Neronoia
(Danny Boodman - Giugno 2008)


Torniamo a parlare dei Neronoia, autori di un secondo album di valore altissimo. Ne parliamo con Mauro Berchi, che assieme a Gianni Pedretti è la mente e il cuore del gruppo. A lui la parola.



Ciao Mauro, iniziamo magari da dove ci siamo fermati: cosa è successo dalla pubblicazione di Un Mondo In Me fino ad arrivare a Il Rumore Delle Cose?
Nulla di particolare. Mi sono semplicemente rimesso a comporre qualcosa, ed i risultati mi hanno soddisfatto al punto da riprendere velocemente in mano la situazione per chiudere un nuovo disco. Nessun altro evento da segnalare.

So che in un ambiente di nicchia come questo, soprattutto ai giorni nostri, di soldi non ne girano. Ma almeno siete riusciti a non andare in perdita col primo disco?
Ovviamente no. Ma se dovessimo stare a guardare solo all'aspetto finanziario di un disco, non ne pubblicheremmo neanche uno. Lo facciamo perché è una cosa che ci piace fare, punto e basta. Chi se ne frega dei soldi ? Come dice il proverbio, "la bara non ha tasche".

Puoi spiegarci cosa c'è dietro al concetto di "rumore delle cose"? Come mai questo titolo?
Credo che il rapporto utilitaristico con gli oggetti nasconda elementi strani. Instauriamo con gli oggetti che usiamo quotidianamente un rapporto profondo, e sono convinto che esista un legame molto forte con le cose alle quali ci sentiamo più legati. Mi piace pensare che gli oggetti siano dotati di una loro vita a sé stante, scollegata da noi ed autonoma. Come tale, credo che anche loro parlino un linguaggio particolare, difficile da comprendere ma dotato di un suo significato.

Che ci sia una continuità tra i due album è palese anche dalla scelta della numerazione delle tracce. Quindi possiamo considerare i due lavori come un flusso continuo o comunque senti uno stacco netto tra i due?
Direi che i due dischi costituiscono un continuum. Sono stati creati in stanze mentali contigue. Non so, e non mi interessa sapere, se ci siano delle differenze e quali esse siano. Tutti i brani sono immagini, praticamente intercambiabili. Come le vecchie foto chiuse in un cassetto.

Per il precedente lavoro mi dicevi che la composizione è stata diluita nel tempo e che comunque il tuo approccio alla scrittura non era stato poi così diverso da quello coi Canaan. E' rimasto tutto così? A parte i tempi di composizione più ridotti, suppongo.
Direi di si. Il metodo di scrittura principale è sempre lo stesso - prendo in mano uno strumento e comincio a suonare finché mi viene qualche buona idea. Registro tutto, anche le cose più scadenti, poi in un secondo tempo riascolto tutto e rimetto mano a quello che mi sembra meritevole. Prendo un sacco di "appunti musicali" poi li rielaboro, in modo molto "schizofrenico", senza una logica apparente. Nel mio caso questa mancanza di logica funziona piuttosto bene.

La copertina è ancora migliore di quella del primo album. Vuoi parlarcene?
E' una foto che ho fatto qualche anno fa in un museo, non ricordo se in Spagna o in Portogallo. Mi piaceva molto l'idea delle due mani contrapposte.

Sui testi di Gianni, invece, cosa puoi raccontarci? Personalmente amo molto il suo stile lucido, fatto di un linguaggio quotidiano, per niente intellettualoide, eppure così profondo. Tu che ne pensi?
Tutto il bene possibile, naturalmente. Gianni ha un suo modo particolare nel rapportarsi alle cose ed agli eventi, e ho sempre trovato punti di contatto profondissimi tra il mio ed il suo modo di vedere quello che ci circonda. Inoltre ha un modo di scrivere molto "sottile", mai urlato, mai troppo retorico, e non ricorre a metafore troppo complicate o inutilmente pompose. Scrive come scrivono i grandi. Dice quello che deve dire. Punto e basta.

Per quanto riguarda il suono, invece, avete continuato questa strada di una produzione volutamente ovattata, anche se ora il risultato mi sembra molto più bilanciato. Che linea guida avete seguito?
Guarda, non mi sono mai posto il problema di "suonare in un determinato modo". Quando mixiamo, cominciamo a sbriciolare i suoni e le strutture dei brani. Se troviamo qualcosa che ci piace, proseguiamo su quella strada. I suoni poco nitidi mi sono sempre piaciuti. Amo ascoltare non solo con le orecchie ma anche con lo "stomaco", non mi interessano per niente gli spettri piatti, le equalizzazioni precise, gli accostamenti "corretti". Quando una cosa mi soddisfa, me ne frego dell'aspetto tecnico. Tanto non dobbiamo di sicuro passare in televisione.

Ci sono novità sul versante Canaan?
Nessuna, purtroppo. Non ci vediamo da anni, e il gruppo è in una fase di stasi che si prolungherà ancora a lungo. A dire il vero ho parecchio materiale registrato nel corso del tempo, ma è in una forma talmente grezza da richiedere un gran lavoro prima che possa prendere una forma definita. In tutta onestà, non ho idea di quando mi tornerà la voglia di lavorarci.

E la Eibon? Come sta andando? Prossimi progetti?
L'etichetta sta passando un gran brutto momento. Non si riesce a vendere praticamente più nulla, e non avendo altro modo per finanziarla che la vendita dei dischi, sono costretto a metterla sotto sale per un po', sperando che le cose migliorino. Non sono per nulla ottimista, anche e sopratutto considerando la china presa negli ultimi anni. Miliardi di download, zero vendite. Andiamo male, anzi malissimo. Anzi, peggio.

Pensi che ci sarà un terzo album dei Neronoia?
Sicuramente si. Io e Andrea abbiamo già cominciato a mettere in piedi qualche frammento sparso che utilizzeremo per i nuovi brani. Non so quanto tempo ci vorrà, ma "Il Rumore Delle Cose" avrà di sicuro un seguito.

Eccoci alla fine. A te la conclusione.
Grazie per lo spazio che ci dedicate.



Sito internet: http://www.neronoia.tk/