AMOK (UK)
Downhill Without Brakes
Etichetta: Witches Brew
Anno: 2009
Durata: 40 min
Genere: thrash metal
Dalla Scozia con furore, eccovi gli Amok! Nuovi al mercato
discografico, arrivano al debutto con "Downhill Without Brakes" nel
2009, sotto l'egida della teutonica Witches Brew, da sempre attenta a
quanto il sottobosco underground thrash da tutto il mondo è capace di
offrire a chi non riesce a farne a meno.
Incuranti delle mode, gli Amok presentano il loro prodotto
genuino, e senza mirare a tecnica sopraffina, ma contando in primis
sulla passione e sull'impatto, creano il proprio "wall of sound"
puntando all'immediatezza, che richiama a gran voce il thrash della Bay
Area; è decisamente fuorviante pensare alla provenienza del quintetto,
e riconoscere una certa dose di "skate/surf attitude" nel complesso!
Sono 40 i minuti che ci accompagnano in questo ennesimo viaggio
sulla macchina del tempo, alla riscoperta delle radici di un movimento
musicale che ha rivoluzionato il concetto stesso di heavy metal.
Spulciando il booklet, ci si accorge che il tutto è stato registrato in
soli tre giorni, sintomo della serietà con cui il combo prende il
proprio progetto; l'esecuzione è precisa ed il timing è rispettato in
pieno, e la pressione esercitata da brevi tempistiche a disposizione
non ha giocato brutti scherzi ai membri, che hanno svolto il proprio
compito nella miglior maniera possibile.
Sin da subito il richiamo alla Bay Area, specialmente agli Anthrax
degli esordi, risulta distinguibile, e "Murder City" mette in chiaro
immediatamente quale sarà la gatta da pelare; "Sectioned" prosegue più
spedita e diretta, sulla falsa riga dei grandissimi Whiplash, ma con
una chiara dimostrazione di apprezzamento della frangia oltranzista
dell'hardcore, o in questo caso del thrashcore, che dir si voglia. E'
tempo di omaggiare i Testament con "False Flag", brano in your face e
delizia al palato per il thrasher intransigente, seguita da quella che
a parere del sottoscritto è la perla dell'album, quella "Global
Hangover" che non faticherà a ricordarvi i Forbidden, con le sue trame
chitarristiche improntate a sonorità orientali e quasi sognanti. Nella
titletrack, sia la cadenza del cantato che la base musicale ricordano
molto i fasti del "velenoso" act già citato in partenza, e lo stesso
vale per la successiva "Intervention"; urge dichiarare in appropriata
sede che gli amanti di questi esponenti dei big five troveranno pane
per i loro denti con gli Amok... il t(h)ras(h)inante mid tempo di
"Thrash Island" e la conclusiva "Kill The Gestapo", che urla la rabbia
in corpo alla band, chiudono la sequenza di 8 brani che compongono
"Downhill Without Brakes", disco al fulmicotone di classico thrash
metal old school, e ciò è cosa buona e giusta.
Le molte citazioni sono sintomo di una band derivativa, ma in
tutta onestà, si appenda al chiodo l'ipocrisia, e viva la sincerità
nell'affermare che poco importa a chi apprezza il genere come impostato
anni or sono.
La band è giovane, ed ampi sono i margini di miglioramento,
soprattutto dal punto di vista del songwriting e degli arrangiamenti;
non mancano le idee, e le capacità tecniche pregevoli dei vari membri
permettono loro di svilupparle in maniera ragionata e mai elementare.
Quel che manca è quel pizzico di personalità in più, in grado di far
trovare agli Amok la propria dimensione musicale, un sound che possa
essere direttamente riconducibile alla band; può sembrare difficoltoso
per la corrente thrash metal old school, soprattutto se visto con gli
occhi di chi non approva il revival di un genere che non solo per il
sottoscritto ha ancora molto da dire... ai posteri l'ardua sentenza,
nel frattempo godiamoci a suon di headbanging sfrenato "Downhill
Without Brakes", support!!!
(PaulThrash - Aprile 2009)
Voto: 7
Contatti:
Sito internet: http://www.myspace.com/amokscotland