AKREA
Lebenslinie

Etichetta: Drakkar Records
Anno: 2009
Durata: 50 min
Genere: death metal melodico


Niente male questa prima pubblicazione per i tedeschi Akrea! La Drakkar Records non brillerà per innovazione, ma bisogna dire che sa trovare band che fanno bene il loro lavoro, proprio come nel caso di questi ragazzi. Non è difficile infatti rintracciare i numi tutelari del gruppo, che suona un possente death metal melodico come è molto di moda in questi ultimi anni, però lo fanno ispirandosi a band di valore e dando un bel taglio cattivo alle composizioni, senza cadere in tentazioni eccessivamente melodiche.
La Drakkar Records, nella presentazione del gruppo, ci tiene a sottolineare come spesso gli Akrea siano stati inseriti a torto nel calderone del viking metal, benché questo genere non gli appartenga. Be', questo è vero fino ad un certo punto, perché indubbiamente la matrice principale del loro sound si rifà a gruppi come Arch Enemy e vecchi In Flames, ma è anche vero che una delle colonne portati dello stile degli Akrea deriva dagli Amon Amarth e quindi è facile cadere nella tentazione di fare questo accostamento di genere.
Comunque sia, indipendentemente dalle etichette che vogliamo appiccicare al gruppo, i nomi finora citati possono aiutare sicuramente a capire di cosa stiamo parlando. Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ma bisogna dire che il gruppo ci da dentro con energia e cattiveria, creando una manciata di canzoni sicuramente immediate, ma anche aggressive e ben costruite. Oltretutto gli Akrea devono aver masticato un po' di quel black/death melodico e pomposo che di tanto in tanto fa capolino qua e là dando un ulteriore sfumatura al tutto.
Onestamente non mi sembra il caso di soffermarmi troppo sulle singole composizioni, anche perchè l'album ha una innegabile unità stilistica che rende l'album molto compatto. I ritmi restano sempre serrati e aggressivi quanto basta a godersi un po' di sano e continuo headbanging, mentre il buon lavoro alle chitarre di Fabian Panzer e Stephan Schafferhans conferisce il giusto dinamismo grazie ad un riffing sufficientemente dinamico e potente. Molto buona anche la prova del cantante Sebastian Panzer, che riesce a gestire molto bene la sua voce tra growling e screaming continui.
Tra le composizioni che mi hanno colpito di più, vi cito "Imperium", cattiva e tiratissima; "Sigmea", più lenta e magniloquente con un buon gusto melodico; oppure la blackeggiante "Trugbild", che mostra appunto il lato più maligno del gruppo.
Certo, è quasi inutile sottolineare come una pubblicazione come questa non aggiunga e non tolga assolutamente nulla ad un genere che molti ormai non vogliono più nemmeno sentire nominare, visto l'elevatissimo numero di uscite pressoché tutte uguali. Sotto questo aspetto non è che gli Akrea vi potranno aprire gli occhi su nuove strade inesplorate, ma sicuramente non lasceranno insoddisfatti chi apprezza il genere. Per quanto mi riguarda questa formazione si solleva dalla media soprattutto per il taglio alla Amon Amarth che in questo caso sa fare la differenza, però non stiamo parlando di un CD da consumare e riascoltare per decine e decine di volte. Ancora una volta vi dico che un album così non sfigurerà nella vostra collezione, ma solo dopo essersi assicurati da tempo i grandi classici citati anche in questa recensione.
(Danny Boodman - Aprile 2009)

Voto: 7.5


Contatti:
Mail Akrea: info@akrea.de
Sito Akrea: http://www.akrea.de/

Sito Drakkar Records: http://www.drakkar.de/