BLACK DEAL
Escape

Etichetta: New LM Records / Andromeda Relix
Anno: 2009
Durata: --
Genere: heavy metal


L'etichetta veronese Andromeda Relix, nata inizialmente come costola dell'ottima fanzine Andromeda, si è orientata negli anni sia verso nuove produzioni che verso mirati ripescaggi. Anche se i risultati non sono stati sempre eclatanti dobbiamo riconoscere una certa coerenza e un vero interesse verso formazioni per certi aspetti "nascoste" o comunque non proprio sulla bocca di tutti.
Gli Arpia, usciti in coproduzione con la Lizard, sono una realtà unica nel panorama italiano, i Dark Quarterer non erano certo "famosi" come oggi quando uscì "Violence" e gente come Bullfrog, Odessa e Paul Chain non è considerabile di secondo piano, da un punto di vista qualitativo.
Sulle ristampe/ripescaggi il discorso è simile, basti ricordare scelte abbastanza coraggiose come la riesumazione dell'inedito "Living Mask" dei Black Hole (e sono già passati dieci anni...), formazione dalla proposta decisamente estrema, o dischi validissimi come "The Last Dawn" degli sfortunati Zephyr o "Like A Hurricane" dei Rex Inferi, ad esempio.

Il disco dei Black Deal, che esce in coproduzione con la New LM Records (che negli ultimi anni ha rilasciato tantissimi album, alcuni di buon valore) non è che l'opera omnia della sfortunata band torinese, che visse momenti di gloria locale nella parte centrale degli anni '80.
Nacquero all'interno del carcere minorile di Torino grazie all'incotro tra il bassista Michele Nalino e il chitarrista (e inizialmente anche cantante) Cristian Zanirato; dietro le pelli siedeva "l'esterno" Massimo Cavagliato, batterista anche dgli Zauber, piuttosto noti in ambienti prog. Dopo un periodo di assidue prove i nostri inziarno ad esibirsi dal vivo, soprattutto nella loro zona. Successivamente assunsero un cantante di ruolo, Marco Bragadin, e inziarono a girare l'Italia per proporre la loro musica. Il gruppo poi si sciolglierà a fine 1986 per cause diverse, come spesso accade.

Quel che rimane è questo CD, "Escape". Dieci canzoni, risultato di due sessioni di registrazione. I primi tre brani facevano parte del primo demo-tape, ed erano appunto opera di una formazione a tre, con l'ausilio del fratello di Massimo nonchè fondatore degli Zauber Mauro Cavagliato alle tastiere. I restanti sono inediti, registrati in presa diretta in sala prove nel giugno 1986.
Il gruppo proponeva un heavy metal molto vicino alla NWOBHM, sopratutto nei primi brani.
L'iniziale "Black Deal", strumentale, ripropone infatti in maniera abbastanza fedele sonorità molto care agli Iron Maiden e mostra un certo talento o comunque una buona facilità di scrittura.
La seguente "Life" ricorda invece i Saxon, il riff principale rimanda infatti a quello del classico "And The Bands Played On". Un brano piuttosto melodico, addolcito in certe parti dalle tastiere. Buona la costruzione, anche se la voce si rivela il vero limite.
"Nightmare" è più elaborata, con bruschi e frequenti di tempo e di atmosfera. Anche qui non possiamo che apprezzare le buone capacità compositive ed esecutive, anche se la voce risulta un corpo estraneo e quasi "aggiunto".
I restanti brani, quelli registrati nel 1986, mostrano ancora un gruppo ruspante e aggressivo, che pesca da correnti diverse del metal e del hard rock. I Black Deal ci davano dentro con ardore; buone ancora una volta alcune idee e intuizioni, il nuovo cantante è sicuramente generoso e convinto, per quanto non esente da sbavature o forzature. La registrazione è purtroppo deficitaria, e spesso i piatti coprono le chitarre facendo perdere potenza al tutto.
Alcuni riff risultano particolarmente potenti, brani come la conclusiva ed esplicita "Rock On" (buona!) sono invece hard rock tout-court.

La storia dei Black Deal non è certo di quelle a buon fine. Dopo lo scioglimento Nallino e Zanirato passeranno a miglior vita in circostanza diverse. Se oggi abbiamo questo CD tra le mani lo dobbiamo quindi a Massimo Cavagliato e a suo fratello Marco, all'epoca sempre vicino al gruppo...

Che dire... Un disco per "iniziati", un album che completerà la collezione degli appassionati di metal italiano interessati alle cose più underground e di culto. Un disco che si lascia ascoltare bene, con tutti i limiti di una produzione deficitaria (ma è anche il fascino di operazioni come questa). Un disco in piccola tiratura, presumo, dedicato solo agli appassionati di metal italiano degli anni '80. Un prodotto per chi ha a casa almeno un centinaio tra dischi e demotape di metal italiano. Chi non conosce Strana Officina, Vanadium, Sabotage, Skanners, Astaroth, Crying Steel, Hocculta, Steel Crown, Vanexa ecc. può lasciare pure perdere questo album.
Chi invece conosce bene la scena anni '80, chi leggeva HM e poi Metal Shock (e chi magari prima comperava Rockerilla e Ciao 2001 per trovare poche pagine dedicate al metallo pesante)... beh, questi potrebbero trovare più di un motivo di interesse in "Escape", collezione di canzoni di un gruppo che non ha fatto la storia del metal ma ch ben rappresenta la scena italiana del periodo, volenterosa e - a volte - creativa, ma priva di mezzi (il disco è indicato anche a tutti quei metallari torinesi che vogliano ricostruire il periodo d'oro del metal della loro città, e che non vogliano fermarsi ai nomi più noti, ma che ricordino ancora gruppi quali Allied Forces, Purple Angels, Dragon Rouge, Dreams Of Glory e così via - nd Hellvis).
(Linho - Febbraio 2010)

Voto: 6.5


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