ARTEFIX FRAUDIS
The Scarlet Womb

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 35 min
Genere: doom/death metal


Ecco di ritorno i lombardi Artefix Fraudis, dei quali ho recensito in passato il demo "Sinin" del 2006. Alcune notizie biografiche relative agli esordi di questo gruppo, possono essere ritrovate proprio in quella recensione, presente negli archivi di Shapeless. Reputo quindi inutile riportarle in questa sede, preferendo piuttosto concentrarmi sugli eventi successivi alla pubblicazione di "Sinin".
Nel 2007, gli Artefix Fraudis hanno pubblicato "The Unassuaged's Maze - The Rotten Re-Edition". Questo lavoro altro non è che la riproposizione del demo "The Unassuaged's Maze" del 2003, risuonato però integralmente dalla nuova formazione.
Contemporaneamente, il gruppo si stava dedicando alla stesura ed all'arrangiamento dei brani destinati al futuro album d'esordio. All'inizio del 2008, però, il cantante Matteo Galbusera ha abbandonato gli Artefix Fraudis, rimanendo comunque a disposizione del gruppo per la realizzazione del full-length. Qualche tempo dopo, anche il batterista Michele Redaelli si è defilato, ma la sua posizione è stata rilevata in tempi brevissimi da Alessio Galbiati.
"The Scarlet Womb" ha visto la luce finalmente nel gennaio del 2009. La formazione che ha inciso questo lavoro è ancora quella di "Sinin", vale a dire Matteo Galbusera alla voce, Alessandro Spitale e Fabio "Dameth" Ferrari alle chitarre, Davide Borin al basso e Michele Redaelli alla batteria. La formazione attuale invece vede Alessandro, Fabio e Davide al loro posto, Alessio Galbiati alla batteria e nessuno in veste di cantante. Infatti, gli Artefix Fraudis sono tuttora alla ricerca di un vocalist, com'è evidente tra l'altro nell'annuncio presente nel sito della band. Chiunque di voi lettori fosse interessato, può contattare gli Artefix Fraudis grazie agli indirizzi messi a disposizione dalla nostra zine.
"The Scarlet Womb" è corredato da una copertina dai colori chiari, il cui disegno rappresenta due mani messe a coppa che raccolgono un liquido rossastro sgocciolante, forse sangue. Il libretto, di otto pagine, contiene tutti i testi, pervasi da una forte malinconia. Le note relative alla registrazione, ci informano che il CD è stato inciso presso lo studio Slakeless Heart.
Che disco è questo "The Scarlet Womb"? Beh, è subito evidente che si tratti di un full-length dal minutaggio limitato, solo 35 minuti suddivisi in sette tracce. Dal punto di vista stilistico, non si notano differenze sostanziali: siamo sempre alle prese con un doom/death malinconico e gotico, ispirato alle incarnazioni più rappresentative del genere durante i primi anni '90. Vale a dire Paradise Lost, My Dying Bride, Anathema e Katatonia. Di quei gruppi e di quel periodo, gli Artefix Fraudis ne riprendono le sonorità, le estetiche e l'attitudine. E certamente le canzoni di "The Scarlet Womb", tutte nuove, propongono le caratteristiche musicali del gruppo in maniera più decisa e convincente rispetto al demo "Sinin". Canzoni come "Virgo Infecta", ad esempio, ma anche "Her Unbearable Beauty" o "Helen" riescono in effetti a toccare immediatamente le corde di chi abbia amato quel genere anni fa. O di chiunque ancora apprezzi certe caratteristiche, e ne senta la nostalgia.
Il cantato in gutturale di Matteo, profondo ma comprensibile, lega alla perfezione con il lavoro semplice ed essenziale delle due chitarre. In "Sinin" avevo rimproverato agli Artefix Fraudis di essere troppo "facili". In effetti, non è che la complessità sia aumentata in modo esponenziale, ma dei miglioramenti ci sono stati. Le strutture sono un po' più variegate ed anche l'arrangiamento, che non si nega passaggi malinconici di chitarre acustiche, mantiene l'interesse un po' più vivo. La sezione ritmica è puntuale e precisa come sempre, ma non si segnala per creatività.
Le sette composizioni di "The Scarlet Womb", tra le quali si distingue uno strumentale, sono tutte più o meno dello stesso livello qualitativo. E ascoltandole più volte risulta chiaro che gli Artefix Fraudis non abbiano nessuna intenzione di creare qualcosa di nuovo. Vogliono semplicemente suonare la musica che amano, senza innovazioni particolari, senza un forte desiderio di cambiare le carte in tavola del genere. Per questo vanno ammirati, e gli amanti del genere non potranno che apprezzarli per questo.
Dal mio punto di vista, non ho mai remato contro i gruppi decisi ad assecondare le proprie passioni. Si può anche non possedere un suono originale, l'importante è che le canzoni siano buone. Solo un ottimo songwriting può salvare un gruppo che non voglia puntare sulla personalità. E, per ora, gli Artefix Fraudis hanno dimostrato di saper comporre delle canzoni buone. Spero però che riescano in breve a comporre canzoni molto più avvincenti e stupende, capaci di suscitare emozioni davvero intense, slegate alla nostalgia di un genere che magari riporta dei ricordi nelle nostre teste, ma nulla di più. E' importante che il gruppo sia stimolato a scegliere solo i riff migliori, a cercare le soluzioni melodiche più struggenti ma anche ricercate, di modo che la bontà delle canzoni non possa che far passare in secondo piano la mancanza di originalità stilistica.
(Hellvis - Maggio 2009)

Voto: 7


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