Guida al Doom
(Muad'Dib - Giugno 2003)


Campane a morto, pioggia che scroscia ed il rombo minaccioso di un tuono in lontananza. Questa in sintesi è stata la nascita del Doom Metal, con l'omonimo e claustrofobico primo album dei britannici Black Sabbath, aperto dal riff più malevolo e funereo che sia mai stato forgiato nella storia del Metal.
Probabilmente questi quattro ragazzi di Birmingham non si rendevano minimamente conto di ciò che stavano ingenuamente creando, in quei lontani anni la loro musica era semplicemente definita Rock'n'Roll... eppure nei dischi dei Black Sabbath sono contenute le radici e le fondamenta dell'attuale Metal in circolazione.
Nel 1970 uscì il debutto discografico della band, guidata dall'ex macellaio Ozzy Osbourne, che con il suo tipico cantato cupo e indemoniato ha saputo dare ai Sabbath quell'alone di mistero e di malvagità che ancora oggi sopravvive. Tutto in questo disco lascia intravedere scenari morbosi e sepolcrali, a iniziare dalla grottesca copertina dell'artwork, ma quello che riesce a dare un vero e proprio shock all'incauto ascoltatore, è l'oscuro e malevolo modo di concepire riff e composizioni in "triade" nel 1970!
Giusto per precisare, le armonie in triade sono frutto dell'accostamento di note fra di loro apparentemente dissonanti, che unite assieme danno all'ascoltatore una sensazione di fastidio e di inquietudine, per questo motivo nel Medioevo veniva proibita l'esecuzione della cosiddetta "Triade del Diavolo", perché si pensava fosse frutto di un'ispirazione venuta dal demonio. Un classico esempio di riff in triade è proprio la canzone "Black Sabbath", al giorno d'oggi concepire riff in "triade" è una cosa di cui tutti abusano, soprattutto in campo Death e Black Metal.
Finora ho continuato a parlare di questo gruppo e continuerò a parlarne anche in seguito, probabilmente il Doom Metal è la musica più di "nicchia" che esista in circolazione e quello che mi preme far capire è la collocazione del genere e la sua nascita temporale.
A livello di sensazioni il Doom è la musica che più di tutte riesce a ricreare scenari evocativi, mistici, sepolcrali e funerei, ricchi di cupa inquietudine e di oscura, malinconica tristezza. Tutto questo viene solitamente abbinato ad una sinuosa e drammatica pesantezza, per questo motivo, nel corso della sua Storia, il Doom Metal è sempre stato considerato dai "critici" (mah...) un genere noioso e poco interessante. Niente di più sbagliato. In ogni genere musicale ci sono gruppi noiosi ed altri che hanno prodotto musica eccellente. Se qualcuno etichetta il "Doom Metal" come genere noioso e scadente significa che ha prestato poca attenzione a ciò che ha ascoltato. Tutto qui.
Rispetto alle altre guide il Doom Metal non ha bisogno di descrizioni cronologiche e di un elenco dettagliato di nomi maggiori e minori. Non è mai esistita una scena Doom Metal ben precisa in un determinato periodo, è esistito un unico gruppo, i Black Sabbath, che ha dato origine ad un certo tipo di sonorità cupe, rallentate e farcite di tematiche apocalittiche e misteriose, col passare del tempo la strada tracciata dai Maestri si è suddivisa in tante direzioni diverse, in alcuni casi è rimasta simile all'elemento primordiale, in altri casi ha avuto uno spirito simile ma del tutto differente nell'approccio.
Essenzialmente ci sono due filoni primari dell'Heavy Metal oscuro (o Dark), quello cadenzato e vicino ai ritmi lenti degli anni '70 e quello veloce e metallico nato dalla NWOBHM e caratteristico degli anni '80. Senza contare le ulteriori combinazioni nate dalla fusione fra generi diversi ma affini a sonorità cupe e apocalittiche come l'Epic Dark o Epic Doom, il Rock Progressive Dark o i dischi di alcune band Death/Black/Gothic che hanno adottato il classico suono rallentato e sabbathiano.
Nei seventies non furono molti i gruppi che si avvicinarono a suoni e a tematiche decisamente oscure e sinistre. I Black Sabbath furono gli unici a fondere scenari di desolazione e di morte con il nascente Rock duro del periodo, che si sposava perfettamente in un'alchimia dannatamente demoniaca. Nell'arco di trent'anni i Sabbath hanno prodotto un'infinità di dischi e cambiato svariati membri nella loro line-up. Il periodo di cui è necessario parlare è quello dei Black Sabbath originali con Ozzy Osbourne alla voce, dal 1970 con l'esordio "Black Sabbath" al 1978 con "Never Say Die".
