Aleph
(PaulThrash - Giugno 2009)
Ritornano ad infiammare gli animi i bergamaschi Aleph, a 3 anni di
distanza da "In Tenebra", che da corposo Ep si era trasformato in debut
album per il quintetto lombardo. Questa volta lo fanno con "Seven Steps
of Stone", nuova pietra miliare che viene a confermare nuovamente i
nostri come una fra le migliori metal band della nostra
penisola,posizionandosi ancora su alti livelli di songwriting
e mostrando una cura maniacale negli arrangiamenti. Eccovi lo scambio di opinioni con Dave, una delle due chitarre della band:
Ciao Dave, domanda forse insolita come apertura, ma vorresti prima di
tutto definire cosa suonano gli Aleph? Nella mia recensione ho
segnalato il vostro genere come "thrash dark prog metal", appellativi
che ovviamente sembrano tutti cascare a pennello sulla vostra proposta,
ma vorrei capire da chi partecipa in prima persona qual è il punto di
vista...
Mancano il Doom e il Black metal... scherzi a parte, noialtri
andiamo dove ci portano le canzoni... in "Seven" puoi trovare molti
elementi di molti sottogeneri del Metal e tutti suonano credibili,
trasformati nel suono Aleph. Abbiamo scelto la definizione "Dark-Death
Metal", che rende giustizia al vero intento della musica, che è cupa,
elaborata e potente, piuttosto che una somma di aggettivi che può
generare confusione.
Eh eh, anche Doom e Black ci stanno, ma
sembrava già abbastanza piena come definizione... "Seven Steps of
Stone", a cosa vi riferite? C'è un concept che lega le composizioni
presenti nell'album?
I sette gradini di pietra compaiono in "Chimera", e sull'ultimo di
essi muore il protagonista della canzone. I testi sono percorsi dal
tema degli opposti: luce/ombra, bene/male, mondo della superficie/mondo
infero... non è un concept nel senso di "Mindcrime" o "Them", ma
durante la stesura dei pezzi questa tematica è emersa in modo
prepotente.
Chi è il principale compositore all'interno
della band? Mi sembra di ricordare che uno fra di voi in particolare si
prenda cura di musica, tanto quanto di tematiche trattate...
Della musica e dei testi ci siamo sempre occupati io e Manuel
(batteria), e da qualche tempo anche Lorenzo (l'altra chitarra) porta
le sue idee... "Chimera" è gran parte opera sua, testo incluso. Su
"Seven" è stato Manuel a contribuire maggiormente alla creazione dei
brani.
Ancora una volta la Fuel ha prodotto il vostro
lavoro: come vi trovate con l'etichetta? Sta promuovendo a dovere il
nuovo album, e distribuendolo capillarmente in tutto il mondo?
La Fuel (e Sweet Poison) è ok, sta promuovendo adeguatamente il
disco in Italia e ha chiuso contratti di distribuzione in tutta Europa.
In questa occasione vi siete affidati a mani
esperte per il missaggio e la masterizzazione dell'album; vuoi parlarci
di come si è svolta la sessione di registrazione, e magari raccontarci
qualche simpatico episodio del periodo passato in studio?
Tutto molto professionale e di grande insegnamento per il futuro...
impari di volta in volta dai tuoi errori, impari a valorizzare i tuoi
punti di forza e a ottenere il suono che vuoi comunicare al pubblico.
Sui simpatici episodi preferisco avvalermi della facoltà di non
rispondere.
Speriamo almeno che ve ne siano stati di episodi quantomeno da
ricordare, eh eh... E' notizia recente il vostro passaggio a sestetto,
con l'ingresso in formazione di Paolo Distefano come cantante: perchè
hai deciso di dedicarti esclusivamente alla 6 corde? Soprattutto
intercorso un così breve lasso di tempo dall'uscita dell'album, che ti
vede ancora dietro il microfono...
La decisione l'avevo presa tempo prima di registrare, ma cercare un
cantante che interiorizzasse le parti avrebbe richiesto troppo tempo, e
il disco non sarebbe ancora uscito. Questo era l'unico momento
possibile per introdurre Paolo al pubblico.
Come viene recepito il vostro lavoro dal pubblico e dagli addetti ai
lavori? Mi rendo conto che la proposta non è facilmente assimilabile, e
vorrei capire se vi ritenete soddisfatti fino ad ora delle critiche
ricevute...
In generale abbiamo avuto recensioni buone e ottime sia su carta
che sulla rete, dall'Italia e dall'estero. Solo qualche webzine si è
mostrata fredda riguardo alla nostra musica, ma è parte del gioco.
Situazione live: come la vivete? Riuscite a promuovere con assiduità
"Seven Steps of Stone"? E soprattutto, la Fuel (o chi per essa)
contribuisce a supportarvi favorendo il vostro inserimento in eventi
live in Italia o all'estero?
La label si sta muovendo per qualche contatto estero, ma la maggior
parte del lavoro, quello "sporco", lo deve fare la band. Diciamo che la
situazione live in Italia è a tratti drammatica. La cultura musicale
italiana è a tratti imbarazzante. Anche tra i metalheads.
Concordo, soprattutto quando si ha a che fare
con molte prime donne che credono che la scena sia tutta solo e
solamente per loro... Ti faccio una domanda che ho già utilizzato altre
volte, ma credo centri ottimamente l'argomento... Considero
fondamentale seguire la scena underground: se si fa parte di un mondo,
quel mondo va vissuto in tutto e per tutto, anche se il più delle volte
sono solo pochi membri delle band che militano nello stesso underground
ad avere un occhio di riguardo per la nostra florida scena nazionale...
tu come ti poni, in tutta onestà? Segui in maniera distaccata, oppure
supporti, vai ai concerti, compri i cd di altre realtà italiane e
straniere del sottobosco metal?
E' da lì che veniamo ed è lì che stavamo fino a poco fa.
L'underground è il cuore della musica, da lì passiamo tutti... e non
appena posso seguo le band che mi piacciono e le supporto, con la
presenza, con l'acquisto dei dischi e con il passaparola... e se va
bene finisco anche a suonare con qualcuna di loro.
L'intervista si conclude qui. Ti ringrazio per
il tempo speso a rispondere alle domande anche da parte dei lettori di
Shapeless, e lascio a te la conclusione di questo nostro scambio di
parole, incitandoti a ricordare dove vi si può trovare e contattare...
alla prossima!
Grazie a te, Paul. Potete trovarci su http://www.alephmetal.org/, su Myspace e su Facebook. A presto!
Sito internet: http://www.alephmetal.org/