AJALON
This Good Place

Etichetta: ProgRock Records
Anno: 2009
Durata: 59 min
Genere: progressive rock


Gli Ajalon sono una band di progressive rock nata nel 1994 che, a due anni dalla sua fondazione, inizia a farsi sentire in Inghilterra grazie anche all'aiuto di una guida come quella di Rick Wakeman, lo storico tastierista degli Yes, che aveva abbracciato la causa di questa band. Con il tempo l'esperienza dei musicisti si è affinata, anche grazie a prestigiose collaborazioni dei singoli musicisti con altri artisti famosi nella scena progressive, come Steve Hackett, Adrian Belew, Paul Gilbert, Neil Morse, Mike Portnoy e via dicendo, tant'è che adesso gli Ajalon si presentano al pubblico con il loro terzo lavoro, "This Good Place", che mostra una band assolutamente rodata: Randy George, che molti ricorderanno per la sua lunga collaborazione con Neil Morse, si occupa di gran parte degli strumenti (chitarra, basso, tastiere e bodhran), Wil Henderson svolge ottimamente il ruolo di cantante, mentre alla batteria troviamo Dan Lile.
Musicalmente la musica di "This Good Place" può essere inserita in quel filone del progressive rock di stampo cristiano, piuttosto leggero nei suoni, vicino per certi versi all'AOR, con quella cura per gli arrangiamenti e per l'eleganza del dialogo tra gli strumenti, piuttosto che sull'energia rock. Quindi se per voi non c'è musica senza una bella dose di sudore, sangue e adrenalina, allora cambiate pure direzione e girate alla larga dagli Ajalon, che sono una band davvero innocua e non lo dico con cattiveria, ma come una semplice constatazione.
Se invece vi piacciono dei bei brani articolati, ma comunque melodici, fruibili ed ariosi, allora restate qui e continuate a leggere, perchè troverete brani piacevoli come l'iniziale "Love Is A Dream", una composizione eterea e ben bilanciata tra un ritmo moderatamente sostenuto, passaggi acustici e pregevoli inserti di tastiera. "Nickels And Dimes, Marbles And Stones", invece, inizia subito con una introduzione solista di sintetizzatore (suoni molto settantiani, simil moog) e ben presto si sviluppa in un brano dalle tinte pinkfloydiane che mi ha ricordato le sonorità di "Dark Side Of The Moon" o comunque qualche episodio più tipicamente gimouriano di "The Division Bell".
Se "Not Man" passa senza grandi sussulti, se non grazie ad un bell'intervento solista di chitarra e un bel ritmo, lo stesso non si può dire di "Abstract Malady", ottimo pezzo strumentale, dove il dialogo tra i vari strumenti è assolutamente ineccepibile, tra chitarre molto vicine al lavoro di Steve Hackett nei suoi album solisti, tastiere, organi hammond e ritmiche dinamiche e fantasiose. Un pezzo sicuramente più cerebrale ma non per questo freddo.
Un po' di stanchezza si sente anche in "Lullaby Of Bedlam", mentre con "Redempion" la band gioca la carta della suite: 19 minuti di durata per dare sfoggio di tutti gli aspetti finora citati, dalla melodia solare, all'arrangiamento delicato, inediti momenti acustici dal sapore folk/celtico, passando infine per gli intermezzi più tipicamente progressive. La particolarità del pezzo, poi, è la presenza di una diversa voce a guidare le parti cantate: non più Wil Henderson, ma Robyn Dawn, che si rivela assolutamente all'altezza, anzi devo dire che forse ho trovato ancora più azzeccata la performance di questa brava interprete.
Chiude l'album "This Good Place" e con la title track non cala la qualità: un bel brano di derivazione Yes che riesce a cogliere nel segno, cosa che può essere detta per gran parte di questo lavoro. Certamente non mi avete sentito usare toni estasiati, né lanciarmi in lodi sperticate per questo terzetto, ma vi assicuro che l'ascolto è stato piacevole, i musicisti sono preparati e le note di merito non sono poche. Non so come la pensiate voi, ma per me è abbastanza.
(Danny Boodman - Aprile 2010)

Voto: 7


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