Loadstar
(PaulThrash - Febbraio 2010)
Dopo 24 anni dalla nascita del combo, finalmente possiamo assaporare il
debut album dei partenopei Loadstar, formazione storica
dell'underground italico che ha mosso i primi passi nei gloriosi (e
perigliosi) anni '80 dello stivale. Tre demo prodotti tra il 1985 ed il
1986, un nuovo promo nel 2007, e finalmente il passo dovuto del full
length (di cui potete leggere la recensione negli archivi di Shapeless,
N.d.P.), uscito durante lo scorso 2009 per la UK Division. 20 anni
passati in una sorta di limbo, in silenzio, ma esplosi nuovamente con
quel fantastico viaggio all'interno dell'universo heavy metal che
popola "Calls From The Outer Space", una gemma che gli appassionati di
metal tricolore dovrebbero avere nella propria collezione. Questo il
risultato di una "chiacchierata telematica" con Alessandro Pacella e
Stefano Guercia, rispettivamente storici bassista e chitarrista della
band, che si sono gentilmente sottoposti al mio terzo grado...
Ciao Alessandro e ciao Stefano, benvenuto
sulle pagine di Shapeless, ed un grandissimo grazie per la
disponibilità che dimostrate nel voler rispondere alle mie domande.
Innanzitutto, mi piacerebbe che introduceste i Loadstar (la cui storia
è narrata per filo e per segno sul sito ufficiale della band); nei
pensieri che voi e Massimo (batteria) riportate sulla homepage del
vostro sito, sembra proprio che lo spirito del gruppo non sia mai morto
in tutti questi anni di silenzio...
(Stefano) Certo, la passione di un tempo, quella sensazione di
esaltazione che proviamo quando suoniamo la musica che amiamo, che ci
ha dato tante emozioni quando l'abbiamo scoperta, è tornata
prepotentemente in superficie qualche anno fa, e non abbiamo potuto
fare altro che assecondarla; al primo scioglimento dei Loadstar, nel
1989, era rimasto qualcosa in sospeso, ed il realizzare il nostro album
è stato il completamento di quel discorso incompiuto come una scopata
senza orgasmo!
(Alessandro) All'alba del 2003 Stefano ed io avevamo messo su una
cover band di classici anni '80, i 90 Tons. Risuonare dal vivo ha
riacceso la miccia di una polveriera mai completamente spenta. Inoltre
ha ridato linfa vitale al vero cemento dei Loadstar: l'amicizia. Quando
per forza di cose quel progetto si è esaurito, rifondare la band è
stato un passaggio più che naturale e non esistono Loadstar senza
Massimo Tatafiore che, con me e Stefano, è il terzo dei membri
fondatori. Massimo ha comprato una batteria entro 48 ore dopo la nostra
telefonata e dopo una settimana stavamo riarrangiando "TIME WON'T
FORGET"!!
L'attuale formazione vede un nuovo elemento alla voce, Bruno Masulli,
nome noto alla scena italiana e soprattutto a quella partenopea, grazie
alla sua militanza in numerose band heavy, che sostituisce Arnaldo
Laghi (con i Loadstar dal 2002), deciso a concentrarsi sulla sua
formazione primigenia, gli Entropy. Augurandosi che lo split con
Arnaldo sia avvenuto in termini amichevoli, volete introdurci il nuovo
membro, magari aggiungendo informazioni a quel poco che ho detto?
(Stefano) Sì, confermo che Al ha lasciato la band in totale
armonia, tant'è che continuiamo a frequentarci al di fuori dell'ambito
musicale, siamo buoni amici. Bruno è un tipo di cantante diverso da Al,
molto più aggressivo e urlatore, più metal insomma, laddove Al aveva
uno stile più inùimista, Bruno è scatenato, anche durante le prove ci
mette tutta l'anima, da' sempre il massimo, urla come un indemoniato!
(Alessandro) Si, è un singer diverso con un approccio molto più
metal in senso stretto, Al ha una voce con maggiori venature blues. Ti
faccio due esempi blasfemi e con le debite distanze: Al è figlio di Bon
Scott, Bruno di Halford e Dickinson!
Come il sottoscritto, molti non hanno vissuto
in prima persona gli ormai mitici anni '80; vorreste raccontarci cos'ha
significato per voi proporre heavy metal in un paese come l'Italia, da
sempre patria di musica popolare e poco propensa ad aprire il proprio
mercato musicale ad un genere come il nostro?
