrash oriented, confluiscono accorgimenti e soluzioni
tipiche del metal moderno americano (Lamb Of God) e del metalcore.
Con "Entail" si continua sicuri sulla stessa lunghezza d'onda,
poggiandosi ulteriormente, però, su soluzioni più legate al classico
metalcore d' oltre oceano, dove a strofe e bridge violenti e compressi
fanno da giusto contraltare chorus leggermente più aperti e melodici;
buonissimo il lavoro della sezione ritmica e dei due chitarristi capaci
di arricchire costantemente le partiture di passaggi articolati, più
ricercati e mai banali. Bravissimi. Chitarre acustiche seguite da un
solo classico ed avvolgente aprono il terzo brano in scaletta, "The
Shameless Mother", che poi va a svilupparsi lungo strutture metalcore,
particolarmente articolate, ficcanti e spezzate; brano questo in cui è
possibile rendersi pienamente conto della preparazione strumentale dei
nostri, affiatati, dirompenti, sicuri e convinti delle proprie
possibilità; una serie di passaggi, partiture e soluzioni sonore ricchi
di groove, potenza e giusta velocità.
In "Autumn Leaves" le sonorità si avvicinano moltissimo ad un
metal più classicheggiante, pur posandosi saldamente su strutture dure
e compresse; andando a formare un brano dalle enormi particolarità
dovute, ai chorus assolutamente catchy e melodici, al solo gustosamente
classico ed rockeggiante e ad una netta contrapposizione tra le
partiture più dure e corpose e le soluzioni più melodiche e aperte.
Altro buon colpo in canna per i nostri.
Tali particolarità e contrapposizioni vanno a caratterizzare anche
i brani seguenti, "Requiem" ed "Icarus", dove fuoriescono sul momento
reminiscenze maggiormente thrash death o richiami più smaccatamente
modern metal, metalcore. Da sottolineare l'immane e travolgente tiro e
groove che questi brani riescono a sprigionare; un' attitudine live
oriented che ne amplifica assolutamente le risultanze finali.
Il riff principale di "Learn To Forget", quello che ti si pianta
subito in mente e che alla fine caratterizza l'intero pezzo, è
sfacciatamente e spudoratamente Iron Maiden oriented, tanto che ad un
primo ascolto ho quasi gridato al plagio; poi, considerando che il
genere proposto ha poco a che fare con le vergini di ferro e che in
definitiva il brano stesso si sviluppa lungo sonorità ben più dure e
compresse, ho "deciso" di considerare tale riff come degna digressione
e reminiscenza sonora. Speriamo.
Eccoci arrivati alla title-track; "Beast InThe Portrait" racchiude
in se tutti gli stilemi, le caratteristiche e le particolarità tanto
care ai Creep; pezzo particolarmente compresso, destrutturato e
spezzato, molto vicino ad un certo deathcore americano ma capace anche
di sorprendere per l'inaspettato intermezzo acustico, dal gusto
spagnoleggiante e particolarmente melodico, tanto dal riportare alla
mente i migliori Amorphis, epoca "Elegy". Grandi. Penultimo brano in
scaletta; "Empty Spaces". Le sonorità proposte si avvicinano molto ad
un certo swedish death d' annata, arricchito, però, da soluzioni più
vicine al metalcore e ad un certo metal di matrice assolutamente
americana, dove ritmiche corpose e pesanti unite a larghe aperture
melodiche la fanno da padrone. Gradevole.
A chiudere questo primo e buonissimo lavoro dei cesenati Creep
tocca quindi a "A Deathlike Silence", dove a soluzioni prettamente
metal oriented riescono a sovrapporsi accorgimenti sonori di più largo
ed ampio respiro, portando il pezzo in questione a barcamenarsi
piacevolmente tra spunti più marcatamente rock oriented, ricchi di
pathos e malinconia ed esplosioni death-thrash, quindi più veloci,
compresse e particolarmente aggressive. Giusto esempio questo della
verve musicale e delle personali reminiscenze sonore espresse dai Creep
lungo queste dieci tracce; assolutamente ben prodotte e ben
rappresentate dall'ottimo packaging, ed in particolare dalla copertina
del disco, dove il quadro esposto sembra voglia rappresentare la reale
e vera essenza di chi lo sta osservando. Gruppo con gli attributi e
dalle enormi potenzialità, giusto per questo dargli più di una chance.
(Pasa - Gennaio 2011)
Voto: 8
Contatti:
Mail Creep: creepmetal@hotmail.it
Sito Creep: http://www.myspace.com/creepofficial
Sito Hot Steel Records: http://www.hotsteelrecords.com/