Oltre al cupo e ottimo esordio, perlomeno altri cinque album sono essenziali per capire le radici del Doom, per alcuni, me incluso, l'ultimo album Doom dei Sabbath è "Sabotage" del 1975. L'album più celebre e probabilmente più oscuro a detta di molti è il leggendario "Paranoid" (1970), autentico manifesto di primordiale Metal Apocalittico. Brani lentissimi ed evocativi come l'opener "War Pigs" (che in una delle sue prime versioni aveva testi completamente diversi, basati sulla stregoneria e con il titolo "Walpurgis"...), la title-track "Paranoid" (forse il primo brano Heavy Metal in assoluto...) ma soprattutto la monolitica "Iron Man" e la terrificante "Electric Funeral", che fanno di questo lavoro l'Album Del Giudizio.
Da segnalare anche il successivo disco uscito appena un'anno dopo, "Master Of Reality" (1971), se possibile ancora più asfittico e morboso del precedente. In questo disco i Sabbath hanno indossato i neri panni di un oscuro negromante durante un rito sacrificale, con brani paurosamente lenti, maligni, dotati di una sezione ritmica letteralmente devastante per il periodo (e ancora oggi... ascoltare per credere...), usciti fuori dall'oscuro talento del chitarrista Tony Iommi ed interpretati dalla voce infernale di Ozzy Osbourne, personaggio discusso per la sua indole da psicopatico, per la sua presunta appartenenza ad una setta satanica e per la leggendaria fama di divoratore di pipistrelli vivi durante alcune esibizioni live.
Tutto questo non ha fatto altro che aumentare a dismisura l'oscura fama dei Black Sabbath nel corso degli anni '70, è curioso immaginare le reazioni degli "hippy-fate l'amore-non la guerra", dopo aver ascoltato un brano terribile e malevolo come "Children Of The Grave" proprio da "Master Of Reality", con un incedere martellante e liriche venute fuori direttamente dall'inferno, roba mai sentita prima... roba letale, che i posteri chiameranno Heavy Metal.
I successivi lavori amplieranno la drammaticità e l'incedere funebre e pesantissimo della band, con brani sempre più metallici e cupi, passando per la delirante "Snow Blind" da "Vol. 4" (1972), per proseguire con la mastodontica title-track di "Sabbath Bloody Sabbath" e la sepolcrale "Symptom Of The Universe" da "Sabotage" (1975), ottimi esempi di Heavy Doom Metal primordiale.
Gli ultimi anni dei Sabbath con Ozzy denoteranno una perdita dello smalto iniziale, dovuta forse agli eccessi di ogni tipo del vocalist Ozzy. Dopo la sua dipartita la band troverà nuova linfa vitale con l'ex Rainbow Ronnie James Dio, che indirizzerà la band su coordinate più melodiche ma sempre cupe e "sabbathiane", col classico riffing di Tony Iommi.
Resta da dire che con i primissimi dischi non è stato creato un genere in particolare, bensì tutto l'Heavy Metal è nato con i Black Sabbath, sfido chiunque ad ammettere il contrario, per quanto gruppi contemporanei e non (vedi Deep Purple, Led Zeppelin etc.) abbiano dato il loro contributo con soluzioni melodiche ed ottime intuizioni, la base portante del riff Heavy Metal risiede nel quartetto di Birmingham a cui dobbiamo anche l'alone nero, malevolo, orrorifico e demoniaco che la nostra musica si trascinerà, per fortuna, negli anni '80 ed ancora oggi.
Una piccola parentesi sugli anni '70 e le sonorità oscure va fatta con alcune band che hanno avuto una certa affinità nel trattare temi grotteschi dalle forti tinte nere. Un esempio possono esserlo Black Widow, autori nei primi '70 di sonorità pagane in bilico fra esoterismo e satanismo. Altro nome di rilievo sono gli High Tide con due album usciti alla fine dei sixties, in cui era presente un cupo violino ed un cantato vicino a quello di Jim Morrison dei Doors ma con una timbrica più evocativa, i Pentagram autori di svariati sette pollici negli anni settanta e dei buoni "Pentagram" (1985) e "Day Of Reckoning" (1987) a metà degli anni '80, e soprattutto gli Atomic Rooster, affini ai Sabbath per via di un'immagine diabolica e legata alla Morte, autori di un'omonimo disco e soprattutto dell'interessante "Death Walks Behind You", tutti e due usciti nel 1970.
