CARNIVORE
Retaliation

Etichetta: Roadrunner Records
Anno: 1987
Durata: 45 min
Genere: thrash metal/hardcore


Dagli anfratti più lerci di New York City sbucano fuori i Carnivore, band sotterranea che annovera tra le proprie fila anche un certo Peter Steele. Proprio così, il super dark macho del Gothic Metal, quand'era ancora un irrequieto giovincello, si dilettava con questo power trio che musicalmente, con i Type O Negative, c'entra come i proverbiali cavoli a merenda: i Carnivore, infatti, propongono un thrash-core demenziale debitore dei Discharge (band della quale Steele si è recentemente dichiarato gran sostenitore) con liriche sarcastiche e feroci e con una spiccata propensione per il cattivo gusto, tra deliri omofobi, anticristianesimo, manifestazioni guerrafondaie e scarti di macelleria vari. All'epoca il genere, tra l'altro, poteva contare su band di tutto rispetto, cito ad esempio i Nuclear Assault, gli Stormtroopers Of Death (o semplicemente S.O.D.), i grandi D.R.I. o i Superchrist, le cui sonorità, grazie all'operato di acts tipo i Municipal Waste o i Toxic Holocaust, sembrano essere tornate di gran moda tra i metal kids yankee. Ma non siamo qui per parlare di cosa accade ai giorni nostri, quindi bando alle ciance e torniamo al disco: il gran preambolo di cotanta succosa materia prima è l'esplicativa "Jack Daniel's And Pizza", dove i nostri indifesi padiglioni auricolari vengono innaffiati di vomito da un malcapitato fruitore della ben nota bevanda del Tennessee, un'introduzione a dir poco appropriata. La prima traccia vera e propria è "Angry Neurotic Catholics", rasoiata hardcore micidiale con uno Steele invasato che esterna con timbro isterico tutta la sua avversione verso le squallide usanze dei cristiani e il loro timore reverenziale verso Dio. La sostanza non cambia nella successiva "S.M.D." (che sta per "Suck My Dick"), che si propone come una delle higlight del disco, con la costante punk-hardcore arricchita da furiose bordate thrash e rallentamenti killer; da antologia gli stacchi di basso a introdurre il riff prima della strofa, scelta imitata da innumerevoli band (mi viene in mente"Attack Of The Necropig" dei miei conterranei Brainless, band che con i Carnivore ha più di qualcosa in comune). Nella successiva "Ground Zero Brooklyn"e soprattutto in "Race War" si fanno strada partiture doomeggianti e più melodiche dove aleggia lo spettro dei Black Sabbath, influenza che accompagnerà Steele anche con i T.O.N., e che si palesa clamorosamente nella traccia "Jesus Hitler",introdotta da un discorso del Furher e infarcita di evidenti richiami alla celeberrima "Iron Man" del combo di Birmingham: assolutamente folli le liriche che narrano le grottesche vicende di un uomo che incarna contemporaneamente lo spirito di Adolf Hitler e quello di Gesù Cristo, a raffigurare l'eterno contrasto tra il male ed il bene al grido di "Reich Und Roll"!
"Tecnophobia" si distingue per un inserto tastieristico che funge quasi da profezia per quanto riguarda l'attività futura di Steele, poi il disco procede, di delirio in delirio, e, tra una cover di Jimi Hendrix "thrashizzata" , sfuriate in puro N.Y.H.C. style, la strumentale "Five Billion Dead" e farneticazioni sessuali varie si arriva alla conclusione di un disco scritto da squilibrati per squilibrati e che sicuramente si distingue tra tanti grazie al carisma e alla personalità deviata del suo demiurgo, quel Peter Steele che successivamente, cambiando la forma ma non la sostanza, plasmerà un'altra band controversa e potrà addirittura permettersi di sbattere il suo buco del culo in copertina. Per concludere non mi resta che dirvi di procurarvi questo disco se siete seguaci delle band sopra citate... AMEN! ..anzi no, SIEG HEIL!... anzi , diventate carnivori!
(Ranstrom Gail - Giugno 2009)

Voto: 7.5