BLIND GUARDIAN
Tokio Tales
Etichetta: Virgin / EMI
Anno: 1993 (recensita la ristampa rimasterizzata del 2007)
Durata: 72 min
Genere: power-speed tedesco, epic/heavy metal
Solitamente si parla dei primi anni novanta come del periodo peggiore
per quanto riguarda l'heavy metal, soppiantato dal grunge (sic!) e da
altri generi musicali sterili ed effimeri. Io sinceramente non mi sono
mai trovato d'accordo con queste affermazioni per tutta una serie di
motivi. Io penso che il '91/92 e seguenti siano stati anni altamente
creativi per la musica (quantomeno vicina al) metal in generale, dalla
contaminazioni tra metal e altri generi a molte uscite della Sub Pop,
dall'esplosione del prog metal all'evoluzione di certo death metal. Di
certo l'uscita di tanti bellissimi dischi magari non metal tout-court
non era sinonimo di assenza di bei dischi heavy-metal; non veniva però
data loro la giusta visibilità anche dalle riviste di settore. Comprare
una rivista "metal" e leggere articoli solo su Nirvana, Soundgarden,
Red Hot Chili Peppers, Primus era frustrante, per gli amanti di
sonorità più classiche. Il problema infatti non era se e quanto fossero
belli gli album di Mudhoney e Temple Of The Dog, il discorso era:
perché Riot e Rage, per fare due esempi a caso, non trovano spazio
neppure nelle recensioni (o si lascia loro una misera mezza pagina
nelle interviste)? E badate bene, non si parla da un punto di vista
qualitativo... infatti diversi dischi usciti in quegli anni sono
sicuramente annoverabili tra quanto di meglio il metal ha saputo
offrire - quantomeno - negli anni '90. Penso a "Symbol Of Salvation"
degli Armored Saint, ad esempio. E penso anche ai tedeschi Blind
Guardian, autori tra l'88 a la fine del '92 di ben quattro dischi.
I Blind Guardian furono letteralmente lanciati i Italia dalla
rivista Flash e in particolare dal suo boss Klaus Byron. A quel tempo
Flash era il miglior rifugio per gli appassionati di heavy metal e
affini, veniva trattato di tutto, dalle sperimentazioni, al crossover,
al punk hardcore, al black... all'heavy metal. E quelle pagine dedicate
ai Defenders erano una autentica manna dal cielo per chi era sempre
alla ricerca di gruppi "nuovi" ma fedeli in qualche modo agli anni
ottanta.
Dopo tre album il Guardiano Cieco firmò per la Virgin che lanciò
in pompa magna "Somewhere Far Beyond"... era la fine del 1992. Il
disco, a mio parere il migliore della loro discografia, era un
autentico inno all'heavy metal, un disco dove convivevano benissimo
ritmiche power speed e atmosfere epicheggianti, che davano vita a
canzoni veramente avvincenti.
Conobbi i Blind Guardian con "Follow The Blind", discreto album
dove la componente epica era ridotta al minimo in favore di assalti
furiosi in puro speed-power tedesco, più vicini a certo thrash che
all'heavy metal classico. Dopo il validissimo "Tales From The Twilight
World" fu la volta appunto di "Somewhere Far Beyond", che riscosse un
incredibile successo sia in Europa che in Giappone, dove finì
addirittura al primo posto nelle classifiche. Logica fu quindi la mossa
dei quattro tedeschi (Hansi Kursh-basso/voce, Marcus Siepen e Andre
Olbrich - chitarre, Thomas Stauch - batteria) di andare nella terra del
Sol Levante per registrare il loro primo disco live.
"Tokyo Tales" uscì nel 1993 ed ottenne un buon successo, contribuendo a
lanciare ancor di più il nome dei Blind Guardian. Oggi sono spesso
citati tra i gruppi "storici", ma prima dell'uscita di "Somewhere Far
Beyond" e di questo live erano in pochi a conoscerli, credetemi...
Ma veniamo al disco... Ho tra le mani un CD che contiene 13 brani,
uno in più rispetto alla prima versione, la piacevole "Lord Of The
Rings". Che dire... a me il disco piace, seppur a piccole dosi. Non
sono un grande amante dei dischi dal vivo, o meglio... ben venga "Made
In Japan" o dischi concepiti con quello spirito... Dagli anni '80 in
poi l'etichetta live è quasi sempre stata un palliativo per fare un
best-of con il rumore del pubblico di sottofondo: esecuzioni pressoché
identiche alle originali (e non sarà un inizio modificato o un riff
suonato a 10 bpm in più a rendere impedibile un disco...), sensazione
di "finto" che si assapora più volte (il pubblico che improvvisamente
si alza di volume, ecc.), errori corretti in maniera spesso evidente...
Onestamente questo "Tokyo Tales" non fa eccezione in questo senso. Però
c'è da dire che i classici del gruppo sono snocciolati con esecuzioni
senza respiro, con il buon Stauch che raramente cala di intensità o
velocità, ed è così un piacere sentire la carica sprigionata da
autentiche mazzate quali "Banish from Sanctuary", "Traveler In Time",
"Valhalla", "Lost In The Twiligt Hall"o "Majesty" presa direttamente
dall'esordio "Battallions Of Fear"; quest'ultima, nonostante i quasi
otto minuti di durata, rende veramente bene in sede live, grazie a un
chorus assai adatto e a vari interventi chitarristici di stampo
maideniano,
Stupenda ovviamente "Time What In Time", che parte direttamente dal
riff veloce. Sicuramente uno dei migliori brani del repertorio del
gruppo tedesco, ottimi il ritornello, le ritmiche e gli interventi
solistici della coppia Olbrich/Siepen, affiatati come sempre.
Anche un brano epico e ricercato come "The Quest For Tanelorn"
sembra avere una discreta riuscita, e può avere un motivo d'interesse
nei cori cantati dal numeroso pubblico, sebbene la versione in studio
sia impareggiabile.
Ritmiche ferratissime, doppia cassa profusa a iosa e un Hansi Kush
che maschera bene i suoi evidenti limiti di tenuta. La voce di Hansi è
in effetti di quelle che spesso dividono nettamente il pubblico tra chi
lo adora e chi lo odia. A me come timbro non dispiacerebbe neppure,
però lo trovo adatto alle partiture veloci dei primi album; nei pezzi
più melodici ed epici infatti si è sempre fatto sostenere da imponenti
cori, a volte gradevoli ma a volte eccessivi nell'economia delle
composizioni (e penso soprattutto alla fase successiva della carriera
del quartetto).
Spesso i Blind Guardian vengono definiti power metal e potrebbe
andare anche bene se pensiamo al power tedesco, ossia quella miscela di
heavy/speed con ritmiche tendenti spesso al thrash. Chi si aspetta il
power melodico degli ultimi dieci anni potrebbe rimanere deluso dai
riff velocissimi ed assassini proposti dai Blind Guardian, che ben poco
spazio lascia(va)no alla melodia di facile presa.
Un'ora e dieci di assalto metallico con poche variazioni sul tema,
con tutti i pregi e difetti del genere; in tal senso c'è da dire che
raramente si esce dallo schema riff-partenza a rotta di collo-chorus, e in settantadue minuti questo può risultare un limite.
In conclusione, personalmente preferisco i dischi in studio, a partire
dal capolavoro "Somewhere Far Beyond". Certo che "Tokyo tales" si trova
nei negozi a 5 euro e a questo prezzo diventa assai appetibile per gli
amanti di certe sonorità. Una fotografia non troppo ritoccata di un
gruppo nel suo periodo migliore.
(Linho - Gennaio 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Sito internet: http://www.blind-guardian.com/