Dream Steel
(Danny Boodman - Giugno 2008)


Da un po' di tempo a questa parte il prog metal di casa nostra sembra un po' in sottotono: è con molto piacere, quindi, che lascio spazio ai Dream Steel, una band che, anche grazie al lavoro della My Kingdom Music, ha sfornato un lavoro di altissimo livello. Ecco l'intervista che abbiamo realizzato con il chitarrista Daniele Mazzanti.



Ciao ragazzi, complimenti per lo splendido lavoro! Partiamo un po' con la vostra storia: raccontateci un po' chi sono i Dream Steel.
Il gruppo nasce parecchi anni or sono, quando frequentavo il liceo. Ovviamente era un progetto puramente amatoriale. Per anni navigammo nel limbo delle band da sala prova in orario da fuga scolastica. Eravamo ovviamente compagni di classe o di compagnia. I cambi di formazione si susseguivano continuamente (ti basti sapere che sono l'unico "sopravvissuto"). La band cominciò a prendere vita seriamente solo con l'ingresso di Kiss, l'attuale drummer. All'epoca eravamo ragazzi, fondamentalmente imbranati con gli strumenti in mano, però Matteo (sì, ha anche un nome!) mostrava già un notevole talento e, inutile dire, per un gruppo con la passione per il power metal, avere un batterista potente faceva la differenza. Si può dire che la storia iniziò da lì. Ben presto vennero arruolati Alex, Diego e Andrea (lo storico ex chitarrista) ed il gruppo cominciò a lavorare su pezzi propri e ad acquisire una propria identità. Dopo una demo decisamente immatura ma molto formativa a livello personale quale "Kiss Of The Shadow", cominciammo a fare "sul serio". Nel senso che per i componenti della band era chiaro che non si trattava più di un hobby a tempo perso o di un piacevole passatempo, ma di un lavoro vero e proprio che, come tale richiedeva tempo, sacrifici ed impegno, per poter ottenere delle gratificazioni. Il passo successivo fu l'incisione di "Thinking About Infinity", che ci diede modo di conoscere i Fear Studio di Alfonsine (mai più abbandonati in seguito) e soprattutto ci fece sentire l'esigenza di avere una tastiera per completare il nostro suono, che in effetti solo con le chitarre non ci "bastava" più. Arruolammo così Simone che sfortunatamente ci dovette abbandonare poco dopo. Successivamente Marco entrò a far parte della band e Andrea invece abbandonò per impegni professionali. Decidemmo di andare avanti con una sola chitarra. Per me fu una sfida molto importante, perché fino a quel momento mi ero sempre occupato "secondariamente" dell'aspetto ritmico del mio strumento. Nei mesi successivi stravolsi il mio modo di suonare; il tutto mentre Marco (proveniente da un background musicale molto diverso) portava idee fresche e molto nuove nella band. Fu un periodo di profondi mutamenti, di maturazione profonda della band e soprattutto momenti in cui tra noi si creò un legame di fratellanza vera e propria. La demo "The Flight Of A Butterfly" fu il risultato di questo periodo "vulcanico". Con essa arrivarono le tanto sognate proposte di contratto che ci fecero approdare alla My Kingdom Music, con la quale abbiamo prodotto questo disco.

Come siete arrivati al contratto con la My Kingdom Music (che generalmente tocca generi piuttosto diversi dal vostro)?
Siamo stati contattati direttamente dalla My Kingdom Music ed abbiamo avuto modo di capire subito la professionalità di Francesco Palumbo ed il suo staff, dopo di che ci siamo presi il nostro tempo per poter scegliere tra le varie proposte pervenute, ma sinceramente lo stile con cui sono state portate aventi le trattative e la qualità dell'offerta non ci hanno fatto indugiare molto sulla scelta definitiva.

Passiamo a "You": come avete lavorato per creare questo CD?
Come è nostro stile, "You" è un lavoro decisamente corale in cui ogni singolo ha messo in campo in maniera sinergica le proprie idee portando in campo le varie influenze, creando una sonorità alla continua ricerca della personalità.
A livello organizzativo, abbiamo optato per creare in primo luogo una pre-produzione, dalla quale siamo riusciti a correggere le varie sfumature strutturali ed a fare un grosso lavoro a livello di cori e seconde voci, poi come ormai consuetudine, ci siamo affidati all'esperienza dei FearStudio per dare la sonorità definitiva al nostro lavoro.

Nell'album ci sono alcuni pezzi tratti dal vostro ultimo demo: li avete modificati o sono rimasti uguali?
Sì, abbiamo deciso di riproporre quei brani che non meritavano di essere confinati in un Demo, e che, pur essendo di qualche tempo addietro, hanno mantenuto aderente il loro impatto sonoro alla attuale impronta emotiva e stilistica che caratterizza "You". Ovviamente è stato eseguito un sapiente lavoro di remixaggio, essenziale per dare omogeneità alla proposta sonora.

La produzione dell'album è ottima: come vi siete trovati in studio?
Ci siamo trovati benissimo. Agli ormai celeberrimi Fear Studio di Afonsine avevamo già prodotto la demo "The Flight Of A Butterfly" e, prima del mio arrivo nella band, i ragazzi avevano registrato il precedente lavoro. I risultati erano stati in entrambi i casi ottimi, dunque siamo andati ad occhi chiusi senza pensarci due volte.
Ci tengo poi a specificare che siamo stati seguiti da Simone Mularoni (e approfitto per salutarlo), il quale ha fatto davvero un lavoro eccezionale. Siamo molto soddisfatti del suono e siamo felici di sapere che anche gli "ascoltatori professionisti" apprezzino.

