BLOT MINE
Ashcloud
Etichetta: Metal Fortress Entertainment
Anno: 2005
Durata: 41 min
Genere: black metal
Blot Mine è il nome di un progetto musicale che ha visto la luce nel
1995. Sin dal suo esordio, questo gruppo ha raggiunto uno status di
culto. La formazione che ha inciso il demo d'esordio "Kill For Inner
Peace" (1996) consisteva in Thunaraz (chitarra), Thorn (basso) e
Zathanel (batteria). Tutti e tre suonano o hanno suonato nei Setherial
(il batterista fa anche parte dei Sorhin). Al microfono, Steril Vwreede
(poi anche nei Projekt Hat). Nel settembre del 1997, il secondo
chitarrista Athel W. ha allargato la formazione a cinque elementi. Con
la nuova line-up, i Blot Mine hanno registrato l'album di esordio
"Porphyrogenesis" nel 1998.
A tanti anni di distanza, i Blot Mine sono ritornati. Sebbene
questo progetto sia rimasto fermo, a causa dei molti impegni dei
musicisti, non è certo stato dimenticato "Ashcloud" pone la parola fine
a questa lunga attesa!
In copertina campeggia la fotografia dello spazio cosmico, con molte
luminosità sfocate (non saprei definirle meglio!) in primo piano. Il
libretto, di dodici pagine, contiene tutti i testi più delle
riflessioni relative al concept dell'album.
La partenza di "Dead Centre" travolge tutto ciò che trova davanti a sé.
Il muro sonoro dei Blot Mine si abbatte contro l'ascoltatore,
lasciandolo senza fiato! Le prime due strofe sono estremamente
violente: le successioni armoniche inquietanti ed il blastbeat
velocissimo, portano alla mente i gruppi più noti del black metal
svedese (Dark Funeral, Marduk e compagnia bella). L'esecuzione è molto
precisa e potente, ed il tutto è messo in risalto dalla solita ottima
produzione di Peter Tägtgren. Nonostante la furia dell'assalto venga un
po' mitigata nel corso della canzone, potenza e velocità rimangono
comunque molto elevate. L'elemento melodico è onnipresente, sebbene sia
soltanto suggerito dalle già citate successioni armoniche. La struttura
del brano è relativamente semplice, ed è un bene che sia così: vengono
evitate le lungaggini e le perdite di tempo. Il songwriting è molto
accurato; l'ispirazione è "educata" da un gusto intelligente per la
misura: tutto questo è sintomo di maturità e di esperienza. Le
sensazioni evocate dalla musica sono negative e violente.
Anche "Evil Intent" parte ai mille all'ora, ma il ritmo tellurico
viene presto imbrigliato da alcuni riff di ottima fattura. La traccia
si assesta su coordinate non dissimili da quelle del brano di apertura.
La successioni armoniche sono sempre oscure ed il loro sudario è retto
da un'infaticabile sezione ritmica. I suoni sono pieni e vigorosi, così
come le urla del bravo Steril. La conclusione del brano è sfumata,
scelta che non condivido appieno.
Vorrei precisare una cosa: "Ashcloud" è un album che richiede un
ascolto attento per essere apprezzato al meglio. La prima volta che
l'ho inserito nel lettore, tenendo la musica come sottofondo
(nonostante il volume fosse alto), non mi aveva impressionato più di
tanto. Mi sembrava il classico prodotto di black svedese. Beh, in parte
è di questo che si tratta ma, ascoltandolo più attentamente, mi sono
reso conto che sarebbe stato un errore liquidarlo in tale maniera. Le
composizioni dei Blot Mine sono infatti valide e formalmente
ineccepibili. C'è chi potrebbe disquisire sull'originalità, chi invece
potrebbe puntare il dito sulla velocità eccessiva a copertura di una
carenza d'ispirazione: discorsi superflui. Questa è la proposta
musicale dei Blot Mine, ed è indirizzata ad un particolare tipo di
pubblico, non ad una vasta platea. In più, il gruppo svedese ha dato
un'importanza fondamentale ai testi. Ascoltare "Ashcloud", o qualunque
altro lavoro della band, senza leggerne i testi, significa comprenderlo
solo a metà. I Blot Mine non sono la solita black metal band.