A metà dei settanta, dalla stessa cittadina dei Black Sabbath, Birmingham, uscirà un altro grande nome di spicco che per qualche tempo seguirà le orme dei propri idoli, i Judas Priest, che con l'esordio "Rocka Rolla" (1974) si renderanno partecipi di sonorità decisamente dark e dalle liriche opprimenti. Cosa ripetuta anche con il leggendario "Sad Wings Of Destiny" (1976) e con "Sin After Sin" (1977), permeati da un alone malinconico, fra arpeggi tristi ed il cantato stridulo ed evocativo di Rob Halford. Gli unici discepoli di questo tipo di Metal gotico e darkeggiante saranno i Mercyful Fate negli anni '80, grazie al carisma del grottesco King Diamond. Col finire degli anni '70 i Judas Priest continuarono a velocizzare e a impostare in maniera energica le loro composizioni, forgiando di fatto l'Heavy Metal degli anni '80, ma pur sempre permeato da sonorità e tematiche darkeggianti, cosa riscontrabile anche in tante band della NWOBHM, soprattutto con gli Angel Witch, Witchfynder General ed i Witchfynde del leggendario primo disco "Give'em Hell" (1980).
Con l'avvento proprio della NWOBHM e di un suono decisamente più incalzante e veloce, la pesantezza e la liricità oscura lasceranno spazio ad un verbo nero inteso in modo più caotico e dalle ritmiche sempre più serrate, di cui i Venom diventeranno la base portante di una futura generazione di metallari che abbandoneranno i tempi rallentati dei Black Sabbath.
Resta ora da descrivere il tassello mancante fra gli anni '70 e gli '80, con due nomi che hanno portato a vette elevate le sonorità Doom Metal e incrementato il seguito anche ai giorni nostri.
I primi sono gli americani Trouble provenienti da Chicago, attivi nelle scene già dal 1979 e autori del mastodontico "Psalm 9" nel 1984 e del notevole "The Skull" nel 1985. Lo stile dei Trouble è decisamente asfittico e legato ai primissimi Black Sabbath, ma impostato con lo stile degli anni '80 ed una dose di potenza veramente fenomenale. Impossibile non rimanere affascinati dalla roca voce del vocalist (a tratti decisamente simile a quella di Tim Baker dei Cirith Ungol) in brani come "Tempter" o la title-track "Psalm 9", autentiche perle di metallo cadenzato e cupo, che fanno di questa band un nome di primaria importanza in questo genere. Dopo vari problemi ed uno scioglimento la band si è riunita nuovamente nel 2001 ed i loro primissimi lavori sono a pieno diritto le cose migliori in campo Doom.
Per quanto riguarda la nostra vecchia Europa, gli alfieri indiscussi delle sonorità Doom Metal più pure sono i leggendari Candlemass provenienti dalla Svezia, uno fra i nomi più importanti degli '80. Con il loro stile metallico ed oscuro, i Candlemass (nati dalle ceneri dei Nemesis) hanno influenzato centinaia di band, dall'Epic Metal al Thrash odierno (vedi Pantera o Metallica loro grandissimi fan...). Assolutamente imperdibile il loro primo lavoro "Epicus Doomicus Metallicus" (il nome di per sé dice già tutto...), solenne, maestoso, e dotato di un'oscura epicità nel cantato pulito. Canzoni come "Solitude", "Demon's Gate" o "Under The Oak" mettono i brividi nella pelle dell'ascoltatore, grazie ad una drammaticità piena di pathos.
Ma è con il successivo "Nightfall" che i Candlemass creeranno una pietra miliare del genere, rendendosi Immortali agli occhi (e alle orecchie) di tutta la scena Metal. In questo disco entrerà nella line-up l'incredibile Messiah Marcolin, con i suoi vocalizzi epicissimi, lirici e dannatamente sabbathiani. L'incedere su tutto il disco è semplicemente cadenzato e distruttivo, un nero inno al Metallo più cupo e possente che sia mai stato concepito. (le recensioni del periodo descrivevano i Candlemass come la band più pesante del pianeta, primato tuttora difficile da estorcere con facilità...) Provate ad ascoltare la superba "The Well Of The Souls" (introdotta dall'Epico intro "Gothic Stone") al lume di candele e vi sembrerà di sprofondare all'inferno in un viaggio senza ritorno, per non parlare dei tristi e magniloquenti arpeggi iniziali di "At The Gallows End", conditi dal superbo Marcolin, che nei live degli anni '80 saliva sul palco con un simpatico saio da monaco.
