BLOODY HERALD
Like A Bloody Herald Remains
Etichetta: My Graveyard Productions
Anno: 2006
Durata: 51 min
Genere: heavy epic
Grande passo per questi giovani ragazzi che arrivano a siglare un
contratto con la My Graveyard Productions dopo un solo demo alle
spalle; un motivo in fondo ci sarà se qualcuno ha deciso di puntare su
di loro, non credete? Il CD nella sua complessità, è vero che subisce
alcuni cali e non si giova di una produzione eccezionale, si veda in
incipit la cassa della batteria che avrei apprezzato più piena e le
chitarre ritmiche un po' più sature di distorsione, ma a parte questo
(piccoli angoli da smussare con il tempo) il CD si fa ascoltare che è
una meraviglia, se vorreste dare una possibilità alla band.
Lugubre e onirica parte "Blood Of A Child", una ottima opener che
mette subito le carte in tavolo su quanto il gruppo sia ancorato ad un
heavy di vecchia maniera con spunti dark (si vedano le atmosfere
rarefatte e rallentate).
Poco dopo lo scossone iniziale irrompiamo con l'up-tempo della seguente
"Ashes", in un pezzo molto vicino ai Death SS degli anni ottanta,
soprattutto per alcune inflessioni di pronuncia del cantante e le belle
melodie che doppiano la voce sofferta nella parte conclusiva. La band è
abbastanza personale e a parte qualche somiglianza qua e là a band
blasonate, il lavoro trasuda di idee originali e personali, cosa ben
accetta per il sottoscritto. Purtroppo il piccolo difetto della low
production sulla batteria si fa sentire; a volte quasi passa
inosservato, a volte invece no, chiaro esempio è l'intro della terza
traccia "Demons Of A Sand".
Potrete convenire con me ad ascolto avvenuto come la batteria,
purtroppo, sia "sotto" i riff di chitarra e molto lontana, cosa che
risulta troppo negativa, se a fare la voce grossa nell'intro composto
da rullate e stacchi dovrebbe essere lo strumento imputato.
Dimenticandoci questa inezia, in breve tempo la song non potrà che
appassionarvi soprattutto nel ritornello e nei refrain delle chitarre
che "girano" sotto a quest'ultimo che è una meraviglia. I classici
"Hooo Hoo Hoo", geniali nella loro semplicità e la parte centrale
sussurrata che smorza le atmosfere, per poi ricrescere, come deve
essere fatto, fanno di questa track la mia preferita del lavoro.
Accade spesso che si passi dalle stelle alle stalle in poco tempo
e questo non risparmia neanche i nostri cari Bloody Herald; la
successiva "Pyromaniac", una song atipica, veloce e punkettona (??),
con un cantato privo di melodia e caratterizzato da accenti uguali a
quelli delle chitarre con tanti "scream" black e urli vari, mi
dispiace... ma questo è veramente il punto più basso del lavoro:
confusione e "convulsione" allo stato puro. Gran brutta macchia!
La lunga e oscura "Forest" è un po' un esperimento rischioso ma
che personalmente ho apprezzato. Quasi sette minuti di arpeggi lenti e
lugubri con una voce ispirata creano atmosfere sulfuree e rilassate,
che rallentano il lavoro è vero ma lo contraddistinguono pure. Una
canzone non per tutti secondo me; peccato che non abbia i testi per
sapere di cosa parli la song.
"Silence", dall'intro in scia della precente, si apre a soluzioni molto
speed che non disdegno ma che secondo me sono un po' troppo fuori
rispetto a quanto detto finora. Cosa pensereste se gli Iron Maiden
ficcassero in un loro CD una canzone sul con soluzioni death e alcuni
growl? Sarebbe strano per quanto bella possa essere la canzone. Ecco,
la stessa impressione mi ha dato questo pezzo.
Abbandonati gli esperimenti della parte centrale del disco
arriviamo alla tripletta finale composta da canzoni belle, ritmate e
soprattutto in stile con quanto detto nella parte iniziale del CD.
"Fearbringer", dal riff tutto tondo della strofa e dal ritornello molto
catchy, fanno del pezzo uno dei cavalli di battaglia della band. Non
oso immaginare i super cori nelle serate live del ritornello, molto
"true metal" in tre parole: Iron Maiden docet. "Like A Bloody Herald
Remains" non teme affatto la sua precedente e pur vomitandoci addosso
delle screaming vocals, che non ho troppo apprezzato, la canzone ha nel
suo refrain iniziale qualcosa di veramente trascinante. Un riff
grandioso da headbanging sfrenato scandisce la strofa per poi sfociare
in un altrettanto ispirato ritornello. Evviva il metallo pesante,
evviva i Bloody Herald che non inventano nulla di nuovo ma quello che
fanno lo fanno veramente bene, evviva la title track!
Arriviamo così alla fine di questo interessante CD d'esordio con
"Metamorphosis", conclusiva song della tripletta delle meraviglie che
fila via che è una meraviglia tra riff liquidi e scuotiossa, sfuriate
di batteria ora sincopate ora dirette e marziali e un cantato sempre
ispirato e personale.
Se non fosse per la caduta nella parte centrale molto sottotono
rispetto all'inizio saremmo di fronte ad un lavoro grandioso. Insomma
quel che credo è che se avessero rinunciato alle tre canzoni centrali e
avessero puntato su una produzione migliore e più professionale, ora
saremmo di fronte ad una grande band italiana, pronta a schierarsi
nelle file dei defender... altro che Domine.
La band potrà fare grandi cose in futuro ne sono convinto, appena
riusciranno a registrare in uno studio che potrà valorizzare
maggiormente le loro canzoni con suoni all'altezza.
Come inizio non c'è male e non è poco, ve lo assicuro..
(Hellcat - Settembre 2006)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Bloody Herald: bloodyherald@hotmail.com
Sito Bloody Herald: http://www.bloodyherald.com/
Sito My Graveyard Productions: http://www.mygraveyardproductions.com/