(Stefano) Negli anni 80 c'era un fermento diverso, più
pioneristico, più fame di musica dal vivo, più partecipazione, i nostri
concerti, a differenza di oggi, erano sempre affollati, i ragazzi
facevano carte false pur di andare a vedere musica dal vivo; oggi
purtoppo "grazie" ad Internet e Youtube la musica si vive a livello
virtuale, puoi avere tutto quello che vuoi gratis stando comodamente a
casa, la magia e l'emozione di partecipare, tra la folla urlante e
sudata, ad una esplosione di decibel che ti fa tremare l'anima viene
riservata solo ai grandi eventi... (triste verità, N.d.P.)
(Alessandro) In quegli anni, pur di sentire musica dal vivo, non
era infrequente andare alle prove delle band, e ovviamente non si
disertava nessun concerto, pensa che in pochi anni per la nostra città
sono passati i Krokus ed i Mercyful Fate (riesci ad immaginare qualcosa
di più diverso?) eppure noi eravamo sempre lì con lo stesso entusiasmo.
Ma non è giusto mitizzare quegli anni: tutto viaggiava via posta ed
anche comunicare era difficilissimo, conservo ancora un carteggio
epistolare tra noi e gli Hate, i Death SS, gli Steel Crown! Tutto
avveniva sulla distanza di mesi, anche rispondere ad una intervista.
Pochissimi studi di registrazione in Italia erano capaci di catturare
il sound del metal, i napoletani Strike (che esordirono nel 1981, prima
dei Vanadium) furono costretti ad incidere a Milano.
La vostra discografia è costellata di demo,
tutti registrati in un breve spiraglio temporale; perché non siete mai
riusciti a catalizzare tutte le vostre energie nella realizzazione di
un full length prima dello scorso 2009? Siete soddisfatti del risultato
ottenuto con "Calls From The Outer Space", sia in termini di
songwriting che di produzione?
(Stefano) All'epoca fare un disco era un sogno irrealizzabile senza
l'appoggio di una casa discografica, oggi è stato possibile
autofinanziandoci e autoproducendoci. "Calls..." è venuto come ce
l'aspettavamo, soprattutto per la dedizione e le capacità tecniche di
Maddalena Bellini; sì, siamo soddisfatti sotto tutti gli aspetti...
(Alessandro) Con il senno di poi credo che anche all'epoca
un'autoproduzione ci avrebbe molto avvantaggiato, avere un vinile fuori
ti faceva comunque saltare fuori dalla mischia; una mischia davvero
esigua ma pur sempre una mischia. Oggi invece siamo nel mezzo di
migliaia di releases mensili, decisamente persi nella folla. La guida
di un management ci avrebbe giovato non poco. La persona che ci curava
all'epoca, per quanto volenterosa, non aveva quel piglio aggressivo
necessario.
Come viene recepito il vostro lavoro dal
pubblico e dagli addetti ai lavori? Mi rendo conto che la proposta è
classica e per certi versi facilmente assimilabile, ma comporta un
ascolto attento per cogliere tutti i particolari; vorrei capire se vi
ritenete soddisfatti fino ad ora delle critiche ricevute...
(Stefano) Allora, le critiche sono in massima parte più che
positive, ma quasi nessuno è entrato nei dettagli, per cui i
particolari nel songwriting di cui per fortuna parli, che abbiamo
curato con la massima attenzione e di cui siamo particolarmente
soddisfatti, sembra siano passati quasi totalmente inosservati, forse
perché comportano un ascolto attento e ripetuto che i critici non hanno
avuto il tempo di fare, o forse di scrivere. Per quanto riguarda il
pubblico, dai riscontri di vendita pare che ci abbiano quasi del tutto
ignorato; in definitiva abbiamo avuto successo di critica ma non di
pubblico, esattamente il contrario di quello che ci vuole per vendere e
quindi fare carriera; questa situazione è dovuta principalmente al
fatto che, a causa degli mp3 ma non solo, i cd non si vendono più senza
un "lancio" promozionale ed uno sforzo economico notevole... inoltre a
causa di tutto ciò abbiamo interrotto la composizione di pezzi nuovi,
ci siamo "surgelati" in attesa di capire che passi fare. E' triste
perché avevamo un sacco di buone idee in cantiere che forse andranno
perse... (mi auguro sinceramente che non finisca così! N.d.P.)
