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Metal Message V

Etichetta: Metal Message
Anno: 2008
Durata: 78 min
Genere: pagan metal


Le compilation della Metal Message sono ormai un appuntamento abituale per i lettori di Shapeless Zine. L'etichetta e webzine tedesca, attenta da anni all'underground internazionale, è giunta al quinto capitolo della sua serie di raccolte musicali. Attenta e professionale sotto tutti i punti di vista, si è sempre distinta grazie ad artwork di buona fattura.
Questa volta, la Metal Message ha voluto superarsi. La compilatino infatti è raccolta in una confezione da DVD, la cui copertina mostra il dio Thor che sta attaccando due esseri verdastri e mostruosi. Sullo sfondo, si vedono delle montagne innevate. Dietro a Thor, dei fulmini scendono dal cielo mentre i due corvi di Odino, volteggiano attorno alla scena. Il disegno è a colori, molto ben fatto, in perfetto stile fantasy. L'autore di questo disegno è nientemento che Ed Repka.
Vi è inoltre un libretto super-lusso di 32 facciate, contenente le fotografie dei gruppi, tutti i loro contatti, ed altre fotografie di paesaggi naturali scattate dallo stesso Markus Eck, il capoccia della Metal Message. Il tutto a colori, nuovamente, stampato su carta di ottima fattura.
Ma non è tutto. Allegato alla compilation c'è anche un cartoncino, che ricorda una lettera antica, nella quale lo stesso Markus si rivolge ai fruitori della sua compilation, spiegando a tutti con quanta passione ha realizzato questo lavoro. Riporto, traducendolo, un passaggio particolarmente significativo: "Per qualcuno di voi è soltanto musica, semplicemente un periodo specifico della vostra vita, e nulla di più. Ma, per una piccola e rara quantità di alcuni di noi, il pagan metal significa anche un unico stile di vita - legato ad una visione infinitamente amorevole del nostro meraviglioso pianeta, e di tutta la nostra grande madre natura".
Passiamo quindi a commentare il CD traccia per traccia, vivendo intensamente le sensazioni musicali per tutti i 78 minuti della sua durata. Ah, lo aggiungo ora perchè me ne stavo dimenticando: "Metal Message V" è stato realizzato nella quantità limitata di 2000 copie.
Si parte con i tedeschi Fimbulvet (http://www.fimbulvet.com/) e la loro canzone "Helias Bann". Si tratta di un gruppo molto preparato tecnicamente, la cui esibizione è sorretta da una qualità di registrazione potente e professionale. La composizione è vigorosa, mai velocissima, ricca di piccole sfumature. I vocalizzi di Stephan convincono più quando sono distorti, che quando si diletta in linee melodiche. Nel suo complesso, "Helias Bann" si fa apprezzare, senza per questo far gridare al miracolo. Tutto è molto prevedibile, a parte qualche cambio di ritmo, ed anche la melodia rientra perfettamente nei clichè del genere. Il testo è in tedesco. Un gruppo standard, anche se di elevata qualità esecutiva.
Si continua con gli Hromovlad (http://www.hromovlad.com/), un gruppo slovacco che ho avuto modo di recensire tempo fa su Shapeless Zine, relativamente all'album "Ohna Hlad, Vody Chlad". Mi erano piaciuti parecchio, ricordo, sebbene con tutte le cautele del caso. Si trattava di un gruppo comunque molto promettente, e non mi sono stupito di averli trovati su Metal Message. La canzone che qui li rappresenta si intitola "Slavia". Introdotta da una melodia di flauto popolaresca, si fa apprezzare per le ruffianissime urla di incitamento ed i suoni di spade sguainate. La composizione parte poi velocissima, con la doppiacassa mitragliante della batteria che sorregge l'accompagnamento di chitarre possenti e severe. Le urla del cantante perforano le orecchie, mentre la melodia onnipresente rende il tutto più fruibile. La rabbia esecutiva è davvero spaventosa, e gli Hromovlad si confermano una delle migliori realtà pagan d'Europa. Ruffiani ma cattivissimi, nel corso di "Slavia" passano attraverso differenti stati d'animo, tra cui anche un rallentamento eroico. Ecco, "Slavia" è la perfetta trasposizione in musica di una battaglia vittoriosa. Il ritmo va anche in blastbeat, avvicinando gli Hromovlad agli Obtest. Ma solo come impressione, le due realtà musicali sono molto diverse. Comunque sia, onore a questi slovacchi, autori di una canzone davvero bella, da ascoltare e riascoltare!
