U.N.O.
(Hellvis - Aprile 2010)


"Poi Dice Che U.N.O. Si Butta A Sinistra", il nuovo lavoro degli U.N.O., è una confortante istantanea dello stato di salute della scena prog italiana. Non poteva quindi mancare un'intervista all'ottimo gruppo romano. Il cantante Felice ha risposto cortesemente alla mie domande, inviategli tramite mail.



Salve ragazzi, e complimenti per il vostro nuovo album. Come stanno reagendo pubblico e critica nei suoi confronti? Siete totalmente soddisfatti del disco, o a parer vostro avrebbe potuto essere ancora migliore?
Grazie, siamo contenti che ti piaccia. Le recensioni fatte finora sono tutte positive, anche quelle che hanno messo - giustamente - in evidenza i limiti del disco, alla fine ci hanno dato un voto alto come a dire: "nel complesso è un buon album". Il disco però ha anche dei limiti, dovuti al fatto che è stato composto e registrato 3 anni prima della sua uscita, questo significa che una volta dato alle stampe, noi stavamo già pensando altro, eravamo già in cammino verso altri sentieri. Questa è la croce delle autoproduzioni, il gioco (giammai il lavoro!!!) musicale deve conciliarsi con gli altri impegni. Ne consegue che sicuramente il disco - quantomeno per le nostre orecchie - avrebbe potuto essere migliore. Ma il bello di un disco è anche il fatto che sia una istantanea del periodo che attraversi e "Poi Dice" alla fine lo è.

Nel libretto di "Poi Dice Che U.N.O. Si Butta A Sinistra", avete specificato come questo lavoro non vada inteso strettamente come un album politico. Pensate che queste intenzioni siano state correttamente recepite da chi abbia avuto a che fare col vostro disco, oppure il messaggio dell'album è stato a volte completamente travisato? E, secondo voi, le idee politiche dei vari recensori hanno influito sul giudizio dell'album, quasi relegando il valore della musica in secondo piano?
"Poi Dice" non è un disco politico perchè è un disco anarchico. Anarchico dal punto di vista compositivo, realizzativo e nei contenuti. In copertina, proprio accanto al titolo, la falce e il martello diventano un punto interrogativo e la sintesi grafica di una eterodossia politica che proviene - questo sì - dal mondo della sinistra, ma là non si ferma. E' molto facile, per uno sguardo superficiale, non cogliere questa sfumatura, per questo abbiamo inserito nel libretto una guida all'ascolto che pu˜ essere utile. In genere si tende a guardare alla superficie, a quello che balza subito agli occhi. Ti faccio un esempio: la canzone "Gli Anni Di Pongo" in genere la interpretano come un inno alla lotta armata, ma se uno legge bene il testo, dice tutto il contrario. Ti trae in inganno la voce megafonica e l'inizio del testo. Quando uno la interpreta male, vuol dire che si è fermato alla superficie.
Finora non mi è sembrato che nessun recensore abbia fissato il proprio giudizio sulla parte exramusicale. Certo credo che se uno ha simpatie di destra sia portato quantomeno a non condvidere parte dei testi.

"Poi Dice Che U.N.O. Si Butta A Sinistra" rappresenta il vostro stile più attuale e maturo. Quanto è rimasto dei vostri lavori passati nel nuovo disco? In cosa se ne differenzia maggiormente, secondo voi? E che opinione avete dei vostri lavori precedenti?
Gli U.N.O. sono nati come un esperimento e i nostri precedenti dischi sono 3 differenti mondi. Il primo, "Oggetti Rumorosi Non Identificati" è un disco eterogeneo e che è nato in studio, cioè non abbiamo mai provato assieme i pezzi. Il secondo "Tutti X U.N.O. X Tutti" è un live nel quale abbiamo rimaneggiato risuonato delle cover. Il terzo, "U.N.O. Strappo Alla Regola" è un concept album molto più classico rispetto ai precedenti. "Poi Dice" è meno progressive di "Uno Strappo", sicuramente meno poetico e più duro, ci sono canzoni meno pro-gressive e più ag-gresive. Rispetto a "Oggetti Rumorosi" è più coerente dal punto di vista stilistico.

