CARLOS LICHMAN
Firestorm

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2007
Durata: 32 min
Genere: shredding


Non so esattamente quanto un lavoro di questo genere possa appassionare i non-chitarristi. "Firestorm" del brasiliano Carlos Lichman, infatti, è il classico album da shredder incalliti, pubblicato per il piacere innegabile degli amanti di questo stile di suonare veloce come dei dannati partiture intricate. L'idea di fondo è quella che l'ascoltatore, stupito da tale bravura, possa profondersi in lodi sperticate del nuovo virtuoso dello strumento. Lichman, non a caso, è cresciuto idolatrando nomi come Jason Becker, Marty Friedman, Tony Macalpine, Vinnie More, Steve Vai, John Petrucci, più tutta una sfilza di altri nomi che troverete sul CD tra i ringraziamenti. Così non ci ha pensato due volte ed eccolo qui con queste nove composizioni che sono una vetrina per la chitarra iperveloce, perfettamente incastrata su una struttura power fatta di doppia cassa a manetta, riff fracassoni e ritmi serrati.
Diciamoci la verità, la recensione potrebbe finire qui e già avreste capito tutti di cosa si parla: a me questo album non è piaciuto tantissimo, ma almeno ha dalla sua quell'onestà e quella passione di chi non vuole fare chissà che, tranne gustarsi il proprio stile, magari affiancato da un manipolo di musicisti all'altezza.
Per l'occasione, infatti, il chitarrista è stato accompagnato da una band fissa, più numerosi ospiti di livello internazionale, come Kiko Loureiro degli Angra, Francesco Fareri, Pablo Soler e Jim Horne, che hanno duettato con lui in diverse composizioni.
Insomma, a mio parere un lavoro di questo genere non è da condannare, basta avere ben presente cosa ci si debba aspettare da un album come "Firestorm": se cercate la cura negli arrangiamenti, il dinamismo, la fantasia e l'originalità, allora avete sbagliato strada; se invece l'idea di un album tiratissimo e pieno di assoli velocissimi vi mandano in brodo di giuggiole e volete solo spingere sull'acceleratore senza troppe storie, allora avete trovato un nuovo nome per la vostra collezione.
Oltretutto Carlos non fa nulla per nascondersi e titoli come "Speed Rules", "Shred Dogs", "Intense Guitar Playing" o "Key To The Shred City (In Honor Of Macalpine And Friedman)" sono quanto di più chiaro e onesto si possa trovare sulla piazza. Vi parlerei delle singole composizioni, ma francamente le variazioni sono minime: abbiamo due modalità, ovvero 'velocità e shredding a manetta' (che sono tutte quelle citate finora), oppure "velocità e shredding leggermente contenuti", come nel caso di "Just Rock It", più catchy e rockeggiante, come dice il titolo stesso, oppure "Endless", che lascia un po' di spazio a momenti più melodici e lenti sul finale. L'unico episodio a parte è "Belle Qui Tiens Ma Vie (Reincarnation)", che è un brano di musica rinascimentale scritto da Thoinot Arbeau e riarrangiato per chitarra elettrica da Carlos. Carino, ma sinceramente se volete una versione su CD di questo brano vi consiglio la bella rivisitazione che ne ha fatto Branduardi con il titolo di "Suite d'Angleterre".
Insomma, niente di nuovo sotto il sole, solo tanta voglia di suonare e di godersi il movimento incessante delle dita sul manico della chitarra.
(Danny Boodman - Aprile 2009)

Voto: 6


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