Passiamo quindi ai russi Tumulus (http://www.tumulus-band.com/), e alla loro "Kochevonov Plyas". Questo gruppo, per chi non lo sapesse, è noto nell'underground per la sua strana miscela tra progressive metal e folk. La cosa, dona alla loro musica un aspetto che ci proietta direttamente negli anni '70. Infatti, le melodie popolaresche mescolate alle ritmiche complesse, alle tante note della tastiera, e la voce acuta e cristallina del cantante non possono che riportare alla mente i tanti gruppi progressive di quella decade. In compenso, la potenza esecutiva e l'impostazione dei vocalizzi sono senza dubbio metal. Di conseguenza, la miscela dei Tumulus è originale e, francamente, l'apprezzo proprio perchè porta qualcosa di nuovo alla scena pagan, sempre troppo ripetitiva. Che poi si riscontrino diversi richiami al hard rock, al prog o ad altro, poco conta. I Tumulus vanno avanti per la loro strada dal 1997. Hanno pubblicato ben tre album, a mio parere tutti da riscoprire. Se, insomma, cercaste qualcosa di nuovo e stimolante nel pagan, provate con questi favolosi russi.
Cambiamo continente, e passiamo in Canada, da Dark Forest (http://www.darkforest.ca/). La sua prova porta il titolo di "Journey To Ever-Eternal Skies". Anche qui rumori di battaglia, sorretti da un riffing maestoso, eroico e lento. Le chitarre danno vita ad un vero e proprio muro di suono. Le tastiere invece, evocano scenari distesi e malinconici. La voce di David Parks, l'unico membro del progetto musicale, è un digrigno black classico e prevedibile. L'artista però si diletta anche in cori puliti di facile presa. Nella realizzazione, è stato aiutato dal batterista ospite Griffin Kissack. Comunque sia, teatrale come poche, "Journey To Ever-Eternal Skies" scorre via liscia come l'olio, senza impressionare o rimanere particolarmente in testa. Credo che Dark Forest sia un progetto musicale nella norma. Nulla di più. Ottima registrazione però (una costante di questa compilation, tra l'altro). Ah, con i suoi otto minuti è la traccia più lunga del CD.
I brasiliani Tiwaz (http://www.tiwaz.com.br/), costituiti per la maggior parte della loro formazione da membri delle black metal band Great Vast Forest e Thorns Of Evil, si presenta con "The Battlelore". Si tratta senza dubbio del cavallo di battaglia del quintetto, e mette in mostra un pagan black metal piuttosto rozzo ed aggressivo. La melodia, utilizzata con gusto, condisce le parti più saporite del brano. Altrimenti, il cantante Devilish si limita a vocalizzi distorti ed aspri, non particolarmente potenti. L'alternanza tra vocalizzi distorti e cori è molto piacevole, e la canzone mantiene intatta dalla prima all'ultima nota una tensione invidiabile. La qualità di registrazione è meno "esplosiva" di quelle ascoltate in precedenza, ma è sempre valida. Tra i gruppi più oscuri della compilation, i Tiwaz dimostrano come anche in Brasile sia possibile suonare un pagan convincente (talvolta potrebbero ricordare gli Storm), pur così distanti dalle realtà geografiche più idonee ad ispirare questo genere musicale.
