CADAVERIC CREMATORIUM
Grindpeace

Etichetta: Punishment 18 Records
Anno: 2009
Durata: 42 min
Genere: grind/death metal


I Cadaveric Crematorium sono un nome ben conosciuto da chiunque ami l'underground, e certamente si tratta di una delle realtà più interessanti della scena estrema nazionale. Provengono da Brescia, dove si sono formati nel 1997. Nel corso degli anni hanno pubblicato diversi lavori, a fianco di un'attività live incredibilmente intensa. Hanno esordito col demo "Cadaveric Crematorium" nel 1999, per poi realizzare nel 2001 l'album d'esordio "Cry Now Motherfucker". Nel 2004 è stata la volta dell'EP (mezzo live) "Pathologist Instability", e nel 2005 il gruppo ha dato vita al suo secondo full-length, il programmatico "Serial Grinder".
"Grindpeace" segna il ritorno dei nostri su album, grazie all'interessamento ed alla produzione della Punishment 18 Records. In copertina appare la figura di un uomo incatenato per le gambe e le braccia ad un pavimento, ormai morto e consunto. Il viso urlante indica come l'individuo abbia subito le torture più tremende, o le privazioni più estreme. Le dodici facciate del bellissimo libretto contengono tutti i testi, carchi di ironia ed umorismo nero, le foto dei musicisti, i ringraziamenti e le informazioni relative alla registrazione.
La formazione che ha realizzato il CD vede Dr. alla voce, PR Jad e Willi alle chitarre, Necrom al basso e Parla alla batteria. Il disco è stato realizzato presso lo studio Solid Groove sotto la supervisione di Alessandro Del Vecchio.
Dopo una breve introduzione, ecco partire "Necropolis (Pt.I - Living In A Fish Bowl)": si tratta di un'opener violentissima, tecnica e ben strutturata. Il riffing delle chitarre è serratissimo, con una sezione ritmica attenta e precisa in ogni istante. La bellezza di questa composizione sta nell'arrangiamento variegato, mutevole, capace di passare da assalti totalmente brutali e brevi sezioni più morbide ed evocative. I musicisti sono tutti estremamente preparati; il cantante è devastante sia qualora utilizzi il gutturale, sia quando si esibisce in urla acute. Ne mancano brevi sezioni melodiche, dove le chitarre creano armonie oscure, nella più pura tradizione del death metal.
"Quad Damage" continua sulla falsariga della precedente, sebbene sia in qualche modo meno schizzata e più lineare. L'intero brano è contraddistinto da una sensazione di inquietudine costante, sia che il ritmo sia lento, sia che si faccia vorticoso come un tornado. I Cadaveric Crematorium sono tremendamente minacciosi, e "Quad Damage" è un vero e proprio assalto, un brano battagliero, ideale per sottolineare uno scontro all'ultimo sangue. D'altro canto, la lettera "Q" di "Quad Damage" è stata disegnata come se fosse il simbolo del videogioco "Quake": non deve stupire quindi se questo brano riesca ad evocare scenari di sterminio e di lotta per la sopravvivenza.
La voce di un tenore (a cura di Necrom) introduce "Nessun Muoia". Un occhiolino scherzoso per tutti quegli ascoltatori stranieri che legano il nostro paese, e giustamente anche, al melodramma, eheh. Ad esso vengono contrapposti sfuriate brutali, e addirittura un fiero coro ad opera dei musicisti stessi. La canzone è molto dinamica, ed il finale fa sorridere perchè cita quella famosissimodell'aria "Nessun Dorma" della "Turandot" di Puccini, con tanto di risata teatrale da parte del tenore (oddio, tenore più o meno) ed un bel rutto sarcastico a chiudere il tutto.
"B.B.Q." ci riporta in carreggiata, trasporandoci nei territori del brutal death più grindoso (scusate la definizione, scarsetta, ma spero che renda l'idea). Ancora una volta, il gruppo mette in mostra un dinamismo davvero eccezionale, con i vari cambi di tempo perfetti nel loro succedersi, ed un songwriting estremamente naturale. Le canzoni non soffrono mai di forzature, ed il classico umorismo dei nostri è presente nell'intermezzo rock'n'roll, seguito da un altro intermezzo romantico a cura delle chitarre acustiche. L'attitudine goliardica dei nostri non fa però passare in secondo piano la cura certosina nella realizzazione della canzone, sempre perfetta dal punto di vista tecnico e con un arrangiamento perfetto. Si segnalano poi le backing vocals di Parla. Tra l'altro, la qualità di registrazione non è super pompata, ma è funzionale al genere proposto dai nostri, ed il risultato complessivo è soddisfacente.
"Big Show" parte come se fosse un normale brano di death metal melodico, ma per fortuna si apre all'ennesima accelerazione devastante dei nostri, che fanno riprendere quota al tutto. Ho scritto "per fortuna" perchè di gruppi death melodici ne abbiamo fin troppi, e sarebbe assurdo se anche i Cadaveric Crematorium si facessero attirare dal genere. Cattivi e rabbiosi, i nostri danno vita ad una canzone interessante, forse più "catchy" del consueto.