(Alessandro) Il mondo della produzione musicale è in totale
riassetto, noi che siamo solo una briciola, come i grandi, aspettiamo
di capire dove andare. Le ottime recensioni, per noi come per altre
band, non si traducono in richieste di live né tantomeno in copie
vendute. Stazionano sulle homepage delle webzines solo per poche ore,
al massimo un giorno. Chi vuoi che se ne accorga? Chi credi abbia il
tempo di leggere tutte le reviews che persone come te firmano ogni
giorno? Verissimo,
se poi si pensa che tutti attendono solo di leggere e commentare con le
loro critiche "sacrosante" i nuovi dischi di Iron Maiden, Metallica e
compagnia bella, la vedo sempre più grigia per l'underground,
soprattutto nostrano... N.d.P.)
Siete soddisfatti del contratto raggiunto con la UK Division e del
lavoro che ha svolto o sta svolgendo per voi? Siete a conoscenza di
come l'album sia distribuito in Europa e nel mondo?
(Stefano) Con la Uk division non abbiamo contatti, di questo se ne
occupa il nostro management Alkemist Fanatix, che cura anche la
distribuzione.
(Alessandro) E' solo un'etichetta alla quale ci siamo appoggiati
per motivi di tipo burocratico, non abbiamo mai firmato nulla e non ho
mai ricevuto neanche una mail da loro. Ho la ragionevole certezza di
pensare che non hanno assolutamente ascoltato l'album. L'Alkemist cura
solo ed esclusivamente la promozione e la distribuzione di quest'album.
Come nasce un brano dei Loadstar? Siete i
principali songwriters della band, arrangiatori e quant'altro, o è un
lavoro in team che porta al risultato finale? Mi piacerebbe anche
capire se i brani dell'album erano in cantiere da tempo, o sono nati
solo in questi ultimi anni...
(Stefano) Dei dieci brani originali dell'album, cinque risalgono
agli anni 80, e gli altri ai 2000. I brani generalmente nascono
dall'idea di un riff o di una melodia che poi si assemblano pezzo per
pezzo con altri riff e melodie già esistenti o composte ad hoc, in
altri casi la song viene concepita quasi completa da me o da Alessandro
e poi arrangiata con le idee che mano mano affiorano durante le prove.
(Alessandro) In linea di massima mi occupo delle parti vocali e
dei testi, a Stefano tocca il compito di sviluppare i passaggi
strumentali, ma con l'arrivo di Bruno credo e spero che anche questo
processo subirà delle variazioni.
Mi ha lasciato sorpreso, ma affascinato, la
riproposizione di un classico della tradizione popolare delle vostre
terre, "Canzone Appassiunata"; da dove è nata questa "necessità", se
così possiamo definirla? E' stato un episodio isolato o pensate di
riproporre altri brani sulla falsa riga in futuro?
(Alessandro) Si tratta di un'idea intorno alla quale giravo da
tempo. Volevo mettere in comunicazione il metal ed il mondo dei
neomelodici che a mio parere condividono l'ostracismo dei media
nazionali, ciononostante hanno i loro buoni dati di vendita ed i loro
circuiti. La scelta di un classico napoletano, mi sembrava la maniera
giusta di salire con le scarpe sul salotto buono della tradizione. Ida
Rendano, che ha collaborato con i grossi musica della canzone
neomelodica napoletana (Gigi D'Alessio, Nino D'Angelo ed altri) è
entrata in studio in un pomeriggio invernale ed ha inciso alla prima
take la versione che senti sul disco, lasciandoci una lezione di
professionalità, competenza ed apertura mentale da manuale. Si è
trattato di un'operazione "politica" che ha anche dato buoni frutti sul
versante della visibilità della band nei media che non sono di settore.
Non credo che con il nostro album, fatto di brani originali, avremo mai
avuto l'attenzione di Repubblica e Rolling Stone. I media metal, tranne
rari casi, hanno del tutto ignorato questo brano del disco, preferendo
non farsi e farci domande. Mi piacerebbe che non fosse un episodio
isolato, ma in questa band non tutti la pensiamo allo stesso modo e per
una sana regola di democrazia spesso certi sentieri restano
inesplorati.
Come vivete attualmente la situazione live? Riuscite a proporvi spesso
dal vivo, o le situazioni che si vengono a creare sono poche e mal
gestite? Nel Nord Italia c'è sempre poco spazio per chi cerca di
portare la propria musica inedita dal vivo, come descrivi la vostra
situazione?