Tra i gruppi più giovani del lotto, i tedeschi Dyrathor (http://www.dyrathor.com/) hanno all'attivo soltanto un demo, ed è proprio da questo che è stata tratta la loro "Im Auge Des Sturms". E, in effetti, non si sente la differenza tra questi esordienti ed i tanti veterani ascoltati in precedenza. La qualità di registrazione è piuttosto buona, il songwriting è intelligente e stuzzicante, la preparazione tecnica dei musicisti è più che sufficiente. L'arrangiamento tradisce sia la giovane età dei nostri, in quanto sembra cogliere le influenze di certo black melodico di qualche anno fa, mescolato però a trovate tipicamente folk: l'utilizzo della chitarra classica, ad esempio, ma soprattutto il violino. In formazione, Julian Koch infatti svolge il ruolo di violinista fisso. Non male questi Dyrathor, per non avere ancora pubblicato un album d'esordio. Per loro si prospetta un futuro radioso.
Andiamo ora in Galizia, in Spagna, ed incontriamo gli Xeriòn (http://www.otronodexerion.com/), con "No Pazo Derruido Da Existencia". La proposta pagana di questa band è espressa con il linguaggio del black metal, ed ascoltare questa canzone rappresenta un bel tuffo negli anni '90. La qualità di registrazione è piuttosto cupa, ma è ovvio che un gruppo così affascinato dal black possa compiere scelte del genere. La voce del cantante, relativamente antipatica, declama distorcendo un po' il timbro il testo in spagnolo. Il gruppo ha al suo attivo un solo album, ma parecchi demo. L'esperienza si sente, anche se a mio avviso ci sono in circolazione gruppi più validi. Almeno questa è l'impressione che ho avuto ascoltando "No Pazo Derruido Da Existencia".
E' ora il turno di un gruppo di veterani. Gli Adorned Blood (http://www.adornedblood.de/), attivi dal 1993, hanno nel carniere ben sei album. "Sons Of The Damned" è tratta proprio dal loro ultimo, "Noor". Molto professionali e tecnici, in questa canzone mettono in mostra quelle che sono le loro caratteristiche. In primis, un suono aggressivo sostenuto da ritmiche fiere, che dà vita a melodie nella norma del genere. Queste ultime sono spesso sottolineate dal lavoro della flautista, che si occupa anche dei vocalizzi puliti. L'alternarsi tra vocalizzi femminili e lo strillo del cantante Markus (estremamente acuto) sono il tratto più distintivo degli Adorned Blood. Ho citato la tecnica, che comunque è elevata. Si ascolti l'intermezzo strumentale, con i suoi diversi stati d'animo, il suo virtuosismo, e così via. Gli anni di gavetta permettono al quintetto di sperimentare sulla matera pagan, dando così vita a sezioni emozionanti o più prevedibili.
Andiamo in Irlanda, dai Waylander (http://www.waylander.org/), che ci presentano la loro "As Deities Clash". Canzone cupa ed eroica, registrata con una qualità di registrazione sufficientemente adeguata, è pervasa da uno spirito battagliero e trascinante. Particolarmente distintivo l'utilizzo del tin-whistle (un flauto di latta) e del mandolino da parte di Dave Briggs, che donano al tutto un timbro sinceramente celtico. Scrivo sinceramente perchè loro sono irlandesi, ed è quindi bello e giusto che guardino con fierezza alla proprie radici folkoriche. Belli anche i passaggi acustici, con la ritmica tenuta dal bodhran (una caratteristica che si può trovare anche nei conterranei Runecaster). Il meglio di "As Deities Clash" si ha, comunque, quando il gruppo spinge sull'acceleratore. Una bella macchina da guerra, questi Waylander. Meno convincenti i radi richiami al death melodico, che mi sembra inflazionino parecchio la proposta del gruppo.
Lasciamo l'Irlanda per il Belgio: i Natan (http://www.natanhorde.be/), con "Volkskracht", vogliono ritagliarsi il loro spazio in questa compilation. Questo è un progetto musicale attivo dal 2002, e tenuto in piedi da musicisti dai curriculum impressionanti. Ognuno di essi infatti è impegnato, o è stato impegnato, in un numero consistente di gruppi. La canzone ha forti caratteristiche black, un arrangiamento sapientemente sinfonico e melodico, ed un'ottima capacità di comunicare emozioni. Così, si nota un deciso salto quando la musica arrembante lascia lo spazio agli arpeggi solitari di una chitarra, sui quali si distende la malinconica melodia di un violino (ad opera del cantante Jonatan). Quindi, i Natan propongono un valido misto tra il black metal ed il folk più genuino, cosa che non è originale in sè, ma che sorprende più che altro perchè è sempre a metà strada tra il commerciale e il complesso. Buoni anche i vocalizzi puliti, sebbene in genere siano distorti. Un gruppo non banale, da tenere in seria considerazione.