Le battute iniziali di "Right Of Way" sono parecchio evocative; le
note delle chitarre sono accompagnate da una tastiera (suonata
dall'ospite Kay Backlund). L'effetto è sorprendente: dopo la violenza
esasperata delle due tracce precedenti, fa specie una partenza così
lenta ed atmosferica. Il ritmo non cambia quando i Blot Mine cominciano
a suonare al gran completo. Steril si dimostra a suo agio anche in
questo contesto più rilassato, e la sua voce viene a volte lievemente
distorta. L'utilizzo di questo effetto, unito alla presenza costante
delle tastiere, contribuisce a dare un tocco "spaziale" alla musica. A
parte lo stupore iniziale, "Right Of Way" non riserva ulteriori
sorprese. E' abbastanza lineare, a tratti sinfonica. Insomma,
rappresenta il volto meno estremo del quintetto.
"Luminous Bodies" è un ritorno alla furia dei brani iniziali. Come
in precedenza, le successioni armoniche si susseguono senza posa su un
tappeto ritmico incontenibile. Niente di nuovo, quindi? All'apparenza!
Questa canzone spicca su tutte le altre per la bellezza della sua
melodia! In questo caso, il mio ruolo di critico è ingrato: non ci sono
parole per descrivere una melodia! Dovreste ascoltare. In caso vi
fidaste del mio gusto e della mia parola, comunque, sappiate che
"Luminous Bodies" è una canzone bellissima!
Ecco ora la title-track. Molto potente, non è certo "Ashcloud" a
risparmiarsi in velocità. Il ritmo però sembra essere stranamente
"nervoso". La canzone non riesce mai a liberarsi veramente in
blastbeat: gli stacchi frequenti ne frenano la corsa! Lo stesso riffing
è più scandito e vario. La struttura della traccia è relativamente
complessa, ricca di cambi di tempo e di melodia. I musicisti fanno
sfoggio di una tecnica sicura. Tutte queste peculiarità rendono la
title-track un episodio curioso, come se i Blot Mine avessero aperto il
loro stile a nuove suggestioni.
"Gynocide" è invece più legata ai canoni del quintetto. E' quasi
superfluo tentare di descrivere una composizione che, in fondo,
ripropone la stessa formula delle precedenti. Questo non deve essere
visto come un difetto, o almeno non nel senso assoluto del termine.
Come ho precisato prima, il songwriting di questi svedesi è di qualità.
Ragion per cui, "Gynocide" risulta essere una canzone solida e
trascinante, cattiva e grintosa.
"Where Space And Time Collide" è sostenuta da una melodia tipicamente
black, tradizionale, assestata su una ritmica decisa ma non veloce.
Ovviamente, frenare l'istinto nel black metal sarebbe un delitto: ecco
che quindi, passata questa sezione, i Blot Mine si lanciano
nell'ennesimo vortice sonoro! Siamo alla settima traccia, e questa
furia non annoia! Anzi, colpisce duro. Ed in più, riesce ad intrigare
l'ascoltatore perché c'è sempre qualche particolare che mantiene
sveglia l'attenzione. Sì, a volte si ha l'idea che i Blot Mine
potrebbero fare di più, ma già così si possono notare un bel po' di
accorgimenti arguti e stuzzicanti.
"Bolted Down (And Dying)" è una lenta outro strumentale, suonata dal
gruppo al gran completo, dall'incedere suicida. Otto minuti di incubo,
ripetitivo allo spasimo.
"Ashcloud" è un album solido, che funziona dalla prima all'ultima
canzone. Per gli amanti del black metal svedese, l'acquisto è
d'obbligo. Per tutti gli altri, credo che un'ascoltata non possa
guastare. Non si tratta di un capolavoro, ma è un frutto onesto della
passione e dell'esperienza di tanti bravi musicisti. E, soprattutto, le
canzoni sono tutte belle. In caso foste interessati al suo acquisto, i
prezzi indicati dalla Metal Fortress sono di 7 Euro o 8 $, spese di
spedizioni escluse.
(Hellvis - Ottobre 2005)
Voto: 8
Contatti:
Blot Mine
c/o D. Edström
Korstavägen 13
S-856 32 Sundvall
SWEDEN
Mail Blot Mine: blot@passagen.se
Sito Blot Mine: http://www.blotmine.com/
Sito Metal Fortress Entertainment: http://www.metalfortress.com/