Per chiunque si ritenga un fan di queste sonorità i Candlemass sono decisamente la band più importante subito dopo i Black Sabbath, e nonostante il tempo abbia un po' scalfito la loro creatività (soprattutto dopo l'abbandono di Marcolin, che fonderà i Memento Mori), l'attuale reunion ed i recenti live in Europa hanno consacrato questo gruppo come il migliore fra tutti.
Altri nomi che si possono benissimo affiancare a due sopraccitati sono i Saint Vitus, autori di buoni dischi negli '80 così come per i Solitude Aeternus, autori di ben tre demo nel 1988 e a detta di molti fan, autentici paladini del verbo Doom negli anni '90.
E proprio con un occhio (ed un orecchio) rivolto agli '90 è necessario creare una parentesi (nonché una linea di demarcazione) nel Doom Metal.
Con l'avvento della furia del Death Metal, lo spazio concesso alle parti atmosferiche sarà molto breve, eppure all'apice di questo movimento, molte band abbandoneranno sempre più la velocità e prenderanno in prestito i ritmi ossessivi e lenti del Doom, uniti al cantato in growl del Death. Un grandissimo esempio sono stati i primi lavori dei Cathedral, guidati dall'ex Napalm Death Lee Dorrian (con cui suonava praticamente l'opposto in termini di velocità...) con dischi del calibro di "In Memorium" (1990) e "Forest Of Equilibrium" (1991) ritenuti veri capolavori di Doom Metal moderno, con il tipico marchio sabbathiano ultrarallentato ed ossessivo.
Stessa identica scelta stilistica anche per i primi Disembowelment, Anathema, My Dying Bride e soprattutto i Paradise Lost di "Gothic" (1991). Tutti questi gruppi sono considerati i degni rappresentanti di un certo modo di vedere il Doom Metal degli anni '90 (molto spesso interpretato come Gothic/Doom Metal, con parti atmosferiche e rallentate e nel caso dei My Dying Bride unite ad un malinconico violino, ma pur sempre frammiste al Death Metal). Chi più chi meno ha modificato il proprio sound cupo delle origini, dandosi alla sperimentazione, alleggerendo il sound (vedi ultimi Paradise Lost) o utilizzando stilemi rock-psichedelici dei'70 (Cathedral e Anathema odierni).
Recentemente si è creata un po' di confusione all'interno del Doom, da un lato ci sono gli esponenti più intransigenti del Gothic/Doom/Death che pretendono di diritto di essere la "vera" forma di Doom Metal più pura, dall'altro ci sono tutta la serie di gruppi tendenti allo Stoner Rock e allo Stoner Doom (Stroom) sulla scia di Kyuss, Electric Wizard e Sleep, con forti reminescenze sabbathiane ed elementi rock psichedelici degli anni '70, che praticamente dicono la stessa cosa per se stessi. A mio parere queste affermazioni sono di per sé stupide ed inutili, è necessario soffermarsi sulla grande quantità di generi che hanno assimilato lo spirito del Doom, unendoli a sonorità differenti, col Black, col Death, con l'Industrial, con tastiere, violini e con tutta una serie di sperimentazioni che hanno allargato gli stilemi classici di questa musica.
L'unica vera forma di Doom Metal è quella dei Black Sabbath e successivamente ampliata dal suono metallico degli anni '80, con vocalizzi puliti ed epico/drammatici.
Questa è la storia, queste sono le radici, il resto è un continuo evolversi all'insegna dell'oscurità opprimente degli esordi... in un ciclo simile alla vita... e alla morte.



Di seguito ho inserito i dischi fondamentali ed importanti per conoscere le radici del Doom Metal e per poter avere ben in testa come è nato. Il resto è in continua evoluzione ma nato nel bene e nel male da qui.

Black Sabbath - "Black Sabbath"
Black Sabbath - "Paranoid"
Black Sabbath - "Master Of Reality"
Black Sabbath - "Vol. 4"
Black Sabbath - "Sabbath Bloody Sabbath"
Black Sabbath - "Sabotage"
Trouble - "Psalm 9"
Trouble - "The Skull"
Candlemass - "Epicus Doomicus Metallicus"
Candlemass - "Nightfall"
Saint Vitus - "Saint Vitus"
Saint Vitus - "Hallow's Victim"