ABSTRACT SPIRIT
Tragedy And Weeds
Etichetta: Solitude Prod.
Anno: 2009
Durata: 68 min
Genere: funeral doom
Immaginatevi un cimitero. Le lapidi, le croci, le statue, i loculi, i
vialetti puliti e le aiuole ben tagliate. Il silenzio, il cinguettare
degli uccelli, l'odore intenso dei fiori freschi. Nonostante la
malinconia tipica di questi luoghi, ed il sussurrare delle poche
persone chinate davanti a qualche tomba, è più che altro una sensazione
di pace quella che viene evocata dalla nostra immaginazione. Una pace
mesta, questo sì. Però è pur sempre una sensazione di tranquillità, di
raccoglimento che conduce ad una riflessione sui sensi della vita e
della morte. Proviamo ora ad immaginare se ogni tomba, ogni lapide,
ogni loculo, ogni persona inginocchiata davanti alla tomba di un suo
caro, potessero urlare tutto il loro dolore. Immaginiamo che il dolore
di ogni ultima agonia rimanesse cristallizzato per sempre, ed ogni
anima potesse urlare tutta la sua disperazione. Raffiguriamoci
mentalmente le statue di santi e di angeli che, presa vita, non
potessero muoversi e, imprigionate nei loro corpi di pietra,
cominciassero a lanciare lamenti lancinanti. E le anime di tutti i
morti prematuri, delle vittima di violenza, dei suicidi, piangessero
senza sosta la loro afflizione, per una vita che è fuggita troppo
presto o che non le ha mai amate. Se immaginassimo uno scenario del
genere, le urla ed i pianti sarebbero insopportabili, le nostre
orecchie non riuscirebbero a tollerarli, i nostri cuori scoppierebbero
dall'angoscia.
Ecco, questo è proprio lo scenario evocato dalla musica degli Abstract
Spirit, nel loro album "Tragedy And Weeds". Uno scenario duro, privo di
qualunque speranza. Anche la grafica del CD è sintomatica. Abbandonati
i contorni spettrali delle fotografie del loro disco d'esordio, "Liquid
Dimensions Change", ora i musicisti si presentano vestiti da becchini,
in piedi vicino a delle bare. Nulla di più tangibile e reale. Così come
il bassorilievo di una persona deceduta, che decora la copertina di
"Tragedy And Weeds". Il secondo full-length dei russi è un monumento
alla morte, anzi, all'ossessione della morte che da sempre accompagna
A.K. iEzor (voce, batteria), M. Hater (chitarra, basso, cori) e I.
Stellarghost (tastiere, cori).
"Tragedy And Weeds" è stato registrato nello studio Primordial, che
aveva già garantito ottimi risultati nell'album precedente (la cui
recensione può essere trovata negli archivi di Shapeless Zine). Il
disco contiene sei canzoni, per un totale di 68 minuti di musica: va da
sè che i minutaggi siano molto consistenti, ed è naturale che sia così
visto che il gruppo suona funeral doom. Un funeral doom particolare,
fedele sì ai dettami del genere, ma potente, energico, "urlato"
appunto. Le caratteristiche stilistiche già ben evidenti in "Liquid
Dimensions Change" vengono riproposte anche in questo secondo lavoro,
ma in maniera più matura. O meglio, più efficace. Questo perchè, a
parità di valore, le canzoni di "Tragedy And Weeds" sono più belle
rispetto a quello del debut-album. Forse è solo una questione di gusti,
ma nel suo complesso "Tragedy And Weeds" mostra pochissimi punti
deboli. E' un disco di una potenza immensa, che avanza schiacciando
tutto ciò che trova davanti a sè, col suo incedere pachidermico e
monumentale. Il gutturale sepolcrale di A.K. iEzor ci aiuta un po' a
districarci tra le spire degli arrangiamenti soffocanti, resi eccessivi
dalle tastiere decadenti ed chiassose di Stellarghost. Proprio la
tastiera contribuisce a rendere così interessanti le sonorità degli
Abstract Spirit: e questa volta la tastierista ha optato per
arrangiamenti stratificati, e per l'utilizzo costante di suoni che si
rifanno agli ottoni. E' come se una banda di folli accompagnasse un
funerale sgangherato, da incubo. Chitarre e basso svolgono invece un
lavoro nella norma, dando vita a riff eterni ed a successioni armoniche
infinite. Inoltre, dove le tastiere sperimentano, gli strumenti a corda
frenano, riportando tutto alla tradizione di questo genere affascinante
e di nicchia.
Già in passato, gli Abstract Spirit si erano fatti notare per
alcune atmosfere raggelanti, quasi orrorifiche. L'esempio più fulgido
di questo è la canzone che dà il titolo all'album. Semplicemente, un
capolavoro. Ritengo che sia la canzone più inquietante che gli Abstract
Spirit abbiano mai composoto, ed una delle più sinistre in assoluto, in
ambito funeral doom. Questa canzone, da sola, vale l'acquisto
dell'album. E si conclude con alcuni dei versi più intensi scritti dal
gruppo russo: "Epitaffi
come segreti traditi / Su monumenti di compassione / Cercano
assurdamente di descrivere il dolore / nel quale camminano gli echi del
passato...".
"Funeral Waltz" è probabilmente il brano più debole dell'intero CD, non
per difetti particolari, ma proprio perchè non eccelle come le altre
composizioni. Rispettando il titolo, è un 3/4 lentissimo e particolare,
che sembra non finire mai, e nel quale ritorna con insistenza la
melodia semplice e disperata intonata dagli ottoni.
"Crucifixion Without Regret" e "Face The Nightmare" sono altre due
canzoni di alto livello, con la seconda superiore alla prima. Si tratta
di due viaggi negli incubi più disperati, ed il trio russo si dimostra
maestro nell'essere atmosferico senza però rinunciare alla potenza.
"Wrapped In Solitude" è un altro capolavoro, nel quale
l'originalità del songwriting non può che mettere a tacere tutti i
detrattori del genere. C'è troppo fascino in queste successioni
armoniche, in questi arrangiamenti, negli incroci vocali, per non
restarne stregati.
"Sepulchral Winter" è una traccia conclusiva relativamente
semplice, che ci dà l'addio in un modo più consono ai canoni del
genere.
"Liquid Dimensions Change" ci aveva presentato un gruppo di valore,
ricco di potenziale e dalle buone idee. "Tragedy And Weeds" non solo
conferma tutto questo, ma lo porta ad un livello superiore. Forse gli
Abstract Spirit non sono ancora perfetti, ma hanno un talento davvero
immenso. Penso che sia stato uno dei pochi gruppi di questo genere,
capace di farmi interrompere l'ascolto del CD per riascolare
immediatamente un brano. In genere, i lavori funeral doom funzionano
più come sinfonie a più movimenti che come dischi di canzoni singole.
Eppure, le composizioni di questo trio hanno un fascino ed una bellezza
tali da non poter lasciare indifferenti gli estimatori del genere. La
loro abilità nel creare atmosfere da incubo, e di incastonarle in
monumenti severi di funeral doom, è un qualcosa di incredibile.
Dovrebbero trovare forse un po' più di continuità, ma se continueranno
lungo la strada intrapresa, il loro album definitivo non tarderà ad
arrivare. Sosteniamo questa grandiosa band, che non poteva che essere
accasata presso un'etichetta altrettanto grandiosa, quale la Solitude.
(Hellvis - Aprile 2010)
Voto: 8.5
Contatti:
Sito Abstract Spirit: http://www.myspace.com/abstractspirit
Sito Solitude Prod.: http://solitude-prod.com/