BLASPHEMY
The Revenge Of The Beast
Etichetta: Melomaniac Metalmedia Records
Anno: 2002
Durata: 34 min
Genere: thrash/death metal
Questo quartetto proviene dal Venezuela e con "The Revenge Of The
Beast" è presumibilmente giunto al traguardo del primo full-length.
Purtroppo il promo mi è stato recapitato senza biografia e il sito del
gruppo non funzionava quando ho provato ad accedervi, per cui non so
dirvi molto a riguardo. Il chitarrista Antonio Rodriguez, comunque, è
in forza anche agli Slow Death, dei quali trovate la recensione del
loro primo album.
Una domanda sorge subito spontanea: ma lo sanno, questi ragazzi, dell'esistenza dei Blasphemy canadesi?
Sorvolando sulla questione del monicker, andiamo ad analizzare
quello che hanno da proporci: almeno non si tratta di black/grind,
hehe. "The Revenge Of The Beast" si presenta invece come un album
puramente speed/thrash, accattivante, graffiante, aggressivo e
sanguigno come da copione. L'ispirazione dei Blasphemy trae origine
ovviamente dal metal anni '80. L'unico elemento che può far pensare ad
un gruppo dei giorni nostri è la voce, uno screaming marcio e abrasivo,
che ogni tanto sconfina in un cantato quasi growl. Per il resto abbiamo
il solito sano, vecchio thrash, fatto di ritmiche dinamiche e
accattivanti, infarcito di assoli e suonato con grinta e schiettezza.
Tutto qua? Beh, non esattamente. Dalle prime due canzoni, che per la
cronaca si intitolano "Metal Rules" e "Disposable Cares", sembrerebbe
proprio così, mentre già con la title-track cambiano alcune coordinate:
la batteria si fa più sostenuta, i riff più secchi e incisivi...
insomma, siamo decisamente più vicini al death! Ovviamente si tratta di
death di vecchia scuola, grezzo, scarno e diretto. Non sono solo
Testament e Slayer, dunque, i gruppi prediletti dei Blasphemy, ma anche
Sepultura, Aura Noir e così via. Purtroppo si palesano subito i limiti
della band, che pecca spesso in ingenuità, proponendo canzoni
banalotte. Il loro stile risulta troppo derivativo e talvolta i nostri
non si limitano a copiare, ma lo fanno pure male! Non tutto però è da
buttare, dal momento che l'attitudine è quella giusta e supplisce ad
alcune lacune. Questi ragazzi sembrano convinti di quello che fanno,
per cui forse bisogna solo dar loro del tempo per migliorare. Con la
cover di "Black Magic" (indovinate di chi?), urlata con una voce a metà
tra scream e growl, i Blasphemy ribadiscono quali siano le loro
principali fonti di ispirazione. La prestazione è decisamente migliore
e il risultato senza dubbio non tradisce le aspettative. C'è spazio
ancora per "Mental Apocalypse" e "The Prophecy", registrate nel luglio
del 2000, nelle quali l'inclinazione thrash prende nuovamente il
sopravvento, fondendosi comunque con il lato death del gruppo in alcune
circostanze.
"The Revenge Of The Beast" lascia trasparire soprattutto la
volontà del gruppo di riscoprire sonorità datate ma che riescono ancora
a far male. Purtroppo i loro intenti si infrangono contro la realtà dai
fatti: l'album non regala alcun momento particolarmente interessante e,
per quanto non voglia assolutamente essere innovativo, è fin troppo
scontato in certe occasioni. Le canzoni thrash sono abbastanza
riuscite, anche se potrebbero essere snellite un po', limitando le
parti cantate, che al momento sono eccessive, mentre su quelle death
c'è ancora un po' da lavorare. Innanzitutto consiglierei al gruppo di
concentrarsi maggiormente sugli assoli, dal momento che certi sono
insensati (vedasi "Dark Litanies"). Se non altro, la preparazione
tecnica dei musicisti è adeguata, ma questo è uno dei pochi punti a
loro favore.
La registrazione, ad opera della band stessa, è in linea con i
contenuti musicali: grezza e un po' sbilanciata, con le chitarre
ritmiche troppo zanzarose e lontane, ma almeno non confusa.
(BRN - Gennaio 2006)
Voto: 5
Contatti:
Mail Blasphemy: bandablasphemy@hotmail.com
Sito Blasphemy: http://www.geocities.com/blasphemyband/
Sito Melomaniac Metalmedia Records: http://www.pagina.de/melomaniac