Due parole su Mendoza



Ieri sera, non ricordo bene l'ora, mi sono collegato al newsgroup it.arti.musica.metal, come mio solito, e sono rimasto sconvolto dalla notizia relativa alla scomparsa di Mendoza. Anche in questo momento, scrivere le parola "scomparsa di Mendoza" mi fa accapponare la pelle. Stento davvero a crederci. Eppure, la notizia è tragicamente vera.
Io non ho mai conosciuto Mendoza nella realtà. Ho avuto a che fare con lui principalmente sui newsgroup, e poi grazie alla classica collaborazione che si instaura tra musicisti e giornalisti. E, se all'inizio ci si scambiava solo qualche e-mail, col passare del tempo il nostro rapporto si è allargato, impreziosito, tanto più che la musica non era più l'unico argomento delle nostre discussioni, ma solo uno dei tanti. Negli ultimi tempi, io e Mendoza (non l'ho mai chiamato col suo vero nome - in genere io lo chiamavo "giovane" e lui "vecchio", pur essendo anagraficamente l'esatto contrario) abbiamo conversato più che altro su MSN. E l'ultima volta che l'ho sentito è stata la prima settimana di agosto, o l'ultima di luglio, non ricordo con precisione. Ho cancellato in seguito il mio MSN che si era rovinato a causa di un noioso virus, sono partito per una settimana di ferie, ho ricominciato a lavorare... ed ora, ecco che Mendoza non c'è più.
Avevo saputo dei suoi problemi al fegato, al riacutizzarsi di alcune patologie delle quali già soffriva. Mi ricordo che un giorno, entrando, è scappato subito dicendo che stava male, a causa di alcune cose che gli avevano detto i dottori, e che mi avrebbe spiegato di più quando se la sarebbe sentita. Poi, è tornato ad essere lo stesso, a scherzare ed a fare i soliti commenti drastici su tutto. Successivamente, è sparito per un po'. Ritornato, mi ha detto che era stato in ospedale, che era tutto gonfio, e altre cose che per delicatezza non sto qui a riportare. Però era sempre lui, il solito Mendoza. Anzi, stava già pensando ad un nuovo album, e scherzosamente mi ero proposto di scrivergli i testi. Si scherzava anche su un concept dedicato alla figura di Peter Cushing, il suo idolo. Mendoza era infatti un grande amante del cinema horror, in particolare dei classici della Hammer, ed era una presenza costante del newsgroup it.cultura.horror .
Ecco, mi sembra impossibile che non potrò più scambiare con lui pareri su questi film, di leggere le sue tirate sulla "mancanza di poesia" del nuovo cinema horror, e sul fatto che i film nuovi fossero scadenti e che Karloff e Lugosi fossero troppo vecchi. Per lui, solo Lee e Cushing avevano un senso. E Barbara Steele. Eheh... Sempre lo stesso, Mendoz! Drastico, testardo. Fottutamente convinto di sè stesso. Come nella musica. A lui piaceva solo quello che era datato, della sua generazione. Il resto, poteva pure scomparire. E allora, quanti diverbi! Ma questo era lui, il suo "personaggio". Chi di voi non si è mai divertito a leggere i commenti sferzanti di Mendoza? Solo la sua mente poteva concepire frasi quali "io sono il rock e voi non siete un cazzo", oppure "non c'è peggior sordo di chi è testa di cazzo veramente". Sorrido, e un piccola lacrima mi inumidisce un occhio. No, non è retorica. Anche se credo che un po' di retorica non stoni. Shapeless Zine non ha mai scritto epitaffi per nessuno, però per Mendoza penso sia doveroso fare un'eccezione. Mendoza è un'icona dell'underground italiano. Interpretava il metal con una mentalità schietta ed ingenua, sempre più rara al giorno d'oggi. E tutto questo è ancora più chiaro leggendo quell'intervista che gli ho fatto nel febbraio di quest'anno. E' anche l'ultima intervista che Mendoza ha inserito nel suo MySpace. Mi sento come se mi avesse lasciato un suo piccolo lascito spirituale, dissacratorio come sempre, ma forse per questo maggiormente toccante. A nome di Shapeless Zine, e soprattutto a titolo personale, faccio le mie condoglianze alla moglie, ai parenti ed a tutte le persone che hanno amato e voluto bene a Mendoza. L'ultimo dei draghi ci ha lasciato, ma tornerà a volare tutte le volte che inseriremo i suoi CD nello stereo. Anzi, cari lettori, mettete su una sua canzone. Mendoza, dal cielo (magari vicino a Peter Cushing) non potrà che sorridere di questo piccolo omaggio alla sua memoria. Da parte mia, visto che spesso scherzavo con lui citandogli Califano, Celentano ed altri musicisti che lui odiava (Battisti!), voglio dedicargli - modificandole un po'- le parole tratte proprio dal testo di uno di questi artisti:

Tu sei partito poi così d'improvviso
che non ho avuto il tempo di salutarti
l'istante è breve, ma ancora più breve
se c'è una luce che trafigge il tuo cuore.

Sei diventato, sai, il tramonto di sera
e parli come le foglie d'aprile
e vibri dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivi il canto sottile
e il tuo discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso.

Mi manchi tanto, caro amico, davvero,
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre solo musica vera
e cerca sempre, se puoi, di capire.

Ciao Mendoza.



(Hellvis, 18 agosto 2009)