(Alessandro) Faccio una premessa, io lavoro come organizzatore di
concerti di pop italiano e jazz e blues straniero, è il lavoro che
faccio da 10 anni full time e mi permette di vivere e di far vivere la
mia famiglia. Ciò detto, le presenze ai concerti metal sono scarse,
troppo scarse, ai nostri come a quelli più grandi. Ciò obbliga i
gestori dei locali a escludere dalla programmazione le band che suonano
questo genere. I metallari non vanno ai concerti o non ci vanno
abbastanza: è una constatazione che tutti hanno paura di fare e non
capisco perchè. E' questo il vero male del metal in Italia. Se 400
persone fossero sempre presenti, chiunque vende birra metterebbe a
disposizione il proprio palco. I gestori dei locali vivono del profitto
del bar. Se programmano le Tribute band è perché così possono vendere!
Queste persone non sono direttori artistici, non hanno il compito di
selezionare le band, scovare nell'underground i nuovi Iron Maiden,
queste persone devono solo venderti a 100 ciò che comperano a 50. Il
resto è poesia, che serve solo a riempire i forum di pagine di inutili
lamentele. Ciò chiarito, perché un gestore di Roma deve chiamare i
Loadstar a suonare pagando loro cachet e rimborso spese se ha
disposizione band locali che sicuramente gli assicurano delle presenze
essendo radicate sul territorio?
Cosa pensate dell'attuale scena metal
italiana? Seguite il movimento underground italiano e straniero, grazie
ai nuovi e numerosi canali che permettono di avvicinare una band molto
più semplicemente che un tempo?
(Alessandro) Seguo la scena anche se non in maniera assidua, vedo
cose interessanti ma anche tanta omologazione... se prendi Heavy Metal
Eruption, la prima compilation di metal italiano, c'erano band molto
diverse tra loro, gli Shining Blade e la Strana Officina, i Death SS ed
i Rollerball... oggi ci si può permettere di organizzare festival a
tema Black o Sleaze; vuol dire che ci sono molte più band, ma che si
somigliano un po' troppo. La scena napoletana è ricca e varia, i
MindKey ne sono la punta di diamante, ma anche Savior from Anger e
Nameless Crime hanno produzioni di notevole livello. Ovviamente non
cito i side project di Masulli perchè il mio giudizio sarebbe troppo di
parte.
Ma come vedi, tante band, tanta stampa di settore (le webzines
ormai non si contano più...) e i concerti vanno deserti... se pensi che
gli Exodus hanno totalizzato meno di 300 paganti qui a Napoli! Gli
Exodus? Un gradino sotto Metallica e Slayer credo ci siano solo loro.
Ricalcando la precedente domanda, l'attuale
utilizzo di internet vi ha permesso di spalancare i vostri orizzonti ed
ampliare il numero dei sostenitori?
(Alessandro) Assolutamente sì, si sono moltiplicati i contatti, ma
la scena è quella che è, per i motivi già esposti. La rete aiuta ma non
modifica lo stato delle cose. Abbiamo venduto circa 60 copie del disco
e non abbiamo ricevuto nessun feedback da chi l'ha acquistato, due
righe anche solo per dire non mi piace?
Programmi per il futuro, sbizzarrisciti e lascia ben sperare quanti amano la vostra musica...
(Alessandro) Siamo in attesa di nuovi stimoli per comporre, in
previsione di un altro disco che si spera venda più di 60 copie o di
suonare dal vivo più di due volte l'anno... la scena non è
assolutamente invitante. Magari decidiamo di scrivere le musiche per
"La Tempesta di Shakespeare" in versione metal, e allroa ci viene più
voglia di comporre o magari fare un intero album di cover classiche
napoletane... in poche parole spostando l'attività in direzione di
progetti che possano avere un feedback, non il nulla totale.
L'intervista si conclude qui. Vi ringrazio per
il tempo speso a rispondere alle domande anche da parte dei lettori di
Shapeless, e lascio a voi la conclusione di questo nostro scambio di
parole, incitandovi a ricordare dove vi si può trovare e contattare...
alla prossima!
(Alessandro) Grazie per averci dato modo di parlarvi della nostra
musica e per averci dedicato il vostro tempo, contattateci pure sul
Myspace, e se avete voglia comprate il disco direttamente da noi. Ma
soprattutto andate a sentire la musica dal vivo ed invitateci a
suonare! Grazie
Sito internet: http://www.myspace.com/loadstar2006