Quali tra le canzoni presenti nel vostro nuovo disco pensate vi rappresenti al meglio? E qual'è il brano al quale siete più affezionati?
"Geronimo" è il pezzo al quale siamo più affezionati e che forse ci rappresenta meglio, per ora; è quello che quando suoniamo piace di più (forse) e il brano che ci ha fatto vincere (anche perdere immeritatamente) alcuni concorsi. Ma il capitolo concorsi è una storia scandalosa che meriterebbe una trattazione a parte. Fermiamoci qui.

Riguardo alla suite conclusiva, "Sentieri Di Versi", essa è la dimostrazione di quanto siate ambiziosi e consapevoli dei vostri mezzi. Quando è nata l'idea di realizzare una composizione legata alla storia dell'Italia dal dopoguerra in poi? Quanto tempo ci avete messo per comporla ed arrangiarla?
Ti ringrazio.L'idea mi è nata leggendo una "Storia d'Italia" del "Vernacoliere" (il giornale satirico livornese) molto divertente. Avevamo una serie di pezzi ed abbiamo pensato di usarli per raccontare questa sinteticissima storia d'Italia. Una volta scelti i pezzi non ci abbiamo meso molto. Più che altro abbiamo discusso a lungo sul fatto se fosse una cosa opportuna inserirla in un disco, qualcuno di noi aveva paura che il minutaggio del disco fosse eccessivo.

Quante volte vi trovate alla settimana per provare? E qual è il vostro modo di comporre? C'è un compositore principale tra di voi?
Proviamo in genere una volta a settimana, ma quando è necessario intensifichiamo le prove, anche perchè ci divertiamo molto. Buona parte delle prove la passiamo improvvisando versioni stralunate dei nostri pezzi, così tanto per prenderci in giro. Finora i maggiori compositori del gruppo siamo io e Danilo, il tastierista. Noi in genere arriviamo con melodia e accordi, ma è solo in fase di arrangiamento i pezzi prendono la loro veste definitiva. Alla fine si può dire che ognuno mette il suo contributo, gli "autori" si limitano a dare degli input.

Quali sono le vostre fonti di ispirazione? E le vostre radici musicali?
Tento di dirti i gruppi che ci piacciono: Pink Floyd, Cure, Pearl Jam, Rage Against The Machine, Nirvana, Fabrizio De Andrè, Skunk Anansie, Porcupine Tree, Police.

Qualcuno della band partecipa anche ad altri progetti musicali?
Io e Franz (il chitarrista) suoniamo in un gruppo che fa canzoni in romano, ci chiamiamo Scapijatura Romana. Franz e Danilo invece suonano in un gruppo hard rock, i Graal. Alessio (il batterista) suona con una cover band di Eric Clapton, i Manolenta

Suonate spesso dal vivo? Come reagisce il pubblico durante i vostri concerti? E cosa provate voi stessi, una volta sul palco?
Dal 2004 ad oggi abbiamo fatto diversi concerti. L'altr'anno abbiamo suonato abbastanza, quest'anno è cominciato in salita, speriamo che con l'estate vengano fuori un po' di date. La dimensione live è senza dubbio quela che ci piace di più, ci divertiamo molto tra di noi e ci sembra che questo arrivi a chi ascolta.

Cosa significa suonare prog in Italia, e oggi?
Significa farsi il culo per arrivare con fatica a poche persone. E' triste dirlo, ma al di fuori del main e mediumstream non ci sono spazi. Se non fai la hit, se non assumi le pose da MTV, non hai possibilità di campare con la musica e di conseguenza non puoi dedicargli tutto il tempo che hai (per tornare a quanto dicevamo all'inizio). Non è questo che ti ferma, però è dura.

Ci sono altre band valide alle quali vi sentite legati in quanto a stile ed ispirazione, che vi sentireste di consigliare ai nostri lettori?
Ce ne sono tantissime tra gli amici e non, in Italia e a Roma in particolare. Manca solo una "industria" che ne faccia qualcosa di importante come avviene in Inghilterra o in America. Qualche nome? I primi che mi vengono in mente: Bah Boh Mah, Pura Utopia, Andrea Ra, Verbamanent, Ultimavera, Aima e ... ce ne sono troppi

Cosa dobbiamo aspettarci dagli U.N.O. per il futuro?
Tanta musica

Bene, questa breve intervista è finita. A voi le ultime parole.
Grazie per il vostro esservi interessati alla nostra musica... Buongustai!!!!



Sito internet: http://www.unopertutti.net/