ATMOSFEAR
Zenith

Etichetta: ProgRock Records
Anno: 2009
Durata: 72 min
Genere: progressive metal


Scusate, ho già fatto questo discorso in passato e perdonatemi se lo ripropongo: il progressive metal, secondo voi, ha ancora quella funzione che il suo nome vorrebbe far intendere? Voglio dire, 'progressive' ha in sé il concetto di progresso e se cerchiamo questa parola sul vocabolario il significato è "processo di avanzamento, di sviluppo, e specialmente di miglioramento e perfezionamento". Nel terzo album dei tedeschi Atmosfear c'è tutto questo? Assolutamente no.
"Zenith", al contrario, è la staticità fatta album: troverete in questo CD tutte le strutture preconfezionate del prog metal, riproposte senza alcun desiderio di fare uno sforzo in più. Un pout-pourri di Dream Theater, Pain Of Salvation, Shadow Gallery, Vanden Plas e via dicendo, il tutto riletto con una pesantezza compositiva da far saltare i nervi ad un monaco buddhista. Se già il lavoro manca di freschezza, infatti, il colpo di grazia viene dato dalla durata mastodontica del lavoro: 72 minuti suddivisi in cinque tracce (più intro), ovvero due pezzi da sette minuti, due da dodici abbondanti e una da ventiquattro minuti che, non contenta, comprende anche una ghost track di altri quattro minuti per una durata complessiva che sfiora la mezz'ora. Perfino la biografia della ProgRock Records sembra non sapere bene cosa dire, tant'è che alla voce 'Selling Points', dove di solito si possono inventare le cose più astruse, ci sono solo due voci, una delle quali dice semplicemente 'quasta band storicamente vende abbastanza bene e ha una larga base di fan'. Tutto qui?
Ora, va bene tutto, ci mancherebbe, c'è gente che ascolta le peggiori cose nel mondo, quindi un album di prog metal noioso ci sta, ma davvero un fan del genere dovrebbe accontentarsi di questo? Un ascoltatore che ha avuto la curiosità, in passato, di abbandonare per un attimo le classiche canzoni da 3-4 minuti, passando a qualcosa di oggettivamente più complesso ma anche più brillante e stimolante, perchè dovrebbe tornare a qualcosa che non solo non ha più quello smalto, ma in più è di una pesantezza abnorme? Io non capisco.
Giuro, mi fermerei qui, ma dato che il mio dovere di recensore è anche quello di provare a dare uno sguardo oggettivo ad un'opera, proviamo a dire con fatica qualcosa di questo lavoro che non è un disastro su tutta la linea, ma semplicemente inutile. La musica degli Atmosfear può essere sintetizzata un po' anche dal loro nome, per cui abbiamo sicuramente una componente più rarefatta e melodica, ma allo stesso tempo il tono generale ha anche qualcosa di più cupo, come l'inserimento del termine 'fear' (paura) nel nome. Le chitarre di Boris Stepanow potrebbero aiutare in un contesto del genere, ma sfortunatamente la produzione le penalizza, dando loro un taglio davvero leggero che mal si addice al riffing profondo e funziona meglio solo in fase solista ("Loss Of Hope" è un bell'esempio di tutto questo). La sezione ritmica (Burkhart Haberle al basso e Tim Schnabel alla batteria) non esagera mai con le velocità, assestandosi sempre su mid-tempo con qualche saltuaria accelerata, ma il meglio di sé la band lo dà nei passaggi più eterei, dove la chitarra e le tastiere sanno ricreare qualche bel paesaggio sonoro. Proprio le tastiere, suonate da Stephan Kruse, sono molto importanti nell'economia dell'opera, anche perchè servono davvero a dare atmosfera e profondità e indubbiamente si tratta della cosa migliore dell'intero album: tanto per farvi capire, la ghost track è un pezzo orchestrale senza chitarre, basso e batteria. Be', è la cosa più intrigante che sentirete in questi lunghissimi 72 minuti. Per concludere arriviamo alla voce di Oliver Wulff: buona, senza picchi, senza troppe cadute di tono, uguale a un milione di altre.
Niente da fare, a mio parere non ci siamo e mi spiace per la ProgRock Records che di solito questi sfondoni non li prende. Poco male, capita, soprattutto per un'etichetta così attiva e con una media qualitativa piuttosto elevata. Detto questo, davvero, rifletteteci un attimo, andate ad ascoltarvi qualcosa sul sito del gruppo e ditemi se ho torto.
(Danny Boodman - Aprile 2010)

Voto: 5.5


Contatti:
Mail Atmosfear: info@atmosfear.net
Sito Atmosfear: http://www.atmosfear.net/

Sito Progrock Records: http://www.progrockrecords.com/