Nella recensione dicevo che spesso nei lavori a cavallo tra il power e il prog i due generi finiscono per intralciarsi a vicenda. Non è il vostro caso, naturalmente, ma secondo voi può essere vera questa affermazione?
Verissima. Come te credo che in certi casi i due diversi stili finiscano per cozzare tra loro, soprattutto se il "power-prog" che si propone sia stato il frutto di una ricerca mirata e razionale, magari dettata dalla volontà di dimostrare all'interno di un brano semplice e diretto le proprie doti tecniche.
Parlando dei DreamSteel, siamo partiti dall'idea di non seguire, né in fase di composizione né di arrangiamento, nessun preciso canone stilistico. Insomma non volevamo essere legati a nessun genere prefissato, per cui abbiamo proceduto con massima libertà e assenza di vincoli, seguendo solo le ispirazioni e le emozioni del momento.
Forse è per questo motivo che gli inserti "prog-eggianti" o i ritornelli "power" non si intralciano, ma anzi si completano reciprocamente.

Quando è importante per voi la tecnica strumentale?
A mio parere la tecnica è solo lo strumento attraverso cui esprimere quello che si ha dentro. Se non c'è ispirazione, la tecnica è inutile, fine a sé stessa.
Quindi la bravura esecutiva di un musicista può essere importantissima per permettergli di tradurre in note il proprio pensiero, ma, come dicevo prima, può anche trasformarsi in una dote da voler mostrare a tutti i costi, finendo col tralasciare il più importante lato artistico.

Quale brano del CD è, al momento, il più rappresentativo della vostra realtà?
Ogni brano contenuto nel disco rappresenta un aspetto del nostro modo di concepire la musica, e mi risulta molto difficile eleggerne uno come unico rappresentante. Indubbiamente però la titletrack "You" può essere considerata come una importante fotografia della nostra attuale realtà. Questo sia per il contenuto musicale ed il tipo di sonorità che abbiamo ricercato in fase compositiva, sia per il significato del testo. E' una canzone particolarmente introspettiva che parla del legame diretto che esiste tra ognuno di noi e tutte le persone che lo circondano, e di come le azioni e i sentimenti delle persone che abbiamo accanto formino e condizionino la nostra personalità.

Adesso cosa state programmando per il futuro?
Abbiamo appena portato a termine una serie di date di supporto alla promozione del disco, e adesso ci apprestiamo a stabilire gli appuntamenti live futuri. Il nostro management si sta occupando di valutare diverse proposte, e sicuramente a breve ci saranno importanti novità, un piccolo anticipo può essere la nostra partecipazione al Metal Disorder a settembre 2008. Poi, siccome non riusciamo mai a stare fermi, stiamo già lavorando alla stesura dei brani che comporranno il prossimo disco.

L'aspetto live è importante per voi?
Importantissimo anzi, direi "vitale". Personalmente ritengo che purtroppo si sia persa un po' la cultura del live specialmente qui in Italia. E' triste vedere che molti ragazzi non seguono nemmeno i loro idoli dal vivo; come se un concerto fosse una perdita di tempo rispetto alla comodità di ascoltare il cd in casa propria. Questo è triste, perché il concerto trasmette un'adrenalina e un'energia che non è replicabile. E' una particolare alchimia che si crea tra la band e il pubblico; è un momento in cui non esiste più il muro dell'anonimato dietro le note di una canzone. Siamo tutti lì, a gridare le stesse emozioni. Poi andare a un concerto è sempre un'ottima occasione per condividere una bella esperienza coi propri amici, e ritengo che sia una delle cose più importanti in assoluto questa.
Dal canto nostro lavoriamo moltissimo per realizzare delle esibizioni live di qualità. Studiando al meglio l'esecuzione dei brani e lavorando di fino sull'impatto sonoro esterno e sulla resa di ogni singolo dettaglio. Questo perché ritengo che ogni singolo partecipante del pubblico meriti in assoluto il meglio da tutti noi. Ti basti sapere che prima di salire sul palco difficilmente ci concediamo anche solo una birra (recuperiamo poi a concerto finito)!!!

Nei testi di cosa parlate? Sono un aspetto importante o comunque sono subordinati alla musica?
Le sfere emozionali toccate a livello musicale e lirico, sono, e spero risultino, strettamente legate.
In un contesto di reciproca influenza muovono passi serrati in ambito introspettivo, sfiorando la sfera onirica partendo dalla quotidianità che giorno dopo giorno, se vissuta non in maniera approssimativa, è fonte inesauribile di ispirazione.
Nei testi, mettiamo quindi in campo un forte contenuto emotivo, che viene arricchito da costrutti musicali atti ad esprimere sentimenti ed a suscitare emozioni.
Per quanto riguarda le tematiche, sono tutte decisamente introspettive e mirano ad esternare la nostra visione di un particolare momento piuttosto che una particolare sensazione, in cui penso e mi auguro possano ritrovarsi e scoprirsi molti ascoltatori.

Bene, abbiamo finito. A te le ultime parole.
Concludo con un sentito ringraziamento a tutto il nostro staff e ai nostri amici. Persone veramente fantastiche con cui è un piacere incredibile condividere questa "avventura". Credo che la nostra realtà sarebbe ben diversa se non avessimo avuto persone così speciali accanto ad aiutarci specialmente nei momenti più difficili, quindi mi auguro di averli sempre accanto sulla strada che abbiamo intrapreso, per poter condividere insieme sia i momenti più belli che quelli più difficili.
Grazie davvero.



Sito internet: http://www.myspace.com/dreamsteel