Torniamo in Germania, dagli Andras (http://www.andras.de.vu/), che si presentano con "Miasma Track". Questo è un altro dei gruppi con tanti anni sulle spalle, ma che dire? Non si sentono! Sia perchè il loro songwriting è fresco e spotaneo, sia perchè non è che gli anni abbiano apportato tanto alla loro proposta musicale. Il loro stile è oscuro e malvagio, e grazie alla duttilità del cantante Ecthelion, gli Andras si dimostrano in possesso di un ampio spettro di possibilità espressive. C'è un qualcosa di disperato in questa canzone, e la sensazione deriva dalla melodia triste. Mi sarei aspettato di più dagli Andras, sinceramente. Una cosa è sicura: questo gruppo non tradirà mai i suoi fan.
Anche gli Obscurity (http://www.obscurity-online.de/) sono tedeschi, e "Nach Asgard Wir Reiten" è tratta dal loro ultimo, quarto full-length "Varar". Canzone vigorosa e virile, riempie l'animo dell'ascoltatore di fierezza, grazie ad una melodia piena di sentimento eroico e ad una ritmica che coinvolgente è dir poco. Certe soluzioni sonore sono ai limiti di certo death melodico, ma questa proposta musicale non potrà che far appassionare anche le generazioni più giovani. Inoltre, la qualità di registrazione è perfetta. Canzone equilibrata, semplice, che senza ricercare complicazioni eccessive, va dritta al suo scopo, che è quello di picchiare e di evocare visioni mitologiche ed affascinanti.
Eccoci giunti alla fine del CD. La traccia conclusiva, "De Zwarte Mis", è stata scritta e realizzata dai belgi Vinternatt (http://www.vinternatt.be/). Dai forti connotati eroici e black, lo stile della band si distingue per l'utilizzo massiccio del violino. Per essere così giovani i musicisti, si dimostrano davvero esperti nei loro strumenti, e riescono comunque ad essere relativamente personali, salvo qualche comprensibile caduta nei clichè. Autori di un solo demo, "Yggdrasil", meriterebbero di essere sostenuti, se non si fossero sciolti. Ahimè, cose che accadono e che lasciano un po' di amaro in bocca, perchè "De Zwarte Mis" è davvero una buona canzone.
Che bella compilation, questo quinto volume della Metal Message! Le canzone sono tutte di alto livello, quindi anche quelle un po' secondarie sarebbero comunque tra le migliori in qualsiasi altra compilation. Questo solo per farvi capire lo standard qualitativo del CD. Secondo me, i migliori si sono dimostrati gli Hromovlad, i Tumulus, i Dyrathor e i Vinternatt. Dopo di loro, gli Adorned Blood ed i Natan, e poi tutti gli altri.
Lo so che le compilation non vendono molto, ma nel caso di "Metal Message" vi chiedo sempre di fare un'eccezione. Infatti, a meno che non siate dei maniaci del pagan metal, è difficile che vi compriate tutti gli album e tutti i demo dai quali sono state tratte le tredici canzoni qui presenti. La costanza e la passione di Markus Eck vanno premiate, tanto più che, oltre ad una musica obiettivamente bella, questo nuovo capitolo della sua compilation è corredato da una grafica spettacolare ed inimitabile. Le copie sono 2000, quindi averne un esemplare avrà un giorno un suo valore. Perchè di certo, in futuro, le compilation della Metal Message saranno ricordate. Sicuro. Sostenete questa iniziativa, sperando che continui anche in futuro.
(Hellvis - Ottobre 2009)

Voto: 8.5


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