Sicuramente, il disco contiene episodi più interessanti. Ad esempio "Matando El Torero", che con le sue sole battute iniziali si mangia "Big Show" da capo a piedi. Death/grind iperveloce e dall'esecuzione ardua, caratterizzato da un riffing nervoso e serrato, dai soliti vocalizzi distruttivi del cantante, da un basso schizofrenico e da una batteria che non concede tregue. Insomma, una grande prova di abilità esecutiva ed aggressività, che conferma la crescita costante del gruppo bresciano, e l'immenso talento dei suoi musicisti. Come al solito, l'arrangiamento è di qualità ed emozionante. Ah, è presente un intermezzo spagnoleggiante con tanto di flamenco: quasi una parodia degli Impureza. Bravissimi.
"The Butcher? Chapter I" ci trascina nelle lande del brutal più marcio e sanguinoso, con un sound oscuro ma, questa volta, piuttosto tradizionale. Per fortuna il quintetto rende il tutto più apprezzabile grazie al buon tasso tecnico, più presente invero nelle coloriture che nei riff principali, che sono anzi piuttosto lineari e semplici, così come il ritmo. Una canzone piuttosto nella norma, ma carina. E' difficile che i Cadaveric Crematorium scrivano un pezzo obiettivamente brutto.
Segue la cover "Non Piangere (Don't Cry)", dove sugli arpeggi della "Don't Cry" più famosa si sentono solo pianti e lamenti, a cui segue una violentissima sfuriata, sulla quale il cantante biasima una certa "troia", urlandole di finirla di piangere. Dissacrante e divertente.
"Human Butcher & The Living Dead - Chapter II" è una nuova prova di carattere e talento, stuzzicante e negativa. Grande concitazione esecutiva, qualità tecnica elevata, più la consueta duttilità, che rende il quintetto in grado di mescolare il loro stile, estremo, con richiami ad altri generi, che durano alle volte solo lo spazio di una battuta, o meno. Ma, e lo ripeto, non c'è stacco, non c'è variazione che non risulti coerente, o comunque stridente, col resto della composizione. Il gruppo è maturo, ed è francamente di livello internazionale.
"Rutta Che Ti Passa" è un breve brano violentissimo, nel quale al posto di un testo e di un gutturale, si sentono solo dei rutti fragorosi.
"Underground: Benighted And Mocked" è aperto da riff lenti, sulfurei e minacciosi. Poi la canzone parte con un'incedere da cavalcata brutal. Musica violenta ed apocalittica, che non lascia scampo, e penetra come lava nelle vene dell'ascoltatore. Non c'è un riff che non sia di buona fattura, ed anche se spesso il gruppo si dimostra derivativo, o comunque legato alla tradizione del genere, al tempo stesso dà vita a canzoni di alto livello. Per questo motivo, anche "Underground: Benighted And Mocked" è tutto un susseguirsi di emozioni.
Eccoci ora arrivati alla title-track. Come potrebbe essere una canzone intitolata "Grindpeace"? Beh sicuramente estrema e arrembante, snellita grazie a riff semplici e diretti. La colonna sonora per un pogo sanguinoso. Ed è l'ennesima grande prova di un gruppo capace di dar vita ad un album divertente, vario e al tempo stesso forte di un suono personale e ricco. Comunque sia, anche in questo caso, il concetto di semplicità è sempre relativo. Il gruppo è molto sicuro di sè, e proprio per questo fa passare come facili anche le cose più difficili.
"Grindpeace" è sicuramente un ottimo disco, che fa bene alla scena estrema italiana. Credo che da anni la scena death metal italiana - in generale, e quindi intendendo con essa anche i gruppi brutal, grind, gore e così via- stia crescendo sempre di più, a livello di tecnica e qualità dei lavori. Ormai le nostre band, alcune nostre band, non possono temere confronti con i gruppi provenienti dagli altri paesi. I Cadaveric Crematorium sono uno tra gli esempi migliori. Occorre quindi credere in questi gruppi, così come ha fatto la Punishment 18 Records, pur sapendo che questo genere non si accoppia felicemente con le vendite, soprattutto in Italia. Bisogna però vantarsi di avere gruppi così, e promuoverli all'estero. Perchè per quanto controversi possano essere certi stili musicali, si tratta sempre di arte. E limitare l'arte per via di un mancato riscontro economico, è una bestemmia. Confido che i Cadaveric Crematorium ci possano regalare ancora grande musica per gli anni a venire, e che l'esempio della Punishment 18 possa essere raccolto anche da etichette più grosse, pronte a distribuire e promuovere questi gioielli in Italia ed all'estero.
Grandi Cadaveric Crematorium, continuate così!
(Hellvis - Giugno 2009)

Voto: 8


Contatti:
Mail Cadaveric Crematorium: info@cadaveric.it
Sito Cadaveric Crematorium: http://www.cadaveric.it/

Sito Punishment 18 Records: http://www.punishment18records.com/