Vlad In Tears studio report
30 Agosto 2008
Dopo aver passato mezzo mese a reclutare gli accompagnatori finalmente riesco a selezionarne due per andare a fare lo studio report per i Vlad In Tears al Music Village a Cassino, per l’anteprima del nuovo album in uscita ad autunno “Entrapped Soul”. Nonostante basti un’ora di macchina, abbiamo deciso di partire alle 17.30 con l’intenzione di visitare Cassino dopo aver trovato la location del concerto. Mi era stata indicata come vicinissima al casello autostradale di Cassino, peccato che invece abbiamo sbagliato strada andando in direzione totalmente opposta e facendoci tutti i paesi limitrofi. Dopo aver vagabondato e chiesto informazioni per ore, finalmente verso le otto arriviamo a questo Music Village. Non c’era nessuno. Aspettiamo un po’ e finalmente arriva Lex con la ragazza, in seguito raggiunti dal resto del gruppo (haha siamo arrivati prima noi!). L’incontro con i ragazzi è stato il migliore possibile, breve presentazione e scambi di battute. Essendo arrivati molto in anticipo nonostante il vagabondaggio, andammo in un paese vicino in cui si svolgeva una festa paesana. Dopo aver sollecitato gli altri a far presto perché non volevo perdermi l’inizio, ritorniamo alla base scambiando opinioni con Dario sui gusti personali, sulla scena italiana e sulla preparazione dei Vlad. Gentilmente, ci ha invitato al buffet dove rincontriamo Lex che finalmente ci spiega la strada più breve per raggiungere l’autostrada con tanto di disegno sul mio quaderno delle recensioni. Si apre poi il processo al sottoscritto, reo di aver fatto sbagliare strada, proclamandomi innocente in quanto c’è stato un malinteso tra di noi. Mentre mangiavamo a ufo (chiedo venia per aver fatto fuori mezzo vassoio di dolcetti di pasta alle mandorle di cui non posso fare a meno) ci raggiunge Kris che ci ha spiegato il nome del gruppo (io lo sapevo già avendo letto l’intervista di Shapeless, ma gli amici son curiosi) e l’evoluzione del loro sound. Comincia a venire un po’ di gente, e dopo aver tempestato di domande tutti i membri del gruppo finalmente aspettiamo l’inizio del concerto. Tutte le sedie disponibili sono state occupate alla velocità della luce, per cui è stato un po’ scomodo prendere appunti, soprattutto col caldo che c’era (un’afa incredibile che ci ha incollato i vestiti addosso). Parte delle canzoni erano tratte dal nuovo album “Entrapped Soul” altre invece da “Seed Of An Ancient Pain”, che ripropone alcuni pezzi tratti dal promo “…After The End…” recensito su Shapeless Zine da Danny Boodman. Si parte subito in maniera arrembante con”Drowning Inside…”. Potente e decisa, grande lavoro di basso e batteria che fanno subito capire di che pasta sono fatti i Vlad In Tears.
La successiva “Pact With The Night” tratta da “Entrapped Soul” continua con la stessa energia della traccia precedente con qualche ritmo più moderato sfociando poi nel potente finale.
Per quanto riguarda “Freedom From God” rimando alla recensione di Danny.
Non posso non nominare “Woods Of Madness” tratta dagli album precedenti già citati. Grande prova dal vivo, così coinvolgente da trasportare gli spettatori presenti.
“Black Shadows” è aperta da leggera atmosfera, da cui nasce una melodia malinconica eseguita però con grande potenza. Nella parte centrale c’è un piccolo rallentamento che lascia subito spazio al finale veloce e spaccaossa.
Di “Forbidden Dream” potete vederne il video su Youtube o sul Myspace del gruppo qui sotto riportato. È stato girato in una chiesa sconsacrata. Senza parole, l’unica cosa che dovete fare è guardare con i vostri occhi ed ascoltare con le vostre orecchie.
Si continua poi con “See Through The Darkness” tratta da “Seed Of An Ancient Pain”, composta da giusti cambi di tempo, molto trascinante con un ritornello deciso e dritti alla meta arrivano in modo divinamente potente.
C’è stata poi la cover di “The Nobodies” di Marylin Manson. Canzone che non conoscevo affatto e quando l’ho detto uno mi ha guardato come se avessi detto che la Terra è piatta. Mi sono giustificato dicendo che preferisco evitare ciò che è “Made In U.S.A.”.
Altro momento romantico con “As Snow We’d Fall” sempre tratta dal disco “Seed Of An Ancient Pain” che rappresenta il lato più malinconico dei Vlad In Tears. Il cantato lento, il pianoforte, rendono il tutto un’atmosfera struggente.
Termina l’esibizione “My Curse”. Anche qui grande potenza sostenuta da un ritmo incalzante. Proprio nel finale di live Kris dà il meglio di sé nonostante il caldo. Grandissima prova vocale la sua (ha bevuto acqua per rinfrescarsi, o almeno a noi è sembrata acqua, lui ha detto che era acqua, ma doveva essere acqua di Lourdes per il miracolo canoro avvenuto).
L’unico difetto insignificante che si può trovare è nell’acustica del luogo. Purtroppo il suono non era dei migliori ma ciò non ha sminuito di una virgola la prova dei Vlad In Tears. Ero così rapito che non ho capito una mazza dei titoli delle canzoni, andando per assonanza. Ho dovuto infatti chiedere a Kris a fine concerto di scrivermi sul quaderno la scaletta. Senza dubbio un’esibizione straordinaria fatta con grande energia, si vede che i VIT ci mettono passione. Successivamente, abbiamo acquistato una copia ciascuno di “Seed Of An Ancient Pain”, facendoci autografare il booklet. Mi ha colpito molto che anche i miei amici lo abbiano comprato, poiché hanno altri gusti musicali e questo può farvi capire la bravura dei Vlad In Tears che hanno saputo conquistare anche degli ignorantoni del metal come loro.
Parlando con i Vlad ho scoperto il segreto di Pulcinella, che affligge la maggior parte dei gruppi italiani: sono maggiormente apprezzati all’estero piuttosto che in patria. Quindi mi rivolgo a voi, supporters italiani: ad ottobre, uscite dai vostri buchi e correte difilato a comprare “Entrapped Soul”. E se malauguratamente nella vostra collezione mancasse “Seed Of An Ancient Pain”, allora fate come me: rimediate al più presto. Avete capito? Non basta che facciate sì con la testa: dovete mettere mano alla tasca e portare a casa questi titoli, perché i Vlad In Tears meritano il vostro supporto.
(Kaiser Zar Luka)
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