I TESORI NASCOSTI NEGLI ARCHIVI DI SHAPELESS ZINE
I tempi si evolvono e le mentalità cambiano. Oppure no? Certi luoghi comuni sono più forti dell'evidenza dei fatti? A quanto pare, sembra che tanta gente sia ancora vittima di alcuni schemi mentali che ormai hanno assunto una valenza esclusivamente teorica. Ma adesso vado subito al dunque, prima che mi prendiate per un vecchio rincoglionito che blatera e blatera, senza aver specificato il soggetto al quale si sta riferendo. Questo breve editoriale è dedicato agli strascichi di una polemica accesasi tempo fa, che ha viste coinvolte come parti in causa le riviste musicali su carta stampata, e le webzine.
Anni fa, quando il fenomeno delle fanzine su rete non era ancora così diffuso, molti gruppi evitavano di farsi recensire dalle suddette. In genere, la scusa era la solita mentalità conservatrice che affligge spesso e volentieri l'universo del metal. Che fossero gruppi di defender o scurissime orde black, le risposte erano sempre le medesime: ci facciamo recensire o su un giornale, o su una fanzine. Ciò nonostante, col passare del tempo, le webzine hanno avuto invece un successo enorme. Questo per tre motivi: in primo luogo, sono sempre state gratuite; secondo, non hanno mai posto problemi di reperibilità; terzo, ogni lettore ha potuto scegliere tra un numero impressionante di esse. Quest'ultimo punto si è rivelato, a lungo andare, un'arma a doppio taglio: tutti hanno potuto creare la propria webzine, indipendentemente dalla loro serietà e dalla competenza. Pertanto in questo panorama apparentemente sconfinato, a poco a poco le webzine gestite da incompetenti hanno surclassato come numero quelle più serie. Così, nel corso del tempo molte di esse hanno aperto e chiuso i battenti nel tempo di un respiro.
Ecco che quindi la carta stampata ha colto la palla al balzo, accusando il giornalismo via web di essere effimero: "Le webzine aprono e chiudono, la carta stampata resta nel tempo!"; "La copia stampata di un giornale è fisicamente disponibile, e può essere collezionata". Dato che molti metallari sono anche collezionisti, il discorso si è apparentemente chiuso. Non sto ad enumerarvi gli editoriale pubblicati sui vari giornali italiani nel corso di quel periodo. Anche nelle interviste, spesso la storia è saltata fuori con regolarità. Neanche si fosse trattato della disputa degli universali...
Successivamente, anche i giornali hanno cominciato a comprendere i vantaggi del web, tanto che in breve tempo quasi tutte le testate giornalistiche metal (e non solo) italiane hanno creato i propri portali. E, guarda un po', qualche giornale ha pure chiuso i battenti nel frattempo (ed è un peccato, perchè alcuni di essi erano davvero validi), assestando un duro colpo al partito di carta e inchiostro. Tutto è ritornato in discussione.
Ora, non è mia intenzione prendere le parti della carta stampata o delle webzine. Secondo me, la questione non ha mai avuto senso, perchè il lettore è libero di scegliere il mezzo che vuole per informarsi, così come il gruppo o l'agenzia possono scegliere il loro veicolo preferito per promuoversi. La pluralità di opzioni è democratica e positiva. Come spesso accade, soprattutto in Italia, questa polemica è nata per uno spirito di competizione malsano, per tante invidie. Come in politica, anche negli ambiti artistici è più importante accusarsi a vicenda che lavorare bene. E francamente mi sono rotto le palle di sentirmi dire: i giornali musicali sono diversi, ma a rotazione ci lavorano sempre le stesse persone. Oppure: le webzine sono effimere, puntano sull'immediato senza curarsi della memoria. Voglio solo rispondere, in questo editoriale, a chi insiste su quest'ultimo punto. In riferimento a Shapeless, e non a tutte le webzine. Perchè non ho alcuna autorità nè diritto di giudicare il lavoro altrui.
Per quanto è stato possibile, cercando di dare il nostro meglio, abbiamo tentato di dare un senso al nostro lavoro nel corso di questi anni. Recensire non significa (per noi) giudicare il lavoro di un gruppo tanto per farlo. Un'articolo è anche un pezzo di storia. Per piccola e corta che essa sia, una recensione rappresenta un'istantanea di un determinato periodo della storia del metal, sia esso mainstream o underground. Le nostre recensioni non vogliono essere meri strumenti di promozione. Le nostre recensioni sono state scritte per restare, fino a quando la fortuna ci assisterà, di modo che possano essere lette e comprese anche parecchi anni dopo. Per questo che Shapeless Zine ci tiene in modo particolare ai propri archivi. L'archivio Album e l'archivio Demo sono ricchi di informazioni su lavori oggi forse dimenticati, ma che continuano ad essere belli così come lo erano quando sono stati recensiti.
Il lettore non deve limitarsi a leggere solo le ultime novità, ma deve "spulciare" i nostri archivi. Shapeless Zine non ha intenzione di essere effimera: è solo più debole di chi ha cercato degli sponsor, e di chi è riuscito a fare del giornalismo musicale la propria passione. Fosse possibile, anche noi vorremmo poter guadagnare del denaro scrivendo, perchè coniugare passione e lavoro è sempre una gran cosa. Purtroppo, ciò non è possibile. Però questo non ci impedisce di andare avanti, e di lottare giorno dopo giorno per essere solidi. E tanto per confermare l'importanza degli archivi di Shapeless Zine, ricordiamo ai nostri lettori che sono state recensite, in passato, le intere discografie di alcuni tra i gruppi più influenti del metal. Perchè non provate, di tanto in tanto, a spulciare le varie discografie degli Atheist, degli Anathema, dei Tiamat, degli Entombed, dei Manowar, di Burzum, dei Mayhem, dei Behemoth, dei Sadus, dei DEATH e via discorrendo? Provate, in caso ancora non l'aveste fatto. Il passato non deve mai essere dimenticato. E ovviamente deve andare a braccetto con il presente, e puntare al futuro. Questo, è ciò che stiamo cercando di fare da anni.
E dunque, perchè non lasciate perdere i luoghi comuni, e provate a scoprire quali tesori nascondano i folti archivi di Shapeless Zine?
(La Redazione, Gennaio 2010)